X

Giro d’Italia al via: duello Nibali-Quintana ma spunta il doping

Da oggi per tre settimane è “fight for pink”, lotta aperta per una maglia rosa. Da Alghero parte oggi, venerdì 5 maggio,  la centesima edizione del Giro d’Italia, l’evento sportivo che dal suo esordio, quel lontano mattino del 13 maggio 1909 con vittoria finale di Luigi Ganna, è diventato negli anni un viaggio dentro la vita e i costumi del nostro Paese, l’unica manifestazione che davvero unisce un popolo intero, da nord a sud, nella passione per i campioni delle due ruote. Un percorso di 3609 km che riporta il Giro in Sardegna e in Sicilia, prima di risalire lo stivale fino alle Alpi e alle Dolomiti, toccando città e montagne che hanno la forza evocativa di campioni che hanno fatto la storia del Giro: dal Block Haus dove si rivelò il primo Merckx a Oropa e Pampeago, dove Pantani vinse come lui solo, il pirata, sapeva fare; dallo Stelvio e da Castellania che ricordano le imprese e il paese natio di Coppi al Mortirolo, montagna che gli organizzatori hanno deciso di dedicare a Michele Scarponi, l’aquila di Filottrano che avrebbe dovuto partecipare da capitano dell’Astana, morto tragicamente il 22 aprile scorso. 

Ventuno tappe, due cronometro per complessivi quasi 70 km, sei frazioni per velocisti, otto di media montagna, cinque per autentiche aquile: assenti tra i big delle corse a tappe Froome e Contador,  al palo per problemi di salute anche Aru, dirottati verso il Tour Esteban Chaves e Alejandro Valverde, rispettivamente secondo e terzo l’anno scorso dietro Nibali, il duello per la maglia rosa  n.100 dovrebbe restringersi tra Nairo Quintana, superfavorito dai bookmakers che lo danno a 2, e Vincenzo Nibali, quotato   6, che parte oggi per Olbia con il numero 1 sul dorsale dopo il suo secondo trionfo al Giro nel 2016. Le salite che dovranno affrontare i corridori, terribili quelle dell’ultima settimana di corsa, ma niente affatto morbide le altre disseminate nella parte iniziale e centrale del Giro, dall’Etna alla quarta tappa al Block Haus alla tredicesima, offrono a Quintana infinite occasioni per confermare la sua fama di “condor delle Ande”. Il colombiano, vincitore del Giro del 2014 e della Vuelta 2016, è stato a casa sua a preparare la corsa rosa dopo la puntata trionfale alla Tirreno-Adriatico: migliorato nella cronometro, pronto a sfidare anche Froome al prossimo Tour, Quintana ha tutte le carte per centrare il bis. Il suo avversario più temibile resta Vincenzo Nibali, che sogna il tris dopo la tanto sofferta quanto entusiasmante vittoria nell’ultima edizione. Lo Squalo scatta da Alghero con una condizione che sta migliorando di settimana in settimana, come ha dimostrato la sua vittoria al recente Giro di Croazia. 

Ma come ha dimostrato il Giro dell’anno scorso, con il colombiano Esteban Chaves e l’olandese Steven Kruijwijk a un passo da un clamoroso sgambetto rosa ai danni di Nibali, anche quest’anno non manca un ventaglio di possibili pretendenti al podio. Assenti da anni nei quartieri alti del Giro, i francesi sperano di interrompere il lungo digiuno con Thibaut Pinot, l’alfiere della Fdj al suo esordio nella grande corsa a tappe italiana: terzo al Tour 2014, quello vinto da Nibali, il transalpino è atteso tra i protagonisti sulle grandi montagne. Sfortunato un anno fa per aver compromesso il primato con una rovinosa caduta, quand’era maglia rosa, contro un muro di ghiaccio nella discesa dal Col dell’Agnello, Kruijwijk, gambe buone in salita che vanno forti anche nelle crono, sarà un cliente da tener d’occhio per chi vuol vincere il Giro. Altro tulipano sotto attenta osservazione è Tom Dumoulin, se trova continuità d’azione. Non c’è Chaves ma nei piani dell’Orica Scott si punta molto sull’esuberanza di un altro giovane debuttante nella corsa rosa, il britannico Adam Yates, quarto al Tour dell’anno scorso. E a un altro britannico Geraint Thomas, vincitore dell’ultimo Tour of the Alps, affida le speranze di un buon Giro il Team Sky, una corazzata al Tour grazie a Froome ma che al Giro da tre anni è un continuo flop: nel 2013 fu Bradley Wiggins, impaurito dalla pioggia fino a ritirarsi, a deludere le attese della vigilia che lo vedevano gran favorito dopo la trionfale stagionale 2012 culminata con la maglia gialla del Tour.

Nel 2014 il Team Sky non andò meglio con leader l’australiano Richie Porte, che abbandonò la corsa ai piedi delle Dolomiti. Fallimentare anche il 2015 con Mikal Landa, del tutto deludente dopo il bel Giro 2014 quand’era all’Astana e con Aru diede battaglia sulle salite a Contador. Ora Landa torna al Giro per aiutare – nei piani del Team Sky – Thomas ma il basco ha tutta l’aria di cercare, se lo intravede, una rivincita personale. Quel che sembra è che il Team Sky, finchè non convincerà Froome a correre il Giro, rischia figure magre più che successi. Lottare per la maglia rosa – non solo per la maglia gialla – farebbe bene anche all’immagine di Froome, un marziano fin troppo limitato al Tour, cui sembra poco importare che al Giro lo si ricordi solo per la squalifica subita nel 2010 alla 19esima tappa per essere stato sorpreso mentre si faceva trainare da una moto. Una figuraccia più comica che altro per un campione del calibro del britannico, certamente meno grave di quella che hanno fatto Stefano Pirazzi e Nicola Ruffoni, risultati positivi a una sostanza ormonale durante un controllo a sorpresa effettuato dall’Uci il 25 aprile. Un caso che scuote la vigilia del Giro e chela dice lunga sulla resistenza del ciclismo a uscire definitivamente dall’antica piaga della frequentazione delle farmacie proibite

Related Post
Categories: Sport