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Generali, Greco se ne va in Zurich: il titolo perde il 3,1% in Borsa. Minali o Donnet al suo posto

Mario Greco “è indisponibile al rinnovo” del suo mandato di ad delle Generali, lascia la guida del Leone e dal primo maggio sarà il numero uno di Zurich Group. E’ stato lo stesso Greco a comunicarlo al presidente delle Generali, Gabriele Galateri di Genola, mettendo fine a una pioggia di indiscrezioni che circolava da tempo.

La notizia dell’uscita di Greco ha fatto perdere il 3,1% al titolo Generali in Borsa in una seduta di netta ripresa di Piazza Affari che ha guadagnato l’1,5% dopo i tormenti dei giorni scorsi.

Greco ha manifesto la sua disponibilità a restare alla testa di Generali fino alla prossima assemblea societaria di aprile ma non è detto che non maturi nei prossimi giorni una soluzione ad interim per il presidente Galateri per evitare conflitti d’interessi.

Quel che è certo è che la successione a Greco sarà per vie interne. Due i candidati più papabili per la guida del Leone di Trieste, entrambi con un solido curriuculum assicurativo alle spalle: o Alberto Minali, cinquantenne veronese e attuale cfo delle Generali o il francese Philippe Donnet, ad di Generali Italia molto sostenuto da Vincent Bollorè che lo ha voluto nel superadvisory board di Vivendi.

Se il cambio al vertice si assocerà a un nuovo progetto strategico della compagnia triestina è probabile che prevalga Donnet. Se invece si affermerà la necessità di rinnovare il vertice rinviando la definizione della futura strategia a quando i soci si saranno chiarite le idee, allora la scelta potrebbe cadere su Minali.

Quali sono le ragioni che hanno portato al clamoroso divorzio tra Greco e le Generali? A Piazza Affari circola una voce secondo cui Greco si sarebbe opposto a un progetto di consolidamento banco-assicurativo, caldeggiato dall’azionista Mediobanca, che avrebbe visto con favore un’aggregazione tra la compagnia di Trieste e Unicredit. Di questo progetto non si trova però alcuna conferma.

E’ più probabile che Greco abbia colto l’occasione di tornare alla Zurich, dove guadagnerà il doppio che a Trieste, dopo aver colto segnali di raffreddamento nei suoi confronti da parte degli azionisti che certamente soffrono per l’andamento delle Generali in Borsa e che di recente gli avevano prospettato la possibilità di introdurre un tetto a 60 anni d’età per l’ad rendendo così impossibile un terzo mandato per Greco o addiriittura di tornare all’infausta pratica degli incarichi annuali già invalsa in passato.

E’ su queste basi che è maturato il divorzio anche se le Generali, malgrado gli ondeggiamenti dei suoi maggiori azionisti, restano un colosso finanziario e uno dei pochi grandi gruppi davvero internazionali che l’Italia può vantare.

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