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Guerra Israele-Iran: Teheran minaccia l’Occidente e Netanyahu ribatte che “Teheran brucerà”. Colloquio Trump-Putin

FIRSTonline

È trascorsa un’altra notte di fuoco in Medio Oriente, con una nuova ondata di missili iraniani lanciati contro Israele e violenti raid dell’Aviazione israeliana su Teheran. Ormai è davvero guerra (anche se a distanza) tra Israele e Iran. Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno confermato di aver colpito il ministero della Difesa iraniano e una base missilistica sotterranea, con l’obiettivo dichiarato di neutralizzare le capacità nucleari del regime degli ayatollah. Colpiti anche due depositi di carburante.

I droni israeliani hanno preso di mira figure di spicco del regime iraniano e l’Idf ha rivendicato l’eliminazione di nove scienziati coinvolti nel programma nucleare. Secondo le forze armate, “la strada per Teheran è stata spianata”, con l’intera capitale iraniana nel mirino di bombardamenti sistematici. Gravi anche le conseguenze dei raid iraniani, con il sistema di difesa israeliano “Iron Dome” sempre più sotto pressione: almeno 8 morti e 200 feriti in Israele solo nelle ultime ore, con attacchi che hanno colpito duramente Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa. Tra le vittime anche un bambino di 10 anni.

Anche gli Houthi yemeniti hanno rivendicato attacchi contro Israele in coordinamento con Teheran. Le Idf hanno risposto tentando di eliminare a Sana’a Muhammad Abdel Karim al Ghammari, uno dei vertici militari del gruppo.

Tra le prime contromisure adottate da Teheran c’è stato il blackout totale di Internet, nel tentativo di impedire alla popolazione di informarsi e organizzarsi. Ma a poche ore dal blocco, Elon Musk ha annunciato l’attivazione del sistema satellitare Starlink sull’Iran, permettendo l’accesso alla rete (comunque non semplice) da parte dei cittadini.

La decisione è arrivata dopo l’appello dell’analista conservatore Mark Levin, che aveva invitato Musk a sostenere la rivolta contro il regime. Il patron di SpaceX ha risposto con un post su X: “The beams are on” (i raggi sono attivi). Un gesto dal forte peso politico: da un lato, un chiaro segnale di supporto a una possibile mobilitazione popolare contro gli ayatollah; dall’altro, un tentativo evidente di riavvicinarsi al presidente Trump, dopo i recenti contrasti tra i due.

Starlink era già stato usato con finalità geopolitiche in Ucraina, e ora torna a giocare un ruolo cruciale, permettendo ai cittadini iraniani di aggirare la censura e diventare parte attiva in un eventuale cambiamento interno.

Netanyahu: “Attacchi senza precedenti. L’Iran pagherà un prezzo altissimo”

Il premier Benyamin Netanyahu, nel messaggio di auguri a Donald Trump (ieri il presidente americano ha compiuto 79 anni) è stato chiaro Israele non si fermerà: “i piloti israeliani dai cieli sopra la capitale dell’Iran, infliggeranno colpi al regime che gli ayatollah nemmeno riescono a immaginare. Se non avessimo colpito, l’Iran avrebbe fornito armi nucleari ai suoi alleati terroristi. Questo è terrorismo nucleare”

Netanyahu ha confermato che l’Iran sta già pagando “un prezzo pesantissimo”, precisando che alti funzionari del regime starebbero già “preparando le valigie”. Il ministro della Difesa Israel Katz ha definito il leader iraniano “un dittatore che tiene in ostaggio il suo stesso popolo”, accusandolo di trasformare Teheran in un obiettivo per salvaguardare i propri progetti nucleari e poi il monito: “Se Khamenei continuerà a lanciare missili contro la nostra popolazione, Teheran andrà in fiamme“.

Il portavoce dell’Idf, Effi Defrin, ha dichiarato che le operazioni aeree continueranno a oltranza: “Non ci fermeremo finché il programma nucleare iraniano non sarà completamente smantellato”.

Khamenei nel mirino e minacce all’Occidente

Lo stesso leader supremo iraniano è diventato un possibile bersaglio. Un alto funzionario israeliano ha dichiarato al Wall Street Journal che “nessun obiettivo è escluso, nemmeno la guida suprema Ali Khamenei“, confermando l’intenzione di colpire direttamente i vertici del potere iraniano se necessario per fermare lo sviluppo nucleare.

Una linea che ha provocato la reazione immediata di Teheran: il governo iraniano ha minacciato apertamente Stati Uniti, Regno Unito e Francia, affermando che qualsiasi loro coinvolgimento nella difesa di Israele “porterà a colpire direttamente le loro basi militari in Medio Oriente”.

Trump e Putin: “Guerra tra Iran e Israele deve finire”

Nel pieno dell’escalation tra Israele e Iran è intanto arrivata una nuova conversazione telefonica tra Vladimir Putin e Donald Trump nella quale, secondo quanto riferito dal Cremlino, “non hanno escluso un ritorno al negoziato sul programma nucleare iraniano”.

La Casa Bianca ha confermato il colloquio, spiegando che Putin ha telefonato a Trump anche per fargli gli auguri di compleanno. “Il presidente Putin mi ha chiamato questa mattina per farmi gentilmente gli auguri di compleanno, ma soprattutto per parlare dell’Iran, un Paese che conosce molto bene. Ne abbiamo parlato a lungo, ha spiegato il presidente americano in una nota, “Lui ritiene, come me, che questa guerra tra Israele e Iran dovrebbe finire. Al che gli ho spiegato che anche la sua guerra dovrebbe finire”.

Il riferimento è alla guerra in Ucraina. Secondo il consigliere per la politica estera del Cremlino, Iuri Ushakov, “la Russia ha espresso la sua disponibilità a proseguire i negoziati con gli ucraini, come concordato, dopo il 22 giugno”. Trump avrebbe “preso atto di questa informazione” e ribadito “il suo interesse per la più rapida conclusione del conflitto russo-ucraino”, ha aggiunto Ushakov.

Washington si smarca: “Nessun intervento diretto”

Gli Usa comunque si smarcano dal conflitto in Medio Oriente. Mentre gli Stati Uniti continuano a sostenere Israele nella difesa da attacchi aerei, navali e terrestri, come riportato dal WSJ, infatti, l’amministrazione Trump ha fatto sapere, secondo fonti Axios di non voler entrare direttamente nel conflitto nonostante la richiesta di Israele. Fonti citate dalla Cnn precisano che gli attacchi israeliani sono destinati a durare “settimane, non giorni”, e che Washington è a conoscenza e implicitamente favorevole alla strategia, pur auspicando un ritorno ai negoziati.

Il presidente Trump ha comunque dichiarato, in un post su Truth Social, che “l’esercito americano risponderebbe con una potenza mai vista prima” a qualsiasi attacco diretto contro gli Stati Uniti, ma ha anche ribadito che un accordo tra Iran e Israele “è ancora possibile”.

Intanto, la Gran Bretagna ha iniziato a schierare jet militari in Medio Oriente e anche la Francia monitora la situazione. La Giordania ha chiuso il proprio spazio aereo dopo il passaggio di diversi missili e droni, mentre il prossimo round di colloqui sul nucleare in Oman è ufficialmente saltato.

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