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Europei, l’Italia soffre ma vince: CR7 o Lukaku i prossimi avversari

FIGC

La vittoria della panchina. L’Italia batte l’Austria con un risicato 2-1 e si qualifica ai quarti di finale di Monaco, dove affronterà la vincente di Belgio-Portogallo (ore 21), grazie ai gol di Chiesa (25 anni dopo quello del padre Enrico a Euro 96) e Pessina nei tempi supplementari. Già, perché 90’ non sono bastati per decidere chi, tra azzurri e austriaci, dovesse accedere al turno successivo, costringendo entrambe le squadre a giocarsi il tutto per tutto nella mezz’ora successiva, dove però, per fortuna, è venuta fuori la qualità superiore dei nostri. L’avventura continua insomma, con l’asticella che si sposta a venerdì 2 luglio, quando ce la vedremo con uno tra Lukaku e CR7, ma a questo penseremo solo da questa sera, nel momento in cui conosceremo il nostro destino. Ora infatti è tempo di commentare quanto accaduto ieri a Wembley, dove una partita apparentemente facile si è trasformata in una lenta agonia, che per fortuna s’è risolta in modo positivo.

La paura però è stata tanta perché l’Italia, per la prima volta in questo Europeo (e forse in tutta l’era Mancini), s’è ritrovata spalle al muro, con un serio timore di non farcela. Merito dell’Austria, capace di affrontarci occhi negli occhi come nessuno prima d’ora, ma anche colpa degli azzurri, decisamente meno brillanti delle altre volte. La verità dunque sta nel mezzo e, se vogliamo, dà ancora più valore al cammino degli azzurri, capaci per la prima volta di vincere soffrendo, mostrando così a tutta Europa di non avere solo i piedi buoni, ma anche un carattere decisamente importante. Oltre che, ovviamente, un CT capace di leggere al meglio la partita, come dimostrato dai cambi decisivi nel momento più difficile. “L’abbiamo portata a casa perché lo abbiamo meritato – ha spiegato Mancini, che da ieri ha superato Pozzo arrivando a 31 risultati utili consecutivi, miglior striscia della storia azzurra -. Nel primo tempo abbiamo dominato e avremmo potuto segnare qualche gol, poi nella ripresa siamo calati fisicamente ma abbiamo vinto grazie ai giocatori che sono entrati con la mentalità giusta. Belgio o Portogallo? Difficile scegliere, sono due grandi squadra, possiamo solo dire che al nostro sogno mancano 3 partite…”.

Un bel pensiero figlio di una vittoria sofferta, perché, a un certo punto, l’ostacolo Austria si era fatto piuttosto grosso. L’Italia infatti, dopo un primo tempo sostanzialmente dominato nel quale era mancato soltanto il gol (palo clamoroso di Immobile e grandi occasioni di Barella e Spinazzola), ha subito il ritorno degli avversari in una ripresa completamente diversa, nella quale la squadra di Foda ha preso il sopravvento anzitutto dal punto di vista nervoso, vero tallone d’Achille della banda Mancini. La supremazia austriaca è culminata con il gol di Arnautovic che però, per nostra fortuna, è stato annullato per un fuorigioco di qualche centimetro (65’), consentendoci di incassare il colpo senza conseguenze. Se paragonassimo la partita a un match di boxe potremmo dire che, nel secondo tempo, abbiamo preso tanti pugni, riuscendo però a non cadere, per poi giocarci le carte vincenti nei supplementari, dove è subentrata tutta la nostra forza dalla panchina.

Decisivi infatti i cambi di Mancini, che ha tolto Berardi, Immobile (offuscati entrambi) e Barella (ammonito e a rischio espulsione) per mettere Chiesa, Belotti e Pessina, dando così freschezza e carattere a una squadra in grande difficoltà, di testa e gambe. Al 95’ però ecco il gol di Federico, bravissimo nel controllare un pallone sporco di Spinazzola e scaraventarlo in rete alle spalle di Bachmann e al 106’, un minuto dopo il raddoppio sfiorato da Insigne su punizione, è arrivato il 2-0 di Pessina, splendido nel bucare la porta austriaca con un sinistro incrociato su assist di Acerbi. Chiudere così però sarebbe stato troppo facile, oltre che ingiusto, e così nel secondo tempo supplementare è risalita l’Austria, che prima ha sfiorato il 2-1 con Schaud, fermato solo da una grande parata di Donnarumma, poi lo ha trovato con una splendida torsione di testa di Kalajdzic (116’), infine ha rischiato addirittura di segnare il pareggio con Gregoritsch, il cui tiro s’è spento alle spalle del portiere azzurro.

Tanta paura insomma e altrettanta gioia, che non può che farci bene in vista dei quarti. L’avversario sarà di grande prestigio, su questo non c’è dubbio, ma questa volta il fattore mentale dovrebbe essere dalla nostra parte. E se anche non lo fosse, la luce di quanto accaduto ieri, siamo certi che avremmo la forza di reagire e giocarcela fino alla fine.

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