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Il mal di euro fa crollare le Borse. Milano perde il 2,6%

MILANO –2,6% PRECIPITA SOTTO QUOTA 14 MILA
GIU’ LE BANCHE, NON PIACE NEMMENO IL BUND

Piazza Affari è franata nel finale sfondando al ribasso la quota dei 14 mila punti. Ben al di sotto dei pur diffusi malesseri degli altri listini del Vecchio Continente. L’indice Ftse/Mib accusa un ribasso del 2,59%, ben peggio di Parigi -1,13%, Francoforte – 0,86% e di Londra, dove il ribasso è dello 0,92%.

A trascinare in ribasso la Borsa italiana sono stati i titoli bancari, a loro volta spinti all’ingiù da nuove ondate di pessimismo sulla sorte del debito sovrano. Fra i cali maggiori spiccano quelli di PopMilano scende del 6,59%, Azimut -4,55%, B. Pop. Emilia Romagna -6,53%, Mediolanum -3,7%, Mediobanca segna il record negativo -7,93% a 4,340 euro. Ennesimo minimo storivo per Fondiaria-Sai -4,88%. Anche Banco Popolare -5,34 %. arretra segnando un nuovo minimo storico. Generali scivola a 11,489 euro -3,32%. Intesa Sanpaolo perde il 3,74 % nel giorno in cui emerge la candidatura di Enrico Cucchiani come successore di Corrado Passera.

Finmeccanica limita il calo al -3,32 % dopo la richiesta del presidente del Consiglio, Mario Monti, di una soluzione “rapida e responsabile”. Un altro salasso per Fiat -5,05 Eni perde l’1,67%%. Ancor peggio fa Terna -2,46%, declassata da Hsbc. Pirelli non tiene il rialzo di avvio di seduta, il titolo scende dell’1,95%.

Diversi i fattori che hanno alimentato il pessimismo: a) un rapporto Bce dice che è in gioco la permanenza della Grecia nella Zona euro; b) gli ordini dell’industria di settembre nella Zona euro segnalano un calo del 6,4% da agosto, quasi tre volte le previsioni; c) molto di più di quanto si aspettassero gli economisti (in media -2,5%).

Ancor più grave il flop dell’asta sui Bund tedeschi. La Germania ha collocato 3,644 miliardi di decennali con un rendimento medio in calo, l’1,98% (contro 2,09%) ma Berlino ha collocato il 35% in meno di bond rispetto all’ammontare annunciato. Il future sul bund tedesco ha perso circa 200 punti base dai massimi di stamattina finendo a 135,7 punti. Il rendimento del decennale è balzato al 2,06%, su livelli che non si vedevano dal 28 ottobre. Si indebolisce anche la moneta unica: il cross euro dollaro cade a 1,333, sui minimi dal 6 ottobre. Sul fronte dei periferici la situazione si è fatta ancor più tesa. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi oscilla intorno ai 491,5 punti base. Dalle sale operative si conferma che la Bce sta acquistando titoli di Stato italiani e spagnoli. Le vendite colpiscono anche la Francia. Lo spread degli Oat si è allargato a quota 165,8 su timori che il governo francese intervenga più massicciamente nel salvataggio di Dexia, smentito dal ministero delle Finanze.

Wall Street apre in calo con il Dow Jones che arretra dell’1,7% il Nasdaq perde il 2% in calo anche sui timori di un rallentamento dell’economia mondiale. Domani Wall Street sarà chiusa per la festività del Thanksgiving Day. Di qui la pioggia di dati macro anticipati prima della minivacanza. In sintesi:
– gli ordini di beni durevoli ad ottobre sono calati dello 0,7% (meglio del previsto).
– i redditi personali sono saliti a ottobre dello 0,4% dallo 0,1% del mese precedente (anche qui meglio dello 0,3% stimato).
– le richieste di sussidi alla disoccupazione sono pari a 393mila (peggio delle previsioni). Di rilievo l’impennata di John Deere +4,8% , concorrente diretto di Cnh: il titolo sale del 4,9% dopo aver riportato risultati trimestrali sopra le attese degli analisti. In parallelo Fiat Industrial a Milano limita i danni a -0,93%.

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