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Fbi assolve Hillary: zero reati nelle mail

A poche ore dal voto per la presidenza degli Stati Uniti l’Fbi fa marcia indietro e assolve la Clinton riconoscendo che nelle sue email non ci sono elementi di reato e che pertanto la candidata democratica alla Casa Bianca non sarà incriminata.

Intanto Hillary risale nei sondaggi, sospinta anche dal voto degli ispanici che in uno Stato chiave come la Florida non hanno mancato di sostenerla in massa. Domani sarà la notte del nuovo Presidente degli Stati Uniti che tutto il mondo attende di conoscere. 

All’ultimo miglio della sua corsa Trump rischia di pagare cara la linea del pugno duro contro l’immigrazione, quella del muro con il Messico e della stretta sugli ingressi. Col Washington Post che definisce la candidatura del miliardario newyorchese “un assoluto disastro demografico” per il partito repubblicano, che negli ultimi anni aveva tentato come non mai di corteggiare il blocco degli elettori latinos. Blocco divenuto sempre più decisivo negli Usa in chiave elettorale e che già era costato la sconfitta a Mitt Romney nel 2012.

Ma sono ancora una decina gli stati che i sondaggi danno in bilico, dove tra i due candidati ci sono meno di 5 punti di differenza, e in alcuni c’è ancora un testa a testa. E’ qui che in queste ore si svolge una vera e propria caccia all’ultimo voto, dalla Florida all’Ohio, dalla Pennsylvania alla North Carolina. Vincere uno di questi stati vuol dire acquisire una dote di grandi elettori che può rivelarsi determinante per raggiungere il ‘magic number’ dei 270 necessari per la conquista della presidenza. I dati delle ultime rilevazioni sono comunque una boccata d’ossigeno per Hillary Clinton: avanti di 5 punti per Abc/Washington Post (48% a 43%), di 4 punti per Nbc/Wall Street Journal (44% a 40%) e di 3 punti per Politico/Morning (45% a 42%).

Gli ultimi sondaggi sugli elettori latinos, poi, mostrano come di fatto oltre il 67% ha votato o voterà per Clinton, solo il 19% per Trump: sarebbe il minimo storico per un candidato repubblicano. George W.Bush nel 2004 vinse il 44% dei voti dei latinos, John McCain nel 2008 il 31%, Mitt Romney nel 2012 il 27%. Ancora una volta, questa può essere davvero la chiave della eventuale vittoria della ex first lady. Intanto sui media si comincia a immaginare chi siederà nello Studio Ovale con Hillary Clinton.

E ci si interroga su chi del suo staff personale debba o non debba entrare nelle segrete stanze. John Podesta, attualmente responsabile di Hillary for America, sembra avviato verso un posto di governo. Per Jake Sullivan, direttore politico della campagna, si pensa a un ruolo di consigliere per la sicurezza nazionale o di chief of the staff. E poi Michele Flournoy, in pole il Pentagono, e William Burns per il Dipartimento di stato. Mentre dubbi ci sono sul ruolo della fedelissima Huma Abedin, che insieme all’ex marito e’ all’origine della bufera Fbi.

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