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Il rialzo dei tassi fa paura alle Borse e il Nasdaq lo paga caro

Imagoeconomica

La giornata era iniziata all’insegna della cautela, con le Borse europee poco sopra la parità, ma pronte a chiudere la quinta seduta consecutiva in – seppur frazionale – rialzo. La chiusura è invece in rosso, con i listini continentali che nel pomeriggio si accodano al sentiment negativo di Wall Street e si abbandonano alle vendite. A zavorrare i mercati è la convinzione che la Federal Reserve accelererà sul percorso di rialzo dei tassi. Un’indicazione in più potrebbe arrivare già in settimana, con la pubblicazione del dato sull’inflazione americana di dicembre in programma per il 12 gennaio, ma nell’attesa è un report di Goldman Sachs a dettare il passo. Secondo la banca d’affari Usa, quest’anno la Fed aumenterà i tassi di interesse quattro volte (a marzo, giugno, settembre e dicembre) e non tre come previsto lo scorso novembre. Riviste anche le previsioni sul processo di riduzione del bilancio, che potrebbe iniziare già a luglio e non più a dicembre. 

L’OBBLIGAZIONARIO 

I timori sull’imminente stretta della Fed fanno schizzare al rialzo i rendimenti obbligazionari globali, con i tassi dei Treasury Usa a 10 anni saliti di 25 punti base (+0,25%) dal 1° gennaio. Chiude poco mosso lo spread tra BTp e Bund in un’altra seduta di forti vendite su tutti i bond dell’Eurozona che ha, tra l’altro, portato il rendimento del Bund tedesco a un soffio dal tornare in positivo dopo oltre due anni e mezzo. A fine giornata il differenziale è a 138 punti base, in frazionale calo rispetto ai 139 punti base registrati al closing di venerdì scorso. Il rendimento sul decennale italiano è invece all’1,35% dall’1,32% di venerdì. 

“Prevediamo che diversi venti contrari nel primo trimestre creeranno un ambiente difficile per gli spread sovrani – si legge nella nota di Goldman Sachs – dato il ridotto supporto del QE e l’aumento delle emissioni, riteniamo che l’ampliamento dello spread BTP-bund osservato nell’ultima settimana possa estendersi”. “Oltre a dinamiche di offerta meno favorevoli, è probabile che il rischio politico per i BTP aumenterà fino al primo turno delle elezioni presidenziali italiane del 24 gennaio”, aggiunge GS, stimando un aumento fino a 150 punti base per il differenziale di rendimento tra il titolo di stato con scadenza a dieci anni italiano e l’omologo tedesco. 

WALL STREET IN CADUTA LIBERA

Seduta pesante per la Borsa americana con lo S&P 500 (-1,4%) e Il Nasdaq (-1,75%) che perdono terreno per la quarta seduta consecutiva. In rosso anche il Dow Jones (-1,2%). Sotto pressione soprattutto i titoli delle mega cap attive nel settore hi-tech, come Meta (ex Facebook), Amazon e Alphabet (Google), che cedono tra il 2% e il 4%. In controtendenza Zynga, che guadagna il 45% dopo che Take-Two (-14%), gruppo produttore di videogame, ha annunciato il suo acquisto per 12,7 miliardi di dollari. Da segnalare anche la performance di Moderna (+9,7%) che ha aumentato le previsioni sulle vendite del vaccino Covid-19 per il 2022, portandole da 17 a 18,5 miliardi di dollari. 

LE BORSE EUROPEE

In Europa è Amsterdam a indossare la maglia nera, chiudendo la giornata con un ribasso dell’1,94%. In rosso anche Parigi e Francoforte, che cedono rispettivamente l’1,44% e l’1,12%. In ribasso di mezzo punto Madrid, mentre fuori dall’Ue, Londra arretra dello 0,53%.

PIAZZA AFFARI

Il Ftse Mib prova a resistere come può, ma alla fine si arrende all’umore generale. A fine seduta il ribasso è dello 0,96% e i punti sono 27.353, nonostante le buone indicazioni arrivate sul mercato del lavoro. A novembre 2021, secondo l’Istat, il tasso di disoccupazione italiano è sceso al 9,2% (-0,2 punti) e al 28% tra i giovani (-0,2%). nello stesso mese l’occupazione è cresciuta dello 0,3%, mentre il tasso d’occupazione è salito al 58,9%. A novembre, spiega l’Istat, è proseguita “la crescita dell’occupazione osservata nei due mesi precedenti, facendo registrare in tre mesi un aumento di quasi 200mila occupati; rispetto a gennaio 2021, l’incremento è di 700mila occupati e riguarda sia il lavoro dipendente sia quello autonomo. Il tasso di occupazione è più elevato di 2,1 punti percentuali.

OCCHI SU BPER, CARIGE E LEONARDO

A Piazza Affari gli occhi sono tutti su Carige (+0,97%) in attesa della decisione, prevista per oggi, del Fondo Interbancario sulle proposte arrivate da Bper (+0,3%), Crédit Agricole Italia e del Fondo Cerberus. La banca emiliana, secondo le indiscrezioni, avrebbe migliorato l’offerta presentata in precedenza, riducendo a 600-700 milioni l’ammontare della ricapitalizzazione in capo al Fitd e aumentando il prezzo di Opa. 

Sul listino principale si mette in luce Leonardo (+1,86%), dopo la decisione del governo italiano di mettere sul piatto 2 miliardi di euro per il programma Tempest, il nuovo cacciabombardiere lanciato nel 2018 da Italia, Regno Unito e Svezia. Tra i titoli migliori anche Pirelli (+1,46%), Poste Italiane (+0,95%) e Banca Mediolanum (+0,93%). L’istituto guidato da Massimo Doris a dicembre ha registrato una raccolta netta di 1,67 miliardi (record storico per il mese) portando il totale annuo a 9,18 miliardi, in crescita del 19% sul 2020. 

Fuori dal Ftse Mib è da segnalare la performance di EdiliziAcrobatica (+3,5%), che ha chiuso il 2021 con un incremento dei contratti del 186,7% a 121 milioni di euro, contro i 42,2 milioni dell’anno precedente. “I numeri mostrano con ogni evidenza come il nostro modello di business si caratterizzi per la capacità di produrre valore sui territori in cui opera”, ha detto il Ceo Riccardo Iovino. 

I MAGGIORI RIBASSI 

A Milano il titolo peggiore è Nexi (-4,77%), mentre la rotazione sui tecnologici zavorra Stm, che cede il 4,53% dopo i rialzi della settimana scorso. In profondo rosso anche Amplifon (-4,41%), Diasorin (-4,33%) e Interpump (3,96%). Negativi i titoli della galassia Agnelli: Exor (2,84%), Cnh (-1,93%), Ferrari (-1,82%). La casa di Maranello ha presentato oggi la nuova struttura interna e i nuovi manager chiamati dall’Ad per gestire le sfide di un mercato globale in crescita.

GLI ALTRI MERCATI

Sul fronte cambi, il dollaro si rafforza a 1,132 per un euro, contro 1,1349 della chiusura di venerdì. Poco mosso il petrolio, con il prezzo del Brent che cede mezzo punto percentuale a 81,34 dollari al barile.

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