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Giro d’Italia: Chaves vince sulle Dolomiti ma Nibali ok

La Colombia ha scoperto il Giro dai tempi di Lucho Herrera. L’ha vinto con Nairo Quintana, il condor delle Ande. Oggi può brindare anche al successo nel tappone dolomitico di Esteban Chaves, un fisico da colibrì che vola come un’aquila sui leggendari passi delle imprese dei grandi del passato, da Coppi a Pantani.

Sorride la Colombia mentre il Costarica non ha fatto in tempo a festeggiare la notizia della prima maglia rosa al Giro che Andrey Amador  l’ha già persa sui tornanti delle Dolomiti a favore dell’olandese Steven Kruijswijck. Ma quel che peggio per la Movistar è che non solo Amador ma anche il suo capitano, Alejandro Valverde è andato in tilt sul Valparola, l’ultimo passo della cavalcata sui Monti pallidi che ha terremotato la classifica del Giro. Anche se non è riuscito a tenere nel finale il passo di Chaves e di Kruijswijck, Vincenzo Nibali – quarto al traguardo a 37” dal vincitore – non può non essere soddisfatto nel vedere che Valverde è ora lontano da lui di quasi 2 minuti e mezzo e che anche Amador, Majka, Zakarin e Uran, pur non naufragando, hanno perso abbastanza terreno e molta baldanza.

Nessuno, a maggior ragione Valverde, è fuori definitivamente dai giochi ma lo Squalo, a questo punto, è sempre più il grande favorito di questo Giro anche se la corsa rosa ogni giorno si diverte, in una sorta di casting, a eliminare e roteare nuovi possibili antagonisti del campione italiano che adesso si trova in classifica secondo a 41” da Kruijswijck con 51” di vantaggio sul terzo che è Chaves: e oggi sono proprio loro, l’olandese che non ti aspetti e il piccolo colombiano dell’Orica GreenEdge, per un giorno re delle Dolomiti, i due personaggi che, dopo tante tappe vissute con i primi ma mai sotto i riflettori, vengono additati come gli ultimi due ostacoli sulla strada del secondo successo rosa di Nibali.

Già in questo pomeriggio domenicale i 10 km della cronoscalata all’Alpe di Siusi potranno essere una probante verifica dello stato di salute dello Squalo e dei due outsider, e perché no, anche di Valverde, l’irriducibile che a Corvara ha subito il primo grosso inciampo del suo Giro, arrivando 11esimo al traguardo assieme a Pozzovivo a 3 minuti esatti da Chaves che ha preceduto in volata Kruijswjick. Atteso e temuto il tappone dolomitico non ha tradito le aspettative in uno scenario naturale unico al mondo: sei colli da leggenda, 5500 metri di dislivello da superare non potevano non fare selezione e ritardi d’altri tempi. Bob Jungels, il lussemburghese di nuovo in rosa 57 anni dopo Charly Gaul, pur difendendosi con coraggio,  ha perso quasi 6 minuti e mezzo. Naufragati a oltre mezz’ora di ritardo Ulissi e Brambilla,  due nomi spesso alla ribalta in questo Giro.

Resa incondizionata anche per un vincitore del Giro come Ryder Hesjedal che era 14esimo in classifica. Ritiro per Mathias Brandle, l’austriaco ex recordman dell’ora, maglia nera del Giro. Ha abbandonato pure Arnaud Démare, l’ultimo velocista straniero di razza ancora in corsa dopo l’uscita di scena senza alcun motivo di Kittel e Greipel. Straordinari funamboli quando si impongono per forza e coraggio nelle mischie delle volate, vederli pedalare in salita come cicloturisti è come vedere recitare Rocco Siffredi vestito. Il Giro, che entra nell’ultima sua settimana, può fare a meno di questi interpreti. L’importante è che recitino da protagonisti aquile, colibrì e soprattutto lo Squalo.

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Tags: Ciclismo