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I-com: startup energia decollano, così cambia il mercato

L’Osservatorio sull’Innovazione Energetica presentato da I-Com (Istituto per la Competitività) alla presenza dei principali operatori del mercato energetico fa il punto sulla crescita del mercato energetico in Italia e sulla nascita di nuove start up nel settore.

Un settore attraversato da molteplici cambiamenti e innovazioni tra cui, come rileva il presidente di I-Com Stefano da Empoli, spicca “La bidirezionalità. Lo sviluppo delle rinnovabili ha ormai ridisegnato i contorni del mercato dell’energia, creando centinaia di migliaia di piccoli produttori e gettando le basi anche per un consumo più consapevole, affidato all’innovazione” .

“Per non essere travolte dalle web company – prosegue il presidente di I-Com -, le utility nei prossimi anni dovranno concorrere non solo e non tanto sul prezzo (leva spuntata, visto che gran parte del prezzo si determina al di fuori dei rapporti commerciali con i clienti) ma su servizi sempre più sofisticati, eventualmente non solo energetici”.

L’osservatorio rileva inoltre anche gli aspetti quantitativi della diffusione di nuove imprese innovative nel settore, che rappresentano una misura affidabile dell’inversione di tendenza in atto sul fronte di competitività e sviluppo. Cresce, infatti, il numero delle startup energetiche in Italia, che a maggio 2015, sono 444, pari all’11,4% delle start-up totali contro le 368 del 2014. Il Nord Italia ne ospita il 59%, mentre il 22% è ubicato in Centro Italia e il 19% al Sud. Sud che, però, presenta una natalità crescente nel tempo (23,2% nel 2015 contro il 16,4% nel 2014).

La prima regione del Sud è la Campania, con 228 start up. La Lombardia è al primo posto della classifica generale con 850. Segue l’Emilia Romagna con 467 unità. Il dato sulla presenza pro-capite di nuove imprese mette in luce le province minori: ad esempio, Bergamo accoglie il 5% delle start up energetiche, pur ospitando solo l’1,8% della popolazione nazionale.

I servizi rappresentano l’ambito di attività più diffuso: l’88% (392 start-up) si occupa di ricerca scientifica e sviluppo. Le start-up energetiche dimostrano una capacità di sopravvivenza in linea o di poco inferiore al complesso delle altre start-up: a maggio 2015, il tasso di mortalità si attestava su un 7,5% (9% per le altre). Il tasso di natalità ha registrato picchi fino al 40% per le start-up energetiche attive in ambito industriale. Il settore dei servizi, più popolato in termini assoluti, vede invece la natalità al 20% circa; 

L’osservatorio I-Com contiene, inoltre, un sondaggio sugli orientamenti della popolazione italiana rispetto all’innovazione energetica. Tra i vari dati raccolti il più significativo è quello che indica che gli italiani intervistati sono favorevoli all’introduzione di nuove imposte per finanziare l’innovazione energetica, piuttosto che finanziarle attraverso la bolletta: la pensa così il 66,7% del campione (63,7% nel 2014).  

A cambiare, nel contesto attuale, sono alcuni trend importanti, soprattutto per quanto riguarda il consumatore e il suo approccio al mercato. Si diffondono, iad esempio, le forme di consumo condiviso: dai gruppi di acquisto alle energy community, i consumatori scelgono di mettersi insieme per spuntare condizioni più vantaggiose sul mercato;

Un’altra novità è rappresentata dall’Equity crowdfunding: in Italia è ancora agli inizi, ma esistono già 2 piattaforme dedicate al settore energia. Le potenzialità sono interessanti soprattutto per le start-up: il consumatore finanzia e diventa socio, l’azienda raccoglie capitali a costi ridotti e al contempo aumenta le ricadute economiche sul territorio, innescando processi partecipativi.

 Le utility sono destinate a trasformarsi da (semplici) fornitori di energia a (strutturati) provider di un ventaglio di servizi a crescente valore aggiunto. L’energia diventa così un piattaforma attraverso cui passano prodotti diversi, accessibili tramite App, comunicati attraverso i social network e fruibili anche attraverso iniziative di gamification.

“Le innovazioni sia nella produzione di energia che nel consumo sono, in tutti casi, sempre più interrelate con la difesa degli ecosistemi, il contrasto dell’inquinamento e la lotta al riscaldamento climatico” – osserva Antonio Sileo, direttore Ossevatorio Innov-E – “Temi che saranno al centro della Conferenza sul clima di Parigi 2015 e che sono ormai di diretto interesse dei non addetti ai lavori, oltre che di voci tanto autorevoli quanto ascoltate come quella di Papa Francesco”.

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Categories: Economia e Imprese