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Farmaci, Trump pronto a ridurre i prezzi fino all’80%, firma in arrivo ma le aziende protestano. Cosa significa

Pixabay

Donald Trump firmerà oggi alle 15 italiane un ordine esecutivo che ridurrà i prezzi dei farmaci quasi immediatamente del 30-80% sfidando l’opposizione dell’industria farmaceutica e le riserve espresse da alcuni esponenti del Partito Repubblicano.

L’annuncio lo ha fatto lo stesso il presidente sulla piattaforma Truth Social. “Sono lieto di annunciare – scrive il presidente americano nel post – che alle 9 alla Casa Bianca (le 15 in Italia, ndr), firmerò uno dei decreti esecutivi più significativi nella storia del nostro Paese. I prezzi dei farmaci da prescrizione e dei prodotti farmaceutici saranno ridotti, quasi immediatamente, dal 30% all’80%. Aumenteranno in tutto il mondo per uniformare e, per la prima volta da molti anni, portare giustizia in America”.

Trump ha inoltre annunciato l’introduzione di un meccanismo del tipo “nazione più favorita”, secondo cui gli Stati Uniti pagheranno per i farmaci lo stesso prezzo applicato nel Paese in cui il costo è più basso a livello globale. Si tratta di una proposta simile a quella già avanzata durante il suo primo mandato presidenziale, che però non si era concretizzata a causa della forte resistenza esercitata dalle case farmaceutiche.

“Per molti anni il mondo si è chiesto perché i farmaci da prescrizione e i prodotti farmaceutici negli Stati Uniti fossero così tanto più costosi rispetto a qualsiasi altra nazione, a volte fino a cinque-dieci volte più costosi degli stessi farmaci prodotti nello stesso laboratorio o dalla stessa azienda. E’ sempre stato difficile da spiegare e anche molto imbarazzante perché non c’era una risposta giusta”, ha detto Trump su Truth.

Stamane in una Piazza Affari in rialzo di oltre l’1,5%, il titolo Recordati è in calo dello 0,86% in tarda mattinata a 51,70 euro, dopo un minimo di seduta segnato a 51,35 euro: per il gruppo Recordati gli Stati Uniti sono il primo mercato, con circa il 18% del fatturato, sottolinea Intermonte.

Le opposizioni di case farmaceutiche e Repubblicani

Secondo indiscrezioni, la Casa Bianca starebbe cercando di inserire una norma sul taglio dei prezzi dei farmaci nella prossima legge di bilancio, ma si sarebbe già scontrata con la contrarietà di alcuni esponenti repubblicani, tra cui lo Speaker della Camera, Mike Johnson.

Nonostante i contributi elettorali ricevuti da grandi gruppi farmaceutici e associazioni di categoria per la sua cerimonia di insediamento, Trump ha dichiarato di non lasciarsi influenzare. “Le donazioni alle campagne elettorali possono fare miracoli, ma non con me e non con il Partito Repubblicano”, ha scritto. “Faremo la cosa giusta, qualcosa che i Democratici hanno cercato di ottenere per anni.”

Le case farmaceutiche si aspettavano un’ordinanza incentrata sul programma di assicurazione sanitaria Medicare, secondo quattro lobbisti dell’industria farmaceutica che hanno dichiarato di essere stati informati dalla Casa Bianca, riporta Reuters. Le case farmaceutiche prevedono che l’ordinanza si applichi a una gamma di farmaci più ampia di quelli attualmente soggetti a negoziazione ai sensi dell’Inflation Reduction Act dell’ex presidente Joe Biden. Grazie a questa legge, Medicare ha negoziato i prezzi per 10 farmaci, che saranno introdotti l’anno prossimo. Altri farmaci sarebbero stati negoziati entro la fine dell’anno.

L’associazione PhRMA, che rappresenta le principali aziende del settore, ha criticato con forza la proposta, affermando che “qualsiasi forma di controllo governativo dei prezzi è dannosa per i pazienti americani”. L’organizzazione ha aggiunto che il vero problema da affrontare per ridurre il costo dei farmaci risiede nella quota crescente di spesa che finisce nelle mani degli intermediari della filiera.

PhRMA era stata una delle realtà che avevano fatto causa alla precedente amministrazione Trump per aver tentato di introdurre misure di contenimento dei prezzi, portando infine la Casa Bianca, sotto la guida di Joe Biden, ad abbandonare quelle proposte. Le aziende farmaceutiche hanno anche avviato una campagna mediatica per contrastare le iniziative di contenimento dei prezzi, sostenendo che tali politiche penalizzano l’innovazione e riducono gli investimenti nella ricerca.

Trump ha respinto queste argomentazioni nel suo messaggio social, affermando che per anni le aziende hanno giustificato i costi elevati con le spese di Ricerca e Sviluppo, facendo pagare “senza alcuna ragione” il prezzo più alto “solo agli allocchi americani”.

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