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Giro d’Italia – Non c’è volata senza caduta: a Montecatini vince Ferrari

Mattew Goss, prima della partenza, deve avere osservato attentamente l’ultimo chilometro della Assisi-Montecatini, tappa per velocisti come lui, la più lunga con i suoi 258 km: con i segni ben visibili della paurosa caduta dell’altro giorno a Frosinone, l’australiano, il più forte sprinter in circolazione dopo Mark Cavendish, ha preso atto che gli organizzatori del Giro, pur prevedendo una probabile volatona, vi avevano piazzato, imperterriti nel cercare il brivido, non una ma ben due curve, la prima molto difficile a 600 metri, poi una seconda a 350 metri. Così Goss, fin da Assisi, quasi avesse una premonizione, aveva scelto (e sperato) di non partecipare al rush finale. E ha fatto bene perché ancora una volta ecco l’ennesimo groviglio, la solita scena che si è vista con il suo carico di rischi e ferite a Herning, a Horsens, a Frosinone: Modolo con altri finisce sull’asfalto, Thomas sbaglia la curva bloccando la rimonta di Cavendish che però, almeno oggi, non va per terra. Cerca di trarre vantaggio dalla carambola il lituano Vaitkus che prova la volata lunga. Cavendish esce indenne ma perde potenza e non ce la fa centrare il decimo successo al Giro sul traguardo che nel 2003 vide la 42esima e ultima vittoria di Mario Cipollini. A vincere è Roberto Ferrari, lo sprinter italiano che con uno scarto improvviso da squalifica, aveva mandato per aria il campione del mondo britannico a Horsens. Secondo è Francesco Chicchi. Terzo Vaitkus. Cavendish è solo quarto, sufficiente però con i 15 punti incamerati a strappare la maglia rossa a Goss che oggi ha fatto il turista, badando più alla salute che alla classifica a punti, intruppato in un gruppo di ritardatari giunto al traguardo con oltre 10 minuti di distacco.

Chi non voleva fare il turista nella tappa dedicata a Gino Bartali, ma è arrivato a Montecatini, complice una caduta, con un inatteso distacco di 45” dal gruppo dei migliori regolato da Ferrari, è Frank Schleck, che già ieri aveva perso secondi preziosi e che ora in classifica è 23esimo a 2’11” da Joaquin Rodriguez sempre in maglia rosa. In un Giro che pare giocarsi sui secondi, vissuto dai protagonisti in un crescendo di tensione proprio perché nessuno di loro è un fuoriclasse capace di stroncare gli altri, il ritardo del fratello maggiore di Andy comincia a diventare pesante: una sorpresa per tutti perché Schleck, dopo una partenza svogliata, era entrato sempre più nel vivo tanto da essere gettonato tra i possibili vincitori della corsa rosa. Corsa che domani riparte da Serravezza, ai piedi delle Alpi Apuane, per andare a Sestri Levante, tappa breve di 155 km ma ricca di insidie soprattutto nella seconda metà del percorso con 4,5 km di ascesa all’8% a meno di 11 chilometri dall’arrivo.

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