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Ferrari e Fca sostengono Piazza Affari

La febbre cinese si placa e i mercati provano a rialzare la testa dopo il lunedì nero con cui è iniziato il 2016. Il tentativo di rimbalzo, però, si esaurisce quasi subito. In avvio di giornata, Milano arriva a guadagnare l’1%, ma poi ritraccia a +0,2%. Va peggio a Londra (+0,09%), Francoforte (-0,3%) e Parigi (-0,4%).

La volontà di Pechino di evitare nuovi ko ai mercati finanziari ha comunque calmierato l’effetto “panic selling” sulla piazza cinese, facendo rientrare l’iniziale -3% di Shanghai (che ha chiuso a -0,3%), e, pur non evitando il rosso sulle altre Borse asiatiche (Shenzhen -1,86%, Hong Kong -0,65%, Tokyo -0,42%), ha contribuito a una partenza tranquilla delle negoziazioni in Europa. 

Secondo le ultime indiscrezioni, la Banca centrale cinese avrebbe compiuto un’iniezione di liquidità nel sistema finanziario per circa 130 miliardi di yuan (20 miliardi di dollari) attraverso finanziamenti a breve termine per sostenere i corsi della moneta locale (ora il cambio segna 6,5206 yuan per un dollaro dai 6,5338 di ieri). 

In secondo luogo, la commissione che regola i mercati finanziari cinesi (la Csrc) ha lasciato intendere che saranno prorogati i paletti introdotti a luglio per evitare massicce vendite di titoli da parte dei grandi azionisti delle società quotate.

A guidare i rialzi sul Ftse Mib sono Fca (+3,2%) e Ferrari (+2,1%), che ha esordito ieri a Piazza Affari con un guadagno dello 0,5%, riuscendo a salvarsi dalla pioggia di vendite che ha investito tutte le piazze finanziarie d’Europa (-3,2% per il listino italiano). Sergio Marchionne ha detto che la società di Maranello emetterà un bond nel primo semestre e si prepara a una generosa politica dei dividendi. Per il 2015 le immatricolazioni sono salite a quota 7.700.

Quello di oggi è invece un vero e proprio rimbalzo per Fiat Chrysler, che ieri ha chiuso in ribasso del 4,9% a 8,15 euro (una quotazione che tiene conto dello scorporo di Ferrari). Venerdì scorso aveva chiuso a 12,92 euro. Il prezzo di chiusura del 2015 di Fca rettificato per lo scorporo è pari a 8,49 euro. Marchionne ha confermato gli obiettivi finanziari al 2018, nonostante la crisi in Cina. 

L’ad ha inoltre escluso la cessione di Magneti Marelli o Comau, su cui il mercato ha speculato nei mesi scorsi, ed è tornato a raffreddare le attese di una fusione con Gm. “Ho visto un mese fa Mary Barra – ha rivelato –, non credo che ci saranno altri incontri”. 

A incentivare gli acquisti sul titolo di Fca sono anche i dati sulle immatricolazioni in Italia diffusi ieri dal ministero dei Trasporti, da cui è emerso che Fiat Chrysler ha battuto il mercato sia nell’intero 2015 (+18,3% contro il +15,75% registrato in media da tutti i produttori) sia a dicembre (+27,1% contro il +18,65% del mercato). Fra i marchi, il vero exploit è quello di Jeep (+163,9% rispetto al 2014).

Il riscatto della galassia Agnelli si completa con i rialzi di Exor (+1,89%) e Cnh Industrial (+1,84%). A Parigi vivace Bouygues Telecom (+1,5%) dopo che Orange ha confermato la ripresa delle trattative per una integrazione. A Milano ne beneficia anche Telecom Italia (+1,8%).

In fondo al Ftse Mib c’è Saipem (-0,5%) che paga il ko di Technip a Parigi (-4%): il gruppo di oil service francese sconta il taglio di raccomandazione operato da Bernstein.

Sul fronte valutario, l’euro ripiega a 1,0815 dollari da 1,0833. Petrolio poco mosso: +0,11% a 36,8 dollari al barile a New York, -0,1% a 37,18 dollari al barile il Brent.

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