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I mercati credono nel salvagente europeo per le banche: Piazza Affari apre con il segno positivo

I MERCATI CREDONO NEL SALVAGENTE PER LE BANCHE. OGGI UNIPOL RILANCIA LA PROPOSTA SU FONSAI

Anche l’Asia, dopo Wall Street, mostra di voler credere ai piani, più o meno segreti, dell’Unione Europea per affrontare la crisi dell’euro. Dopo il pesante calo di lunedì, la Borsa di Tokyo mette a segno un rialzo dello 0,34%. Va meglio Hong Kong +0,54%. Scivola invece a 2.306 punti l’indice di Shangai, “liberato” dalla censura. Il caso (ma le autorità di Pechino non credono al caso) ha fatto sì che lunedì l’indice, in ribasso, si fermasse a 2364,89 punti. Ovvero 23 anni dopo il 4 giugno ’89, giorno della drammatica repressione di piazza Tien An Men che è ancora proibito evocare.

Wall Street ha azzerato le perdite iniziali, legate al calo degli ordini dell’industria di aprile: Dow Jones –0,14%, S&P500 +0,01% e Nasdaq +0,46%. I segnali di indebolimento della congiuntura favoriscono l’ipotesi di una nuova manovra di Quantitative Easing da parte della Fed per sostenere la debole crescita. Continua a pesare su New York l’effetto negativo di Facebook -3% scivolato per la prima volta sotto i 27 dollari. Oggi Bernstein ha avviato la copertura della società dell’omonimo sito di social network con la raccomandazione underperform. In mattinata  l’euro è al rialzo:  1,2524 nei confronti del dollaro. Il petrolio Wti scambia a 84,79 dollari il barile (+0,96%).  

Ma il centro della scena finanziaria resta occupato dalla crisi europea. I mercati hanno vissuto ieri una giornata positiva, sull’onda della speranza di interventi energici sul fronte delle banche, le vere protagoniste del rally. A Piazza Affari, l’indice FtseMib è salito dell’1,1%. Forte rialzo della Borsa di Madrid che ha messo a segno un rimbalzo del 3%. Parigi è salita dello 0,1%. E’ scesa invece la Borsa di Francoforte (-1,1%).  Ma, al  di là dell’andamento dei listini, reso meno significativo dalla chiusura della City ieri ed oggi  per la festa del Giubileo della Regina, l’attenzione è concentrata sul pressing nei confronti della Germania.   

“I mercati rimangono scettici sul fatto che le misure fino ad ora decise siano sufficienti per assicurare la ripresa in Europa ed eliminare il rischio che la crisi si intensifichi. Per questo crediamo ovviamente che debbano essere compiuti ulteriori passi”. Sono le parole, insolitamente esplicite, del portavoce della Casa Bianca Jay Carney, che ha aggiunto che “senza dubbio la situazione europea crea problemi per l’economia globale e quindi per quella americana”.

Nelle stesse ore il presidente della Commissione Ue Jose’ Barroso ribadiva alla cancelliera tedesca Angela Merkel la necessità di interventi rapidi, in attesa di passi in avanti sugli sviluppi politici a lungo termine che la Germania ritiene prioritari. In particolare, urge dare poteri al Fondo permanente salva-Stati affinché possa ricapitalizzare direttamente le banche. Fra le ipotesi circolate c’è quella creare un’autorità centrale europea per la gestione delle finanze e maggiori poteri per la Commissione, il Parlamento e la Corte di Giustizia europea.

La Merkel sarebbe anche a favore di un approccio coordinato per la riforma del mercato del lavoro, della previdenza e del fisco. Sarebbero queste le condizioni poste da Berlino per valutare ipotesi quale l’emissione di obbligazioni congiunte o un’unione bancaria con garanzie sui depositi ‘cross-border’.

Alto capitolo rovente: la Grecia. L’oracolo S&P prevede almeno una possibilita’ su tre che Atene esca dall’eurozona nei prossimi mesi come possibile conseguenza delle elezioni del 17 giugno. Secondo l’agenzia di rating statunitense l’uscita dall’euro sarebbe determinato da un ‘no’ greco alle riforme richieste dalla troika – formata da Commissione Ue, Bce e Fondo monetario internazionale – e dalla conseguente sospensione del sostegno finanziario esterno da parte dell’Europa. Tale situazione – continua l’agenzia – danneggerebbe seriamente l’economia greca e la sua posizione fiscale nel medio termine portando ad un probabile ulteriore taglio del rating.

In questa cornice sono migliorate le quotazioni del Btp decennale: il rendimento è sceso di 20 punti base al 5,63% (dal 5,83% di sabato), spread in calo a 441 (-26 punti base). Complice la chiusura della piazza di Londra, il secondo Btp Italia ha avuto una partenza più lenta del previsto. La prima giornata dell’offerta  si e’ chiusa con sottoscrizioni pari a poco piu’ di 218 milioni di euro. Il titolo potra’ essere sottoscritto fino a giovedi’ prossimo 7 giugno. In occasione della prima emissione del Btp Italia nel primo giorno di collocamento, 19 marzo scorso, furono sottoscritti titoli per 1,56 miliardi di euro.    

In Europa l’indice Stoxx del settore bancario è il migliore, in rialzo dell’1,1%. La francese BnpParibas è salita del 3,8%. A Madrid le due principali banche spagnole, BbvaSantander , hanno guadagnato rispettivamente il 4,3% e il 4,9%. In Piazza Affari Unicredit  è salita del 4,4%, Intesa  +5,7%, Banco Popolare +5%, Ubi +4,8%, Popolare Milano +3,5%, MontePaschi  +2%.

Il cambio al vertice delle Generali, dove Mario Greco sta per insediarsi (staffetta entro fine mese)  come amministratore delegato al posto dello sfiduciato Giovanni Perissinotto, ha spinto  il titolo in rialzo del 2,2%. Mediobanca, primo azionista di Generali, è salita del  2,3%. Sono avanzate sia Fondiaria Sai +1,4%, sia Milano Assicurazioni  +7,8%, Oggi il cda di Unipol deciderà in merito ai concambi proposti mentre a breve è atteso anche il parere della Consob sull’Opa per la Milano assicurazioni.

La proposta inviata dal gruppo Fonsai a Unipol per l’integrazione ‘e’ semplificabile’. Questa la valutazione dell’a.d. di Unipol, Carlo Cimbri, dopo un lungo incontro con l’a.d. di Fondiaria Sai Emanuele Erbetta, accompagnato dal d.g. Piergiorgio Peluso. “La proposta e’ un po’ complessa. Oggi ce l’hanno spiegata. Domani c’è un consiglio di Unipol che la valuterà”, ha detto Cimbri aggiungendo di ritenere che la “proposta è semplificabile”.

A Milano come nel resto d’Europa ci sono state vendite sui titoli dell’industria, in particolare sul settore automotive (Stoxx del settore -1,9%). Forti preoccupazioni vengono dai segnali di rallentamento dell’economia in Cina: dopo che la settimana scorsa è stato diffuso il dato inferiore all’attese dell’indice Pmi dell’industria, ieri Pechino ha annunciato il Pmi dei servizi di maggio, sceso a 55,2 da 56,1 di aprile. A Francoforte Daimler  è scesa dell’1,4%, Volkswagen -2,9%. Fiat Industrial  è arretrata del 2,8%, ma Fiat  è salita dello 0,1%.Pirelli  ha perso l’1,8%, Prysmian -1%. Positiva StM , in rialzo del 2,4%. Contrastati i titoli del settore petrolifero: Eni è scesa dello 0,1%, Saipem  -1%, Tenaris  -0,7%. Positive Enel +2,1% ed Enel Green Power  +2,6%, in rialzo anche Telecom Italia +1,3%.

Ha preso il via intanto l’avventura della nuova Edison targata Edf. La società, presideduta dal pdg di Edf Henry Proglio in prima persona, avrà in gestione tutti gli asset del gas di Edf tra cui la quota del 15% nel gasdotto South Stream e il rigassificatore di Dunkerque.

Riguardo all’eventualita’ di un delisting il numero uno di Edf ha puntualizzato: “Se sarà necessario, faremo ciò che ci chiederà la Consob, eventualmente tra qualche anno ricostituiremo il flottante per tornare in Borsa”. Nessun timore, da parte del manager transalpino, anche sul ruolo della Carlo Tassara, holding di Romain Zaleski, che in questi giorni starebbe considerando un ricorso al Tar contro il prezzo dell’Opa Edf: ‘Non e’ un problema nostro ha detto, delle due l’una. Se il prezzo e’ buono aderiranno se ritengono che possa salire nei prossimi anni, e dunque hanno fiducia nel nuovo management, tanto meglio”.

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