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Facebook, più che dimezzato il valore in Borsa

Ennesimo crollo a Wall Street per le azioni Facebook, che ormai hanno dimezzato il proprio valore in Borsa rispetto al prezzo di collocamento (38 dollari). Il titolo del social network, bersagliato dalle vendite a New York, è sceso per la prima volta sotto i 20 dollari, toccando un nuovo minimo storico.

L’andamento non è casuale: oggi è scaduto il primo divieto di vendita (lock-up) per alcuni investitori, che teoricamente potrebbero liberarsi in massa di 271 milioni di titoli. Una scelta improbabile, dato il basso prezzo attuale e la potenziale perdita di oltre metà del capitale iniziale.  

Altri azionisti, come l’amministratore delegato Mark Zuckerberg, potranno liberarsi dei titoli a partire dal prossimo novembre. E, entro dicembre, altri 1,7 miliardi di azioni potrebbero raggiungere il mercato, facendo salire il totale a quasi due miliardi, il quadruplo di quelle presenti ora a Wall Street.

Ma Zuckerberg e gli altri dirigenti, secondo gli esperti, non venderanno subito i titoli che hanno in tasca, perché scatenerebbero il panico tra gli investitori. Altri grossi azionisti, però, potrebbero liberarsi delle azioni: da DST Gobal a Mail.ru Group, passando per i 152 milioni di titoli nel portafoglio di Accel Partners. Sembra crederci ancora solo miliardario George Soros, che nel secondo trimestre ha investito 10,6 milioni in Facebook, acquistando 341mila titoli. Da allora, le azioni sono calate del 34%.

Lo scorso 17 maggio, al momento dell’Ipo, il valore della società era di 104 miliardi di dollari. In appena tre mesi il crollo è stato verticale: ora il capitale sul mercato vale poco più di 42 miliardi.

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Categories: Finanza e Mercati