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Eni torna all’utile. Conferma investimenti e dividendo 40 cent

Soffia un vento di crescita per Eni che, nonostante la situazione altalenante del petrolio, torna all’utile nel primo semestre 2017: 1,207 miliardi contro una perdita di 315 milioni nei primi sei mesi 2016. Il miglioramento dei conti, già delineato nel primo trimestre 2017, si consolida e amplia nel secondo trimestre, portando Eni ad un balzo in avanti che da una perdita di 317 milioni (II trimestre 2016) proietta il gruppo ad un utile di 463. La produzione di idrocarburi sale da 1,734 a 1,783 milioni di barili equivalenti. Ma è dalla Raffinazione e dalla Chimica che arrivano dati sorprendenti: l’utile operativo adjusted R&M passa a 165 milioni nel secondo trimestre, quasi quattro volte il risultato del secondo trimestre 2016 nonostante la parziale indisponibilità della raffineria di Sannazzaro. Mentre l’utile operativo adjusted della Chimica è un vero record: 187 milioni nel secondo trimestre (+67%), il più elevato di sempre, e 310 milioni nel semestre. La Borsa ha accolto i dati del semestre con un rialzo del titolo dello 0,38% a 13,27 euro (alle 10 di venerdì) mentre l’Ftse Mib perde lo 0,59%.

Il flusso di cassa netto operativo adjusted generato dal gruppo Eni raddoppia passando da 2,477 a 4,881 miliardi nel semestre (prima della variazione del circolante e escludendo l’utile/perdita di magazzino) e cresce del 56% nel trimestre a 2,71 miliardi. Il gruppo ha generato circa 700 milioni di free cash flow a copertura del dividendo e consente, conferma l’Ad Claudio Descalzi, il pagamento di un acconto di 40 centesimi sul 2017.

La svolta si è avuta nel secondo trimestre: l’utile operativo adjusted è quintuplicato a 1,02 miliardi contro 188 milioni 2016 ed è quasi quadruplicato nel semestre a 2,85 miliardi contro 771 milioni 2016. L’utile netto adjusted sale a 463 milioni da una perdita di 317 milioni mentre l’attivo di 1,21 miliardi nel semestre si confronta con una perdita di 315 milioni nell’identico periodo 2016. 

Utile netto è in sostanziale pareggio nel trimestre e più che raddoppia nel semestre a quota 980 milioni contro una perdita di 829 milioni.

Investimenti rimangono elevati: €4,97 miliardi nel semestre “finalizzati – precisa il comunicato Eni – al completamento dei grandi progetti avviati come da programma nella prima parte nel 2017”. Generati circa €700 milioni di free cash flow a copertura del dividendo.

Infine le dismissioni: nel primo semestre 2017 l’Eni ha definito cessioni per circa €2,9 miliardi pari al 60% del target minimo previsto dal piano 2017-2020. Proprio dalla finalizzazione delle dismissioni già avviate Eni conta di ridurre il debito a fine anno da quota 15,5 miliardi al 30 giugno.

“Nel primo semestre dell’anno abbiamo ottenuto risultati eccellenti – è il commento dell’Ad Claudio Descalzi prima della presentazione della semestrale agli analisti -che confermano la bontà della nostra strategia. Abbiamo avviato in tempi record la produzione di tre grandi progetti offshore in Ghana, Angola e Indonesia, dimostrando la nostra eccellenza anche nella fase di sviluppo, oltre che in quella esplorativa che ci ha garantito nel primo semestre 500 milioni di barili di nuove risorse. Nei primi sei mesi dell’anno, abbiamo così ottenuto circa 200 mila boe/giorno di nuova produzione, raggiungendo un tasso di crescita superiore al 6% e proseguendo nel trend intrapreso già nei mesi precedenti. A questo si andrà ad aggiungere l’avvio della produzione del campo di Zohr, che avverrà entro la fine dell’anno. Questi risultati sono stati realizzati mantenendo una struttura di spesa estremamente efficiente, grazie alla quale ridurremo i capex di circa il 18% rispetto al 2016 come da piano. I business del gas, della R&M e della Chimica continuano a ottenere risultati sopra le attese: la Chimica, in particolare, ha raggiunto un risultato record con oltre €300 milioni di Ebit, segno che gli sforzi fatti per il potenziamento, riposizionamento dei portafogli prodotti e la ricerca di efficienza stanno dando i loro frutti.
Tutto questo ci ha consentito, nonostante uno scenario Brent ancora volatile, una generazione organica di cassa di circa 5 miliardi con un free cash flow di 700 milioni: siamo quindi in grado di confermare gli obiettivi di copertura organica di investimenti e dividendo. Su queste basi confermerò la proposta al CdA del 14 settembre di un acconto dividendo pari a €0,40 per azione.”

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