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GIRO D’ITALIA – La maglia rosa all’italiano Malori e la tappa al colombiano Rubiano Chavez

Cavalcata solitaria del colombiano Rubiano Chavez, 26 anni, che vince la prima tappa sugli Appennini marchigiani da Urbino a Port Sant’Elpidio e maglia rosa passata dalle spalle del lituano Navardauskas (che si è perso per strada) a quelle di una promessa italiana, Adriano Malori, classe 1988, tricolore a cronometro, specialità di cui è stato anche campione under 23 nel 2008. A dargli il primato è stata la volata a quattro vinta per il secondo posto che gli ha regalato i 12” di abbuono determinanti a distanziare in classifica di 15” il polacco Michal Golas giunto terzo. Erano in molti ad aspettare qualche iniziativa da parte di Michele Scarponi, che marchigiano correva sulle strade di casa, ma il caldo improvvisamente esploso con temperature vicine a 30 gradi e la complessità della tappa, che con i suoi quattro passi – un primo assaggio di montagna – ha obbligato i ciclisti a scalare in un giorno circa 3mila metri, hanno consigliato il vincitore a tavolino del Giro dell’anno scorso a stare con il gruppo dei migliori senza troppo esporsi, anche perché tatticamente la Lampre, il team di Scarponi e Cunego, aveva tutto l’interesse a far lavorare le altre squadre, in particolare la Liquigas di Basso, dovendo proteggere la rincorsa di Malori verso la maglia rosa. Operazione riuscita anche se a vincere la tappa è stato Rubiano, colombiano di nascita ma che risiede nelle Marche. Per lui si tratta della più bella impresa della sua carriera, macchiata da una squalifica per doping essendo stato trovato positivo all’octopamina durante il Regio Tour dell’agosto 2008. Sospeso per due anni e mezzo, Rubiano, dopo il ricorso, si è visto accorciare la punizione a soli sei mesi. In questo 2012 si era già messo in luce al Trofeo di Laigueglia arrivando secondo.

Tappa che si è rivelata più difficile del previsto tanto da fare le prime vittime illustri tra i velocisti: si sono ritirati Thor Hushvod e l’americano Tyler Farrar mentre Lastras è finito all’ospedale con quattro costole rotte. Anche Mark Cavendish ha rischiato il “fuori tempo massimo” essendo giunto a 33’ 12” da Rubiano con l’ultimo gruppetto di ultra-ritardatari assieme a Tyler Phinney, la maglia rosa di Herning, fanalino di coda. Nessun scossone tra i cosiddetti favoriti per la vittoria finale del Giro, da Joaquin Rodriguez Basso, da Franck Schleck a Cunego e Kreuziger: sono arrivati tutti insieme in un gruppo di una cinquantina di unità a 1’51” dal vincitore Rubiano che essendo passato per primo sui quattro passi della giornata, ha conquistato, oltre il quarto posto nella classifica generale, anche la maglia azzurra di miglior scalatore. In attesa di domenica quando il Giro salirà a Lago Laceno, l’ascesa dove nel 1998 Pantani sofferse l’attacco dello svizzero Alex Zulle, domani altri passi appennici con partenza da Recanati e primo arrivo in salita a Rocca di Cambio.

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