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Energia, Terna: “Con il sito sardo di batterie 70 milioni di risparmio l’anno”

FIRSTonline

Tra le colline sassaresi c’è un sito di stoccaggio dell’energia d’avanguardia mondiale, che secondo l’amministratore delegato di Terna, Matteo Del Fante, “contribuirà a generare benefici in termini di interscambio di energia tra la Sardegna e il continente che faranno risparmiare agli utenti elettrici italiani 70 milioni di euro all’anno”. Proprio di 70 milioni è stato anche l’investimento nello Storage Lab di Codrongianos, dove si sperimentano i sistemi di accumulo dell’energia in un’area in cui transita l’elettricità scambiata non solo con la penisola italiana ma anche con la Corsica. “Entro la fine dell’anno presenteremo all’Autorità per l’energia il rapporto su questa prima fase di sperimentazione”, ha spiegato Del Fante che ha anche ricordato che “Terna qualche mese fa ha anche inaugurato il collegamento tra Sicilia e Calabria, e il risparmio in questo caso è di 600 milioni l’anno, cioè 50 milioni di euro al mese di riduzione del prezzo nazionale”.

Il laboratorio sardo, che ha l’obiettivo di massimizzare lo sfruttamento delle risorse da fonti rinnovabili (che in Sardegna coprono il 40% del consumo energetico), è il più grande sito di batterie d’Europa – 250mila metri quadrati di superficie, pari a 33 campi da calcio – e un unicum a livello mondiale in quanto a tecnologie utilizzate: solo a Codrongianos sono ben 7, grazie al contributo di 8 partner del progetto (l’italiana Fiamm, poi Samsung, Byd, Saft, General Electric, Toshiba, Siemens e Ghildemeister).

A Storage Lab spetta il compito di individuare il giusto mix di tecnologie in grado di ottimizzare il rapporto costi-benefici a seconda delle esigenze, dei periodi dell’anno e dell’apporto delle energie rinnovabili, che in buona parte non è programmabile. “A Codrongianos sono già operativi 7,4 MW di stoccaggio”, assicura Del Fante illustrando il progetto che fa così della Sardegna un polo per le smart grid, ovvero per una rete intelligente capace di integrare e bilanciare la produzione di energia rinnovabile e la sua distribuzione. Solo in Sardegna, dal 2009 la capacità eolica è raddoppiata arrivando a superare i 1.000 MW e quella fotovoltaica è cresciuta di 20 volte, a oltre 720 MW.

Sull’isola Terna gestisce 4.323 km di rete e impiega 170 persone, “con un investimento complessivo che nei prossimi anni raggiungerà i 200 milioni, a cui vanno aggiunti gli 800 milioni spesi negli ultimi 10 anni per lo sviluppo della rete”, spiega Del Fante. In particolare, dalla Sardegna partono due tra gli elettrodotti in alta tensione più importanti del mondo: il SA.PE.I., che collega l’isola all’Italia, è con i suoi 435 km il più lungo cavo sottomarino da 1.000 MW al mondo. Operativo dal 2011, è costato 750 milioni, ovvero la più rilevante infrastruttura di rete elettrica mai realizzata in Italia. L’altro super cavo è il SA.CO.I., il collegamento tripolare tra Sardegna, Corsica e Toscana: attivo dal 1966, ha appena compiuto 50 anni di vita e proprio oggi Del Fante ha dato l’annuncio di un’intesa (ancora non formalizzata) con la società che gestisce la rete in Corsica, Edf, per avviarne il rinnovamento e poi negli anni la sostituzione.

Di tutta questa energia prodotta e immagazzinata, la Sardegna ne utilizza quasi il 70% per il consumo regionale, registrando un surplus di oltre il 30% che viene esportato non solo verso l’Italia ma anche in territorio francese, raggiungendo la Corsica. Proprio dalla Francia è arrivata in questi giorni la notizia di un deficit energetico, che coincide con l’avvento del periodo invernale e costringerà molto probabilmente le autorità transalpine a importare elettricità da altri partner europei: “Un minimo di preoccupazione c’è – ammette Del Fante -, la situazione andrà monitorata con grande attenzione nelle prossime settimane, perché la Francia usa molto i riscaldamenti elettrici e quindi se fino al 22 dicembre o dall’8 gennaio in poi la temperatura sarà rigida, vuol dire che la Francia non esporterà e cercherà il più possibile di importare, e quindi potremmo anche noi dover attingere alle riserve”.

Non c’è comunque nessun rischio sul funzionamento delle utenze italiane, ha garantito l’amministratore delegato di Terna: “Condividiamo pienamente a livello tecnico l’analisi dell’Autorità”, che ieri aveva già scansato l’ipotesi blackout ma parlato casomai di “effetto atteso” sul prezzo delle bollette, vista l’impennata dei prezzi alla Borsa elettrica dopo lo stop della produzione in Francia. Se l’emergenza in Francia dovesse durare per tutto il periodo invernale, la stima sarebbe di un extracosto a livello nazionale compreso tra l’1 e gli 1,5 miliardi, che potrebbero effettivamente ricadere sulle bollette degli italiani.

Del Fante ha infine annunciato un accordo con Ferrovie dello Stato per una partnership da realizzare nei prossimi mesi: si tratta di utilizzare dei pannelli fotovoltaici in alcune stazione elettriche di Terna (che ha rilevato tutta la rete di Fs), di cui tre proprio in Sardegna, per immettere dell’energia pulita direttamente nel sistema ferroviario senza passare dalle reti di trasmissione. “Da questo progetto ricaveremo 300 GWh – ha detto Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi -, ovvero il 5% del nostro fabbisogno di elettricità, sul quale andremo a risparmiare circa un 40% del costo”. “I pannelli fotovoltaici – ha concluso l’Ad di Terna – avranno una capacità di 200 MW, ovvero due terzi dell’intera capacità dei pannelli installati su tutto il territorio nazionale nell’anno 2015”. I tempi per erogare la prima energia pulita per i treni? “Un anno e mezzo da oggi”, hanno risposto i due manager.

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