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Golden share, Terna chiede approfondimenti

Golden share: Terna chiede approfondimenti, Finmeccanica chiede tempi più lunghi per l’esercizio dei poteri, mentre Enel dà il suo ok. In commissione Finanze della Camera si sono susseguite le audizioni sul decreto (nato a fronte di una procedura d’infrazione della Ue nei nostri confronti) che disciplina i poteri speciali attribuiti allo Stato nell’ambito delle società privatizzare nei settori della difesa, della sicurezza, dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni.

Per Terna il provvedimento è ok, ma occorre approfondire tre questioni. Le ha indicate il direttore public affairs, Giuliano Frosini:

1) le sovrapposizioni. Terna infatti potrebbe rientrare sia tra gli asset strategici di difesa nazionale sia tra quelli del settore energia e “avere doppi obblighi sarebbe molto preoccupante”, perché porterebbe ad una “sovrapposizione con un impatto sull’attività ordinaria”.

2) Va approfondito il punto sulla “non esclusione esplicita tra operazioni infragruppo”.

3) La notifica delle operazioni. “Non c’è una soglia per la notifica di singole
operazioni. Si rischia così di notificare anche lo smontaggio di un traliccio”, ha fatto notare Frosini. In conclusione: il decreto “è molto apprezzabile ma c’è il rischio di appesantimento delle attività”.

Ok anche da parte di Finmeccanica, che tuttavia indica la necessità di allungare i termini per l’esercizio dei poteri speciali del governo. È la posizione espressa nell’audizione da Sergio Carbone, advisor legale dell’azienda. “Siamo favorevoli al provvedimento adottato e agli emendamenti emersi. Abbiamo indicato solo l’esigenza che i termini per esercitare i poteri speciali da parte del presidente del Consiglio, non siano 15 giorni ma 60 giorni”.

Quanto a Enel, dà una valutazione “sostanzialmente positiva” del decreto sulla golden share, che “riesce a superare l’incertezza che c’era finora”. Quanto all’eventuale inserimento di Enel sia nella fattispecie della sicurezza nazionale che in quello dell’energia, Claudio Sartorelli, segretari del Cda del gruppo elettrico, ha detto che si tratta di “una valutazione rimessa al governo, è una scelta che spetta all’esecutivo”.

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