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Fs-Anas, via libera a fusione. Mef ricapitalizza per 2,86 miliardi

Imagoeconomica

“Con l’ok dell’Antitrust Ue e la firma oggi al Mef si è chiusa l’operazione dell’integrazione del gruppo Anas in Fs”. Lo hanno annunciato i vertici di Fs e Anas Renato Mazzoncini e Gianni Vittorio Armani. Quello nato oggi è dunque, come era stato annunciato, un gruppo da 11,2 miliardi di fatturato e con taglio di costi programmato per 800 milioni. L’effettivo aumento di capitale sottoscritto dal Ministero dell’Economia è di 2,86 miliardi e ufficializza dunque la nascita del primo polo integrato di ferrovie e strade in Europa per abitanti serviti e investimenti.

“Abbiamo concluso l’operazione oggi, dopo aver atteso l’ok della Antitrust – spiega l’ad di Fs Renato Mazzoncini -. E’ evidente che non c’era conglomerazione perché entrambe le aziende sono e rimangono del Mef. Non posso nascondere la soddisfazione per questo risultato, che conferma la crescita del gruppo: non siamo ancora un gigante a livello europeo, perché al di là delle Alpi siamo visti come un player che cerca di recuperare una posizione importante. E non ci sono rischi di Anas trasferiti in Fs, come ho sentito dire, perché Anas non ha ha mai avuto il rischio costruzione, gestisce infrastrutture per conto del ministero delle finanze”.

Per il presidente di Anas Gianni Vittorio Armani, invece, l’operazione significa che “acquisiamo oggi un azionista in grado di investire sullo sviluppo dell’azienda: con il contributo di Fs si aprono orizzonti di investimenti che non avevamo prima, eravamo una azienda con il cappello in mano e un contratto di programma di 6 mesi. Ora per la prima volta abbiamo un contratto di programma con 33 miliardi di investimenti”. Per questo “si apre una pagina del tutto nuova per Anas, che punta su tecnologia nelle infrastrutture, sicurezza e su investimenti all’estero”.

Nel corso della conferenza stampa, Mazzoncini e Armani hanno fatto anche presente che l’ingresso dell’Anas nel Gruppo Fs permette di realizzare l’integrazione infrastrutturale prevista dal Piano industriale 2017-2026. Sarà possibile, infatti, ottimizzare i costi operativi e manutentivi delle reti, generando risparmi per almeno 400 milioni di euro nei prossimi dieci anni. L’obiettivo è potenziare gli standard di qualità e sicurezza della rete viaria e la manutenzione, a partire dalla vigilanza della sede stradale, dei viadotti e delle gallerie che su oltre 10mila km, dove le infrastrutture stradali e ferroviarie corrono in affiancamento, potrà essere effettuata in modo integrato dagli operatori di Rete Ferroviaria Italiana e Anas.

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Categories: Economia e Imprese