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Giro d’Italia: a Campiglio vince Landa, Contador sempre più rosa

A un certo punto sembrava una crono a squadre tanti erano gli Astana in fila indiana sulla salita verso Madonna di Campiglio. Al contrario Alberto Contador era rimasto senza compagni. Un gioco di squadra perfetto che, una volta isolata maglia rosa, si pensava finalizzato a preparare un attacco di Aru. Ma non è andata così anche se è stato il team kazako a vincere la tappa con Mikel Landa, spagnolo, 26 anni il 13 dicembre prossimo, bel grimpeur che ha perso un sacco di minuti nella cronometro di Valdobbiadene, altrimenti sarebbe in una posizione ancora migliore dell’attuale quarto posto a 4’46”. 

Anche Contador ha reso omaggio alla bravura del connazionale: “Non si può inseguire tutti, ma se avessi potuto – ha detto con onestà il Pistolero in rosa – mi sarebbe piaciuto vincere. Comunque va bene cossì, ho controllato Aru guadagnando anche un’altra manciata di secondi”. In effetti è stato proprio Contador, quando il drappello di testa si era ridotto a un sestetto, a dare battaglia replicando a uno scatto di Landa: la maglia rosa guadagnava qualche decina di metri ma non riusciva però a fare il vuoto perché Aru, con uno orgoglioso sforzo, ricuciva il buco trascinandosi dietro Trofimov mentre il costaricano Amador e l’olandese Kruijswijk rimanevano più indietro. 

A 2 chilometri dall’arrivo era la volta di Aru a provarci, poi ritentava lo scatto Landa, ma Contador faceva buona guardia. All’ultimo chilometro scappava quello che fin lì non si era mai mosso: sembrava fatta per Yuri Trofimov ma il russo non ha fatto i conti con un indomabile Landa che lo riagguantava negli ultimi cento metri precedendolo di 2”. Contador si accontentava del terzo posto guadagnando su Aru un secondo che sommato all’abbuono di 4” e ad altri 2” guadagnati al traguardo volante di Pinzolo portavano a 7” il bottino del Pistolero nella prima tappa dolomitica. 

Martedì dopo il riposo di oggi ci sarà un tappone con il Mortirolo e l’arrivo in salita all’Aprica. Contador giorno dopo giorno sta imponendo la sua legge allungando su Aru che ora è staccato di 2’35. Terzo è il sorprendente Amador a 4’19”; quarto Landa 4’46”; quinto il ceco Leopold Konig a 6’36”. Giro finito? Di certo per due dei quattro favoriti della vigilia, che ieri all’arrivo di Campiglio hanno accusato ritardi vertiginosi: per Porte la tappa è stata un penoso calvario, arrancando nelle retrovie fino a scomparire dai radar della corsa. 

E’ ricomparso sul traguardo quando erano passati oltre 27 minuti dall’arrivo di Landa. Un tracollo fisico e nervoso per il tasmaniano, che ora medita il ritiro, dopo tante peripezie sfortunate che però non giustificano una resa di queste dimensioni da parte di un corridore che quest’anno si era presentato al Giro con molte credenziali dopo le vittorie nella Parigi-Nizza, il Giro di Catalogna e il recente Giro del Trentino. Non è franato come Porte, ma da ieri è ormai fuori dei giochi anche Rigoberto Uran che, dopo la deludente crono di Valdobbiandene, ha sofferto non poco l’ascesa finale giungendo 34esimo con 8 minuti esatti di distacco. Ora il colombiano, vittima di una brutta caduta nell’autodromo di Imola, è scivolato dal quarto al 15esimo posto a 12’15” da Contador.

In attesa di ripartire domani da Pinzolo verso il Mortirolo e l’Aprica, il Giro fa sosta oggi nelle Dolomiti del Brenta. Sarà una giornata dedicata al riposo e al ricordo di Marco Pantani che a Campiglio in maglia rosa vinse l’ultima sua tappa al Giro e il mattino dopo cominciò la sua agonia umana.

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