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Golf, weekend di sfide a squadre: l’Europa sfida Uk e Irlanda con Manassero e Molinari

Per il golf è il momento di fare squadra: a Parigi l’Europa continentale sfida la Gran Bretagna e l’Irlanda nel Seve Trophy by Golf, mentre in Ohio gli Stati Uniti scendono in campo contro il resto del mondo (non Europa) per la President Cup. Dalle nove della mattina a mezzanotte gli appassionati di questo sport possono seguire in tv gli incontri che ritengono più interessanti dall’una all’altra parte del globo e parteggiare per le squadre preferite. Niente a che vedere con la Ryder Cup sia chiaro, nulla a che fare con la competizione e il tifo sfrenato della sfida clou delle gare golfistiche. Si tratta di due di palliativi di ottimo livello però, che si disputano nell’anno orfano di Ryder, notoriamente appuntamento biennale.

Sono competizioni ancora giovani, visto che la President Cup è alla sua decima edizione e il Seve Trophy all’ottavo incontro, confronti dal risultato finora prevedibile, poiché sull’uno e sull’altro fronte i vincitori sono stati quasi sempre gli stessi (States, britannici e irlandesi). Nel 2013 però i pronostici sembrano più difficili.

Nel team continentale, guidato da José Maria Olazabal, l’Italia porta i suoi golfisti di punta, Matteo Manassero e Francesco Molinari, a completamento di una squadra formata da giocatori del calibro di Thomas Bjorn; Gregory Bourdy; Nicolas Colsaerts; Gonzalo Fernandez Castano; Mikko Ilonen, Miguel Angel Jimenz: Joost Luiten, Thorbiorn Olesen.

Sul fronte opposto, capitanati da Sam Torrance, scendono in lizza Paul Casey; Jamie Donaldson; Stephen Gallacher; Tommy Fleetwood; Scott Jamieson; Simon Khan; Paul Lawrie; David Lynn; Marc Warren; Chris Wood.    

All’appello mancano, purtroppo, i nomi europei più importanti, molti dei quali “isolani”: Rory McIlory, Ian Poulter, Justin Rose, Graeme McDowell (causa matrimonio), Lee Westwood, Luke Donald. Ma anche qualche continentale di “lusso”: il campione Fedex, Henrik Stenson, o i due eroi di Ryder Sergio Garcia e Martin Kaymer. Sono assenze, anzi voragini che rischiano di far precipitare l’audience e gli sponsor e che stanno suscitando critiche feroci, tanto più che la gara è intitolata a Severiano Ballesteros, il campione spagnolo nel nome del quale l’Europa ha vinto la Ryder 2012. Ma il  divismo ha il suo prezzo e questo appuntamento risulta un po’ schiacciato fra i Playoffs e il gran finale del tour europeo che comincia fra qualche settimana. Per il golf italiano comunque è una bella occasione, tutta da seguire soprattutto per vedere come se la cava Manassero in questo tipo di competizione, nella speranza di trovarlo in squadra con Francesco per la Ryder 2014. 

Passando alla President Cup: in casa americana tutti hanno risposto all’appello. Al Muirfield Village Golf Club di Jack Nicklaus, sono pronti a impugnare ferri e bastoni i numeri uno del tour, guidati dal capitano Fred Couples: in prima fila Tiger Woods, appena nominato dai suoi colleghi giocatore dell’anno; a seguire Phil Mickelson; Jason Dufner; Matt Kuchar; Brandt Snedeker; Keegan Bradley; Steve Stricker; Bill Haas; Hunter Mahan; Zach Johnson; Webb Simpson; Jordan Spieth (roockie of the year). 

E anche dall’altra parte della barricata il team è di grande prestigio, forse il più duro da battere per gli Usa in tanti anni. Sotto l’ala di Nick Price troviamo il campione Masters Adam Scott e poi Jason Day; Charl Schwartzel; Ernie Els; Louis Oosthuizen; Hideki Matsuyama; Brandon Grace; Graham DeLaet; Richard Sterne; Angel Cabrera; Brendon de Jonge; Marc Leishman.

La novità di cui si parla di più in questi giorni è il fatto che Tiger non gioca in coppia con lo storico amico e collega Steve Stricker. Niente di personale, probabilmente, dopo la deludente prestazione all’ultima Ryder, i due hanno deciso di prendersi una pausa di riflessione.

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