Il presidente emerito dei vescovi della Cei, il cardinal Camillo Ruini, non ha mai nascosto la sua abitudine a sconfinare nella politica italiana e a manifestare la sua simpatia per la destra. Dopo averlo sposato, arrivò in passato ad osteggiare Romano Prodi, reo a suo avviso di aver aperto ai comunisti, con la formazione dei governi dell’Ulivo. Un’intervista rilasciata sabato a “La Stampa” rivela che Ruini non ha perso il vizio di intervenire direttamente nelle vicende politiche italiani e stavolta inneggia a Silvio Berlusconi (ma non al figlio Pier Silvio), alla premier Giorgia Meloni e al suo fido scudiero di Palazzo Chigi, il controverso sottosegretario Alfredo Mantovano. Ma i dissensi sulle parole di Ruini non mancano. “Come leader politico Silvio Berlusconi aveva sicuramente delle doti di carisma, ma si tratta di talenti personali nella vita pubblica che difficilmente passano da padre in figlio”: sostiene Ruini. In realtà l’altolà a Pier Silvio Berlusconi serve per incensare Giorgia Meloni di cui Ruini dice: “In Italia abbiamo Giorgia Meloni che è davvero molto brava e che ha saputo circondarsi di collaboratori di riconosciuto valore come il sottosegretario Alfredo Mantovano, giurista cattolico di indubbio spessore che ha dimostrato capacità e senso di responsabilità”. Qualcosa da obiettare a Ruini su Mantovano per le responsabilità del Governo nello spionaggio dei giornalisti nel caso Paragon avrebbe sicuramente l’ex premier e leader cattolico di Italia Viva, Matteo Renzi, ma voci di dissenso sul Cardinale arrivano anche da Monsignor Perego per la politica sui migranti della Meloni e dall’ex dc Pierluigi Castagnetti che rimprovera a Ruini di essere stato “troppo generoso con Meloni”.
Il Cardinal Camillo Ruini si sbilancia a favore della destra di Berlusconi, Meloni e Mantovano ma solleva voci di dissenso
FIRSTonline