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Falcao, il fenomeno oscurato da Messi

L’ultimo turno del campionato spagnolo ha lasciato in eredità non solo il grandissimo e celebrato traguardo raggiunto da Leo Messi, che con la doppietta rifilata al Betis è arrivato all’incredibile numero di 86 gol segnati in un anno solare (diventati già 88 dopo i due segnati al Cordoba in Coppa del Re), superando il precedente primato di Gerd Muller di 85 reti, e con ancora due partite a disposizione per potersi ulteriormente migliorare, ma è stata anche l’occasione per celebrare l’ennesima super prestazione di Radamel Falcao, che se non fosse stato per il record dell’argentino avrebbe meritato in questi giorni ancora più spazio sulle prime pagine dei giornali.

Infatti lo strepitoso attaccante colombiano dell’Atletico Madrid non smette mai di stupire e nell’ultima giornata è stato il protagonista assoluto della vittoria per 6 a 0 con cui i colchoneros hanno schiantato il Deportivo, il numero 9 ha realizzato ben 5 gol, la sua prima cinquina in carriera, dando sfoggio a tutto il suo vario repertorio personale. Dopo essere andato a segno per due volte nel primo tempo, nella ripresa è arrivato il pokerissimo grazie a una tripletta nell’arco di 7 minuti, dal 64’ al 71’, una manita d’antologia che lo ha fatto entrare nella storia dei biancorossi di Madrid, eguagliando il record di Vavà (il brasiliano che componeva il leggendario trio con Didì e Pelè), l’unico con la maglia dell’Atletico finora capace di realizzare 5 gol in una partita (contro il Saragozza nel 1958) nei quasi 110 anni del club.

Dopo lo show in campo l’attaccante si è presentato davanti ai microfoni dei giornalisti con in mano il pallone della gara e ha ringraziato Dio per aver vissuto questo tipo di partita, lui che è profondamente religioso  e appartiene al gruppo evangelico degli Atleti di Cristo (associazione in cui troviamo numerosi altri calciaotori, come Kakà, Felipe Melo, Cavani e Legrottaglie).

Tra le fila dei colchoneros l’unico che ci era andato vicino era stato Bobo Vieri, capace nel ’98 di andare a segno 4 volte in Atletico-Salamanca, finito 4-5 per gli ospiti, mentre, prima di Falcao, a siglare una cinquina in una partita di Liga era stato Fernando Morientes nel 2002 in una partita tra il suo Real Madrid e il Las Palmas, ma il record assoluto nella storia del campionato spagnolo appartiene ancora a Ladislao Kubala, autore di 7 gol con la maglia del Barcellona in un incontro di più di sessant’anni fa (stagione 1951-1952) tra i blaugrana e lo Sporting Gijon terminato 9 a 0.

Falcao con questi cinque centri si è portato a 16 gol in 15 partite di campionato, scavalcando Cristiano Ronaldo fermo a 13, davanti a tutti ovviamente il solito Messi arrivato già a 23 marcature, e proprio nel prossimo turno, domenica sera, i due fenomeni si troveranno uno di fronte all’altro, visto che è in programma Barcellona-Atletico, i primi della classe contro gli unici che stanno tentando di rimanere in scia. Si preannuncia un match a dir poco spettacolare, con Messi che riceverà il colombiano, capace finora di trascinare a suon di gol la sua squadra in una rincorsa impossibile ai blaugrana, una sfida tra quello che con ogni probabilità tra poco meno di un mese riceverà il suo quarto Pallone d’oro e quello che, se non fosse capitato negli stessi anni dell’argentino e di Ronaldo, l’avrebbe conquistato sicuramente almeno una volta.

E’ un finale di 2012 ricco di premi e riconoscimenti per la punta sudamericana, votato dai lettori di “As”, uno dei maggiori quotidiani sportivi spagnoli, come miglior attaccante dell’anno precedendo nomi illustri, mentre la prestigiosa rivista francese “Onze Mondial” gli ha assegnato l’Onze di Bronzo, mettendolo al terzo posto tra i più forti giocatori militanti nei campionati europei (dietro i soliti Messi e Ronaldo). Inoltre il suo spettacolare gol in rovesciata segnato quest’estate nell’amichevole tra Atletico e America de Calì, durante una tournee oltreoceano degli spagnoli, è stato selezionato tra le tre reti finaliste che si contenderanno il Premio Puskas, per la palma di gol più bello dell’anno. L’elezione avverrà il prossimo 7 gennaio a Zurigo e Falcao dovrà vedersela con la stella brasiliana del Santos Neymar e il centrocampista slovacco del Fenerbahce Miroslav Stoch, autori di altri due grandissimi gol nel corso di quest’anno.

Radamel Falcao, soprannominato El Tigre per la sua fame in area di rigore, 177 centimetri per 75 kg. di forza ed esplosività, è uno degli attaccanti più completi degli ultimi anni, il classico numero 9, una punta vecchio stampo ma anche moderna, capace di muoversi su tutto il fronte d’attacco e fare reparto da solo, ma soprattutto con un innato senso del gol e un’incredibile freddezza sotto porta. Con il suo strapotere fisico e la rapidità nei movimenti fa impazzire gli avversari, è dotato di un’accelerazione fantastica che, unita alla sua cattiveria agonistica, lo rende spesso imprendibile per qualsiasi difensore, inoltre la grande tecnica e atletismo di cui dispone gli permettono di realizzare spettacolari gesti acrobatici che spesso si tramutano in splendide finalizzazioni (diverse le sue reti in mezze rovesciate o giocate al volo). Tra le sue armi letali anche il colpo di testa, grazie a uno stacco pazzesco che, nonostante la statura,  gli consente di arrivare molto più in alto di tanti altri attaccanti, a completare questa macchina perfetta l’uso indistinto dei due piedi e un tiro che a volte sembra sfondare la rete.

Radamel Falcao Garcia Zarate, figlio d’arte, nato a Santa Marta il 10 Febbraio 1986 e chiamato così in onore dell’ex idolo giallorosso Paulo Roberto Falcao, dopo aver mosso i primi passi nel mondo del calcio, giovanissimo, nelle serie minori colombiane, si fa conoscere dal grande pubblico a suon di gol in Argentina con la maglia storica del River Plate, è lì che attira l’interesse del Porto (una delle squadre più brave a scovare talenti in Sudamerica), che per poco più di 5 milioni di euro lo fa sbarcare in Europa. Arrivato in Portogallo da buon attaccante, con la maglia dei Dragones esplode in tutta la sua forza, formando con il brasiliano Hulk una coppia da 73 gol nella seconda stagione, quella in cui vince praticamente da solo l’Europa League stabilendo con 17 reti il nuovo record di marcature in una sola edizione di una competizione UEFA.

Con il Porto vince praticamente tutto, poi l’anno scorso il passaggio per 40 milioni all’Atletico Madrid con il quale si conferma bomber straordinario, chiudendo la prima stagione in Liga con 24 gol e trionfando ancora in Europa League, firmando una doppietta in finale, torneo nel quale è di nuovo capocannoniere. Questa stagione la inaugura stendendo con una tremenda tripletta il Chelsea in Supercoppa Europea a Montecarlo, poi via via altre doppiette e triplette fino ad arrivare all’impresa di qualche giorno fa, che ha provocato per l’ennesima volta in maniera esponenziale l’impennata della cifra del suo cartellino.

Il colombiano, il cui contratto scade nel 2016, sembra infatti destinato a dover lasciare per forza di cose prima o poi l’Atletico, essendo l’oggetto del desiderio di mezza Europa, ricercato da tutti i migliori club pronti a fare follie per averlo tra le proprie fila. Recentemente, tra le altre, si sono interessate a lui (pare siano già arrivate offerte concrete vicine o addirittura superiori ai 50 milioni di euro) il Chelsea, con il nuovo allenatore Rafa Benitez che farebbe i salti mortali pur di scambiarlo con Fernando Torres (l’ex idolo dei tifosi dell’Atletico, che tornerebbe nella squadra che l’ha lanciato) e il Manchester City di Mancini, magari al posto dell’incostante Balotelli. Falcao ha già lasciato intendere di essere attirato da un’avventura in Premier, ma per le sue prestazioni si sono fatti avanti anche il solito Paris Saint Germain e addirittura i rivali cittadini del Real, con Mourinho che farebbe carte false per averlo.

Rumors spagnoli hanno rivelato anche di un divertente siparietto a proposito, capitato lunedì scorso durante la serata di gala per la consegna del premio di “As”, nel quale erano presenti tutti i personaggi di spicco del calcio spagnolo. Durante la cerimonia in molti avrebbero notato il pressing asfissiante del presidente del Real Florentino Perez nei confronti della stella dei cugini, questa non sarebbe la prima volta che il numero uno delle merengues approfitta di queste occasioni per superare la guardia dei procuratori e rivolgersi direttamente ai giocatori, si ricorda infatti quando in una situazione simile si dice fece arrivare un biglietto a Zidane per convincerlo a vestire la maglia del Real (e sappiamo tutti poi come è andata).

L’Atletico, per cui, sa che sarà quasi impossibile riuscire a trattenerlo, ma già qualcuno in società si sta fregando le mani pensando all’assegno che potrà entrare nelle casse dei colchoneros, ben superiore ai 40 milioni spesi due estati fa, cifre ormai proibitive per qualsiasi nostro club e il sogno di vedere una tigre nel nostro campionato.      

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