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Il Giro d’Italia al test delle Dolomiti con Rodriguez sempre in rosa

Era da prevedere che dopo la giornata di riposo, alla vigilia del tappone dolomitico di domani, i pretendenti al successo finale in questo Giro utilizzassero la frazione di oggi da Limone sul Garda a Falzes per fare un’agile sgambata, invogliati anche da una ritrovata primavera dopo il freddo e la pioggia dei giorni scorsi. Quindi la classifica non si è mossa di un secondo con Joaquin Rodriguez sempre in rosa. A vincere la frazione è stato un altro spagnolo, Jon Izaguirre Insausti, quasi sconosciuto ma con un nome che lasciava presagire che sull’unico strappo previsto dal percorso odierno sarebbe stato proprio lui, il ciclista della Esp-Euskaltel, a involarsi staccando gli altri nove compagni della fuga iniziata dopo una sessantina di chilometri dalla partenza. Hanno cercato di tenergli dietro Alessandro De Marchi (già terzo a Cervinia e oggi secondo) e l’olandese Stef Clement ma non c’è stato nulla da fare. Tra quelli rimasti sorpresi dalla serie di scatti di Izaguirre c’era anche Manuele Boaro, che si era messo in luce nel crono-prologo di Herning e che, tra i giovani italiani, lascia intravedere margini di miglioramento interessanti, anche se questo Giro lo vede 142° in classifica a quasi due ore e mezzo da Rodriguez. Il gruppo della maglia rosa con Basso e gli altri big era regolato in volata, a quasi 9 minuti, da un altro spagnolo, Juan Flecha, compagno di Cavendish nel Team Sky.

Domani 17esima tappa, Falzes-Cortina d’Ampezzo, km 186, con quattro passi da leggenda. In totale ci sono 48,4 km di salita. La prima ascesa è quella di Valparola (14 km, pendenza media 5,5%, punte 13%), poi il Duran (12,2 km, media 8,1%, punte 14%), quindi la Forcella Staulanza (12,3 km, media 6,9%, punte 11%) e infine il Giau, il passo più duro (9,9 km, media 9,3% e punte del 14%) a poco meno di 18 chilometri dal traguardo di Cortina. Occhi puntati su Basso che, dopo due settimane corse senza sprecare uno sforzo di troppo, dovrà prima o poi scoprire le carte a meno di non puntare a vincere il Giro come fece Franco Balmamion nel 1962, mai vincendo una tappa, mai tentando un colpo isolato, con una regolarità mai venuta meno abile a sfruttare le defaillance altrui. Defaillance però che finora in questo Giro non si sono viste. Ce lo dice la classifica affollata e corta con cui la corsa rosa si accinge ad affrontate le ultime decisive tappe. E quella di domani ha cinque stelle, il massimo, per difficoltà. “Sarà dura – dice Rodriguez. Potrà succedete tutto e niente. Spero di stare bene, qualcuno ci proverà”. Senza precisare chi potrebbe essere quel qualcuno. Basso? Scarponi? Kreuziger? O ancora Cunego, il temerario? Non n c’è che aspettare domani.

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