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Giuseppe Mattiazzo, ad di Expo Venice: “Più di 10 mila visitatori in poche settimane”

Si è aperta lo scorso 3 maggio l’esposizione internazionale dedicata all’acqua, collaterale e patrocinata da Expo Milano 2015 e che resterà aperta fino il 31 ottobre prossimo la cui presidenza è stata affidata a Cesare de Michelis con direzione artistica di Davide Rampello.
Un padiglione coperto di 14.mq più altre superfici esterne per un totale di 50 mila mq di area espositiva complessiva.
Acquae Venezia 2015 presenta un percorso interattivo tra i diversi temi legati all’ambiente, all’agricoltura e all’industria, alla salute e al benessere, all’alimentazione, al tempo libero e al lavoro, ai cambiamenti climatici con un’esposizione di sei mesi tra maggio e ottobre. Aquae Venezia 2015, prevede sezioni di intrattenimento a cui affiancano aree istituzionali e di edutainment, di carattere artistico, culturale e scientifico.
Il nuovo Pala ExpoVenice riprende nella forma architettonica l’antica moneta aurea veneziana “Redonda“. E’ stato realizzato con materiali e tecnologie d’avanguardia quali alluminio, legno e cemento, ed è rivestito interamente con pannelli di legno fonoassorbente per permettere di ospitare all’interno della struttura, oltre ad esposizioni ed eventi, anche futuri concerti.

Chiediamo a Giuseppe Mattiazzo, AD di Expo Venice a 15 giorni dall’inaugaurazione, quali sono le attese dei prossimi mesi.
Abbiamo superato i 10 mila visitatori e questo è un segnale importante che ci conforta e che ci fa pensare che il progetto risulta interessante, infatti ogni giorno si arricchisce di momenti ed eventi di grande importanza che ci consentirà di crescere.

Chi è il vostro pubblico?
Di ogni genere, famiglie, scuole, singoli e diversi turisti ma in modo significativo un pubblico tecnico-scientifico.

Come dialogate con le strutture esterne per l’incentive?
Abbiamo fatto con tutti gli alberghi una convenzione, che consente ai loro clienti di visitare Aquae a condizioni speciali e già abbiamo riscontrato un interesse, copriamo l’area veneziana in primis ma anche le aree marittime e dell’entroterra veneto. Inoltre è possibile raggiungerci da Venezia con la massima comodità, con autubus che partono da piazzale Roma ogni 4/5 minuti con un biglietto scontato ad euro 1,30. Sicuramente il turismo estivo che arriverà nel Veneto costituirà un incremento delle visite.

Qualche altra convenzione?
Certamente, con le Università proprio per le tematiche scientifiche che vengono affrontate nei diversi momenti che vengono organizzati. Ma ci saranno anche altre iniziative proprio per condividere con i giovani momenti di incontro.

L’area Esterna appena aperta, si presenta come un grande paesaggio lunare dove al momento sono scesi i primi visitatori: Sei Artisti veneti, con una unica incursione francese, riunitisi in Gruppo per l’occasione con la denominazione “Ammantate Stelle”, che hanno interpretato il tema: “Dieci grandi Fiumi”. Spunto fornito dal curatore artistico Davide RAMPELLO, per rappresentare all’esterno del Padiglione AQUAE Venezia 2015 il tema dell’ACQUA.

Il Parco Sculture è costituito da 10 installazioni realizzate da Bertrand  BARACHIN, Andrea Zelio BORTOLOTTI, Gianfranco COCCIA, Giampietro CUDIN, Guido DRAGAN, Carla RIGATO. Il progetto è stato coordinato dall’Urbanista padovano Matteo Giovanni CUDIN.

La prima scultura che troviamo lungo il percorso è l’opera intitolata la  “Madre dei Fiumi” di Andrea Zelio BORTOLOTTI (acciao zincato h.4 x1,5×1,5 m), una figura armonica con il capo eretto e che raccoglie l’acqua che cade dal cielo allungando le sue braccia per poi portarla ai fiumi che la raccolgono. Dalle sue forme rotonde nasce una musica che racchiude il senso della vita, della speranza e dell’aiuto verso tutti i popoli del mondo.

La seconda sempre di Andrea Zelio Bortolotti: “Il Gange” (acciaio verniciato h.4×1,5×6,5 m), un’opera che accoglie la dolcezza di un fiume che percorrere lentamente il suo lungo tratto verso l’Oriente. La sinuosità di questa scultura è un omaggio alla sacralità di questo fiume.

Il “Mississipi” (acciaio erniciato h.3×1,2×1,2) è opera di Gianfranco Coccia, si impone in un movimento verticale, di colore rosso, imponente e severo, che “padre delle acque” sa poi definire il carattere dei suoi affluenti, figli irrequiti che si calmano nel suo immenso letto.

Il “Danubio” di Bertrand Barachin (acciaio e plexiglas 3x3x1,5) lo specchio di una donna che si fa accompagnare dall’acqua quasi dormiente, il suo carattere si confonde con la trasparenza, quasi non toccata dalle onde che la cullano, un’opera elegante e sinuosa che gioca con il vento e diventa complice come una figura femminile che si fa corteggiare.

Il “Nilo” di Cudin e Zelio (acciaio e dischi vetro h.3×1,2x,12), rappresenta una stele che omaggia l’artista Licata, componenti inseriti con un richiamo all’egitto e allle sue mitologie. La sacralità espressa in una forma piramidale per un fiume composto dal “bianco e dall’azzurro” che tocca le sponde che narrano la vita degli Dei.

Il “Volga” di Giampiero Cudin (acciaio lavorato h.2,5×1,2×4,5), l’opera sembra una immensa scala dove le onde si rincorrono in un movimento perfetto dall’alto verso il basso. Il tutto fa immaginare un infinito gioco tra cielo, acqua e terra, un rincorrersi di armonie che giocano e narrano la loro storia. La suggestione del silenzio nè fa dell’opera una sorta di complicità con il tempo.

Il “Giordano” di Giampiero Cudin (cotto h.1,2×2,2,5) una serie di crogioli provenienti dalle fornaci del vetro di Murano, posti come una seguenza di onde colorate per differenziare la differenza dei popoli. Un gioco cromatico che corre sul letto di un fiume dove fu battezzato Gesù.

Il “Rio delle Amazzoni” di Guido Dragani (pietra h.3×1,2×1,2), un’opera solcata dall’acqua  come un pensiero ripiegato su sè stesso: gli uomini tendevena a rifugiarsi nelle insenature lasciate dall’acqua per trovare rifugio e protezione dall’incurie del tempo ed è così che i solchi dell’acqua diventano le culle del pensiero umano.

Il “Colorado” (acciaio cromato h.5,5×1,5×1,5) di Carla Rigato, una serie di elementi che si innalzano al cielo volti a raccogliere le acque della pioggia per poi farle scendere e dar vita alla vita. La composizione fa pensare ad uno strumento musicale, una sorta di arpa dove il fruscio dell’acqua che scende crea una melodia che poi si placa nello specchio del fiume che porterà al grande mare.

Infine nel centro dell’area “Parco delle Sculture” troviamo l’opera che accomuna tutti gli artisti, realizzate con un unico e comune pensiero artistico: Il Fiume Giallo, un filare di tre bricole legate con corde sottoposte alle intemperie del tempo e una distesa che viìuole indicare la direzione verso sud, verso l’infinito oriente. In essa una scritta “Tu che dai nel giorno come prato e riposi dentro l’abbraccio di un salice silente. Tu che fai della notte una culla per stelle cadenti. Tu che ti fai oceano per i miei fiumi – Lei Tu”

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Categories: Cultura