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Fiat 500 ibrida, torna la produzione a Mirafiori: ecco caratteristiche, uscita e prezzo

Ufficio Stampa Stellantis

La Fiat 500 torna a Mirafiori. Stellantis ha annunciato ufficialmente il ritorno dell’iconico modello nello storico stabilimento torinese, dove tutto ebbe inizio ma questa volta in una nuova veste ibrida. L’annuncio è arrivato lo scorso 4 luglio, una data tutt’altro che casuale. Proprio quel giorno, nel 1957, debuttava l’utilitaria firmata da Dante Giacosa, destinata a diventare il simbolo del boom economico italiano. Cinquant’anni dopo, nel 2007, sempre il 4 luglio, veniva presentata la versione moderna che avrebbe rilanciato il marchio Fiat nel mondo. E oggi, ancora una volta il 4 luglio, Stellantis ha voluto così scrivere un nuovo capitolo della storia della 500, riportandola a casa, là dove tutto è cominciato.

A partire da novembre, le linee di montaggio torinesi torneranno a produrre la 500, questa volta con motore mild-hybrid, e le prime 5mila unità usciranno dallo stabilimento entro fine anno. Le consegne inizieranno già a dicembre.

Ma non si tratta solo di una scelta celebrativa. Il ritorno della 500 a Mirafiori è una mossa strategica con cui Stellantis punta a riportare Torino al centro dell’identità produttiva Fiat, dopo anni segnati da incertezze e cassa integrazione. L’ambizione, una volta a regime, è arrivare a 100mila unità prodotte ogni anno, riattivare un secondo turno lavorativo e ridare piena linfa a uno dei poli storici dell’automotive italiano.

La Fiat con la 500 ibrida rimette al centro Mirafiori

La scelta di riportare la produzione in Italia, spostandola dalla Polonia a Torino, ha un significato preciso. Stellantis punta a rilanciare un presidio storico dell’industria automobilistica italiana, coinvolgendo una filiera nazionale composta da 145 fornitori. Il progetto è uno dei pilastri del Piano Italia, presentato dal gruppo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy nel dicembre scorso.

Olivier François, amministratore delegato di Fiat e responsabile marketing globale di Stellantis, ha parlato di una “promessa mantenuta” e di una “vittoria frutto di una squadra che ha scelto di scommettere sul cliente e sul futuro. Questa fabbrica non è solo un luogo di produzione, è la casa di Fiat, il cuore pulsante di una storia iniziata nel 1957 con Dante Giacosa, e oggi centro nevralgico dell’innovazione Stellantis in Europa. Proprio per questo, spiega François “il nostro piano industriale per l’Italia mette Mirafiori e la 500 al centro del rilancio”.

La 500 ibrida: un classico che guarda avanti

L’ibrida di casa Fiat nasce come evoluzione della versione elettrica già in commercio, ma con l’obiettivo di renderla più accessibile al grande pubblico. Il design rimane fedele alla tradizione, riconoscibile e amato, ma sotto la carrozzeria batte un cuore nuovo: un motore FireFly 1.0 a tre cilindri mild-hybrid, affiancato da un cambio manuale a sei marce e da un sistema elettrico da 12 volt. È una soluzione tecnica collaudata, già adottata su altri modelli del gruppo, che garantisce consumi contenuti, guida fluida e costi di esercizio ridotti. Non è pensata per stupire con le prestazioni, ma per offrire un equilibrio perfetto tra efficienza e praticità.

Tre le configurazioni previste, pensate per rispondere a stili di vita diversi: la classica Berlina, compatta e ideale per l’uso quotidiano in città; la 3+1, con una piccola porta aggiuntiva sul lato passeggero per facilitare l’accesso ai sedili posteriori; e la Cabrio, per chi cerca il piacere della guida all’aria aperta.

Anche il prezzo si posiziona in modo competitivo: si parte da 17mila euro, una cifra che colloca la 500 ibrida tra le alternative più interessanti sul mercato, soprattutto in un momento in cui la transizione elettrica è ancora frenata da costi elevati e infrastrutture incomplete.

Tecnologia e sicurezza: accessibile ma avanzata

Pur mantenendo la sua anima popolare, la nuova 500 ibrida non rinuncia alla tecnologia. A bordo si trova il sistema infotainment Uconnect 5, con uno schermo touch da 10,25 pollici ad alta risoluzione, completamente personalizzabile. Il display è affiancato da una strumentazione digitale da 7 pollici e offre compatibilità wireless con Apple CarPlay e Android Auto, rendendo l’esperienza di guida più intuitiva, sicura e connessa.

Sul fronte della sicurezza, la dotazione comprende una serie di sistemi avanzati di assistenza alla guida, come la frenata automatica d’emergenza, il mantenimento attivo della corsia e il riconoscimento della segnaletica stradale. Tutto pensato per rendere la 500 una compagna ideale nel traffico cittadino.

Un legame con Torino che si rinnova

Per celebrare il ritorno a casa, Fiat lancerà in autunno la serie speciale “500 Torino”, che debutterà ufficialmente durante il Torino Film Festival. Sarà un’occasione per ribadire il legame tra il marchio e la città, rinsaldato già lo scorso giugno con la sponsorizzazione della festa patronale di San Giovanni.

L’obiettivo non è solo commerciale, ma anche culturale e simbolico ovvero riconsegnare alla città un pezzo della sua storia industriale, in una nuova veste, aggiornata ma ancora fortemente identitaria.

Il ritorno della 500 a Mirafiori è solo l’inizio. Stellantis ha già annunciato che nel 2027, in occasione del 70° anniversario del modello, arriverà una nuova generazione completamente elettrica, con batterie ad alta efficienza e un prezzo più competitivo, attorno ai 20.000 euro. Sarà prodotta con componenti realizzati internamente dal gruppo, tra cui le batterie made in Stellantis, e rappresenterà un salto tecnologico importante, accessibile a una platea più ampia di automobilisti.

Ma lo sguardo è già puntato più avanti. La prossima generazione della 500 è in fase di progettazione al Centro Stile Fiat, proprio a Torino. “Sarà la 500 più bella di sempre”, promette François, tracciando una roadmap chiara per il decennio che porterà alla completa transizione elettrica.

Sindacati vigili: “Ora serve un secondo modello”

L’entusiasmo per il ritorno della 500 non ha spento l’attenzione dei sindacati. Le principali sigle – Fiom, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr – hanno accolto con favore l’annuncio, ma chiedono che non resti un episodio isolato. Per garantire un futuro solido a Mirafiori, spiegano, serve l’assegnazione di un secondo modello di grande diffusione, in grado di assicurare continuità produttiva e occupazionale.

Un’altra questione centrale riguarda il costo dell’energia, che continua a rappresentare un ostacolo per la competitività industriale del Paese. Senza un intervento strutturale in questo ambito, il rischio è che anche progetti ambiziosi come quello della 500 ibrida si rivelino insufficienti a garantire la piena rinascita del polo torinese.

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Categories: Economia e Imprese