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Giro d’Italia: Visconti, bis da campione a Vicenza

In attesa delle sentenze finali, la prima delle quali affidata fin da oggi alla crono in salita di Polsa, il Giro restituisce al ciclismo italiano un corridore rinato: questo è la bella storia di Giovanni Visconti, dalla più profonda depressione a una doppietta esaltante, con due assoli, il primo sul Galibier tra il nevischio e il gelo, il secondo ieri sul traguardo di Vicenza, tra il calore della folla finalmente sotto il bel sole di maggio. Una vittoria maturata sull’ascesa di Crosara, unica difficoltà della giornata, trampolino di lancio ideale prima della picchiata sull’arrivo: qui Visconti riusciva dove invece falliva Di Luca, allungando via dal gruppo dei migliori e andando a riprendere Rubiano Chavez, l’ultimo dei sopravvissuti dell’unica fuga andata in scena in una tappa filata via liscia come l’olio per la maglia rosa Nibali.

La salita di Crosara, sia pure pedalabile, serviva a scremare il plotone eliminando soprattutto Cavendish, gran favorito allo sprint, che sognava di fare la cinquina. Al campione inglese non resta che la tappa finale di Brescia per centrare la prestigiosa “manita”. Visconti è stato bravo a scattare e a resistere alla rincorsa dei rari velocisti (ad esempio Modolo) che non si erano persi nelle retrovie della corsa. A dargli la caccia c’erano però anche gli uomini di classifica che puntavano a incamerare preziosi secondi di abbuono, come Cadel Evans, il rivale più vicino in graduatoria per Nibali, in lizza anche per la maglia rossa attualmente sulle spalle di Cavendish. Archiviata Vicenza, il Giro si accinge al grann finale. Nibali promette una crono da leader dopo aver incassato l’ammirato giudizio di campione completo da parte di Miguel Indurain, uno che di Giri se ne intende avendone vinti due oltre a cinque Tour.

Lo Squalo dovrà guardarsi soprattutto da Evans che finora ha corso al coperto attendendo il momento più opportuno per fare l’imboscata. Due anni fa proprio nell’ultima cronometro l’australiano seppe strappare la maglia gialla e il Tour ad Andy Schleck. C’è poi Uran Uran, un nome che sa di battaglia ma che dopo l’exploit sul Montasio non ha più dato notizie di sé se non per la deludente prestazione sullo Jafferau. Il colombiano, però, più che sulla crono di oggi, dovrebbe puntare sui due tapponi di montagna, neve permettendo, per risvegliarsi.

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