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First Republic bank: per salvare i depositi bancari Yellen vuole anche l’ok del Congresso. E il titolo crolla

Imagoeconomica

La situazione di First Republic Bank non è ancora per nulla chiara e il mercato lo ha recepito rispondendo con un nuovo calo delle azioni ieri. A dare il nuovo via alle vendite sono state le nuove dichiarazioni ieri, diverse da quelle del giorno prima, del Segretario del Tesoro Janet Yellen secondo cui non si può discutere di un’assicurazione per tutti i depositi bancari senza l’approvazione del Congresso degli Stati Uniti.
First Republic, le cui azioni hanno perso gran parte del loro valore da quando è iniziata la crisi bancaria negli Stati Uniti l’8 marzo, sta trattando con altri istituti bancari e società di investimento per possibili interventi, proprio come è accaduto con l’acquisizione da parte delle autorità di regolamentazione statunitensi della Silicon Valley Bank (SIVB.O) e della Signature Bank (SBNY.O) che erano state colpite dalla corsa agli sportelli da parte dei loro correntisti.
L’analista di Morgan Stanley Manan Gosalia, in un rapporto di inizio settimana, aveva fissato un prezzo obiettivo di 54 dollari per le azioni First Republic nel migliore degli scenari. Ma il titolo ieri ha chiuso a 13,33 dollari, con un calo del 15,5%. Lo scenario ottimistico si basava su un percorso in cui la Federal Deposit Insurance Corp (FDIC) assicurava tutti i depositi dei consumatori fino alla fine della crisi bancaria, innescando un ritorno della maggior parte dei depositi dei clienti, secondo il rapporto. Ma le ultime dichiarazioni di Yellen cambiano di nuovo lo scenario.

La speranza di assicurazione per i correntisti è stata ridimensionata da Yellen

Questa speranza invece è stata ridimensionata ieri, dopo che Yellen ha dichiarato, in un’audizione alla Sottocommissione per i Servizi Finanziari del Senato degli Stati Uniti, che non stava prendendo in considerazione una tale mossa senza l’approvazione del Congresso e che stava esaminando i rischi delle banche caso per caso. “Non ho preso in considerazione né discusso nulla che abbia a che fare con assicurazioni globali o garanzie sui depositi”, ha detto. Invece il giorno prima la stessa Yellen aveva detto di essere pronta a intervenire per proteggere i depositanti delle banche statunitensi più piccole che hanno subito una fuga di depositi, il che minaccia un ulteriore contagio.
Secondo R.J. Grant, responsabile del trading di Keefe, Bruyette & Woods, le dichiarazioni di ieri di Yellen hanno influenzato tutti i titoli bancari regionali. “Yellen ha sicuramente usato un tono diverso. C’era la sensazione che dietro le quinte di Washington si parlasse di proteggere i depositanti”, ha detto Grant.

Il fondo svedese Alecta ha ceduto in perdita la sua intera quota in First Republic bank

Non sono pochi coloro che si stanno muovendo per salvarsi in qualche modo. Per esempio, Alecta, il più grande fondo pensione svedese, ha comunicato di aver venduto il 15 marzo l’intera quota in First Republic Bank, pur registrando una perdita di 7,5 miliardi di corone svedesi, pari a circa 680 milioni di euro. “L’incertezza sul futuro della banca era troppo grande, in parte a causa del fatto che il rating dell’istituto è stato tagliato a spazzatura”, ha detto il ceo, Magnus Billing a Bloomberg.
Alecta, che aveva iniziato ad acquistare azioni di First Republic nel 2019, era il quinto più grande azionista della banca. Il fondo pensione, che gestisce i risparmi di 2,6 milioni di svedesi, era già sulla graticola per aver perso 1,1 miliardi di dollari investendo in Svb e Signature.

Jp Morgan in prima linea con altre 11 banche per iniettare capitali

L’amministratore delegato di JPMorgan (JPM.N) Jamie Dimon si è incontrato mercoledì con Lael Brainard, direttore del Consiglio economico nazionale della Casa Bianca, secondo quanto riferito a Reuters da una persona vicina alla situazione. Non è chiaro l’oggetto dell’incontro, ma esso è avvenuto mentre proseguono gli sforzi della First Republic per ottenere un’iniezione di capitale. Lo stesso Dimon si è messo all’opera con altre 11 banche per convertire in capitale tutti o in parte i 30 miliardi di dollari accordati la scorsa settimana a First Republic Bank, colpita da 70 miliardi di dollari di deflussi

Sarebbe gradito un intervento d’emergenza su modello “Credit Suisse”

Il rapporto di Morgan Stanley considera che una potenziale estensione dell’assicurazione FDIC potrebbe indurre la maggioranza dei clienti di First Republic a tornare alla banca. Secondo una fonte del settore citata da Reuters, le banche coinvolte nelle trattative per il salvataggio di First Republic chiedono un accordo di condivisione delle perdite con il governo statunitense simile ai termini concordati dalla svizzera UBS Group (UBSG.S) nell’acquisizione d’emergenza del rivale Credit Suisse (CSGN.S). Se poi i tentativi di raccogliere nuovi capitali dovessero fallire, la banca sta valutando come ridimensionarsi, secondo quanto riferisce una fonte a Reuters.

Gli analisti di Morgan Stanley hanno scritto che, anche se riuscirà a ottenere un’iniezione di liquidità, il prestatore dovrà probabilmente subire perdite sui titoli del suo cosiddetto portafoglio “held-to-maturity”. Secondo le stime degli analisti di Morgan Stanley, un potenziale acquirente dovrebbe assorbire 26,8 miliardi di dollari di perdite mark-to-market dai portafogli di prestiti e titoli della First Republic, mentre altri 9,5 miliardi di dollari sono necessari per ricapitalizzare la banca. Nello scenario peggiore le azioni di First Republic scenderebbero a 1 dollaro, secondo gli analisti di Morgan Stanley.

La quattordicesima banca statunitense per attività con sede a San Francisco ha iniziato a veder crollare la sua valutazione sul mercato azionario a partire dal 9 marzo. Nonostante l’intervento dei colossi di Wall Street, tra cui JP Morgan, Bank of America e Citigroup, con il loro deposito di 30 miliardi di dollari a favore dell’istituto di credito, domenica 19 marzo l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha declassato il rating di credito a lungo termine della banca da BB+ a B+, avvertendo che lo abbasserà ulteriormente nel caso in cui non ci siano progressi nella stabilizzazione dei depositi. First Republic Bank ha assicurato che, con l’iniezione di 30 miliardi di dollari, l’istituto di credito è “ben posizionato per gestire l’attività di deposito a breve termine”.

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