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Ftse Mib: Fonsai esce e crolla in Borsa. Attesa per riunione dei vertici con l’Isvap

Crolla del 5% Fondiaria Sai a 1,075 euro dopo aver toccato un minimo intraday a 1,037. E appesantisce gli umori di un listino già trascinato al ribasso dal pessimismo di Berlino sul vertice europeo di venerdì. Se tutti i titoli finanziari hanno virato in territorio negativo e anche le Generali perdono circa oltre il 2%, sul gruppo assicurativo pesano oggi però più fattori specifici. A partire dall’uscita dal paniere Ftse Mib che sarà effettiva da lunedì 19 dicembre e che dipende dalla revisione periodica degli indici. A sostituire Fonsai nel paniere che raccoglie le blue chip di Piazza Affari sarà Salvatore Ferragamo, che oggi sale dell1,95%.

C’è poi l’attesa per la complessa operazione di rafforzamento del patrimonio che passa per l’esito del confronto di oggi tra i vertici del gruppo e l’Isvap. Il piano predisposto da Fondiaria Sai prevede, accanto alle cessioni e all’affrancamento dell’avviamento, la creazione di un veicolo in cui far confluire le partecipazioni strategiche in Rcs, Mediobanca, Pirelli, Unicredit e Mps. Nella società veicolo entrerebbe poi al 40% il Credit Suisse. Ma il via libera da parte dell’Authority a quest’operazione è tutt’altro che scontato: secondo indiscrezioni l’Isvap non gradirebbe che Fondiaria Sai mantenga il controllo del veicolo pur facendo cassa. Non aiuta a far chiarezza l’emersione di un nuovo socio forte del 12,5% di Premafin, la holding quotata della famiglia Ligresti azionista di Fondiaria Sai con il 35,7%. Si tratta di Giancarlo De Filippo, professionista 73enne del Principato di Monaco, da sempre legato a Ligresti e trustee dell’Heritage Trust delle Bahamas, fondo fiduciario cui fa capo la partecipazione in Fondiaria Sai. “L’ingegner Ligresti e i suoi figli non sono i beneficiari del trust ed escludo in maniera categorica che ci sia un qualsivoglia legame tra i beneficiari del trust e la famiglia Ligresti – si è difeso oggi sulla stampa De Filippo -. Conosco l’ingegner Ligresti da più di 20 anni ma, sia per ragioni di riservatezza legate al mio mandato di trustee sia per evitargli comprensibili imbarazzi, non gli ho mai rivelato l’esistenza del trust. Fino alla comunicazione di lunedì né l’ingegnere né i suoi figli erano a conoscenza dell’esistenza del trust”.

Ma il nodo sulla società veicolo dipende anche dal fatto che non è detto che tale soluzione, che prevede la cessione di solo il 40% a Credit Suisse, sia sufficiente per riportare i coefficienti si solvibilità sui livelli di sicurezza. E anche per questo il parere dell’Authority potrebbe essere negativo. In questo caso Fondiaria Sai dovrà elaborare un piano alternativo per il rafforzamento patrimoniale e il mercato teme che all’orizzonte si possa profilare un nuovo aumento di capitale, nell’ordine si dice di 500 milioni. Il cda si riunirà per discutere di soluzioni alternative il prossimo 12 dicembre in un cda straordinario.

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Categories: Finanza e Mercati