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Energia e ambiente, come ridurre le fughe di gas

Italgas

Come ridurre le fughe di metano dalla filiera del gas naturale, il 93% del quale è importato dall’estero, in particolare Russia, Algeria e Qatar? Il problema esiste e la domanda se l’è posta Amici della Terra, l’associazione ambientalista che da anni opera nel settore dell’energia, e la ong internazionale Environmental Defense Fund (EDF), che insieme hanno presentato uno studio contenente proposte di strumenti di mercato per la riduzione delle emissioni di metano.

Secondo le prime stime effettuate dagli Amici della Terra le emissioni fuggitive di metano – ovvero le fuoriuscite indesiderate di gas – sono prevalentemente attribuibili alle importazioni che pesano per il 93% sui consumi nazionali. Questa quota di emissioni non volute oscilla tra un minimo equivalente al valore di quelle generate dalla filiera nel territorio italiano (circa 4 Mt CO2 eq) ma molto probabilmente ha un valore almeno doppio se non maggiore. Il caso delle importazioni del gas naturale in Italia ripropone del resto le stesse contraddizioni già emerse con i fenomeni di carbon leakage che penalizzano l’industria manifatturiera italiane e europea con effetti ambientali negativi a livello globale.

Nel dettaglio, in base ai dati ISPRA, in Italia le emissioni fuggitive di metano della filiera del gas naturale (produzione, stoccaggio, trasporto e distribuzione) ammontano a 4,12 Mt di COeq. Nell’ambito della filiera del gas naturale circa il 78,1% delle emissioni fuggitive di metano provengono dalle reti di distribuzione, il 14,9% dalle infrastrutture di trasporto e stoccaggio, e il 3% dalle attività di estrazione. Dal 1990 le emissioni fuggitive di metano del settore energia si sono tuttavia ridotte del 34,4%.

Tutto ciò avviene mentre è in corso la transizione energetica verso le fonti meno inquinanti. Per questo è essenziale, sostiene il lavoro di Amici della Terra e EDF, che l’Unione europea si doti in tempi brevi di una “Methane Strategy” che abbia proprio come obiettivo la riduzione delle emissioni di metano del settore energetico come previsto dallo European Green Deal. Altrettanto importante, sostengono ancora le due associazioni, è che si preveda anche in questo settore l’utilizzo di una carbon border tax non discriminatoria, come la proposta di imposta sulle emissioni aggiunte (IMEA) già sostenuta dagli Amici della Terra per contrastare efficacemente i processi di carbon leakage.

“In vista di una strategia europea sul metano – ha commentato Ilaria Restifo, referente italiana di EDF -, sarà importante delineare precise azioni parallele, come promuovere strumenti di fiscalità ambientale su tutto il gas non conforme e introdurre uno standard di prestazione emissiva del metano su tutto il gas venduto in EU, compreso quello importato da paesi terzi. A questo scopo è necessario ottenere dati di alta qualità e introdurre tecniche MRV di monitoraggio, rendicontazione verifica – anche nell’ottica di una tassonomia per la finanza sostenibile. Gran parte delle politiche europee sul metano riguarderà l’applicazione di misure a livello nazionale e precise scelte di politica energetica. Quello del gas naturale è uno dei settori dove l’Italia ha una voce importante nel contesto internazionale, e dove può pensare di portare altri paesi sulle proprie linee d’azione, cogliendo l’occasione per essere davvero protagonista nella transizione energetica”.

“Riteniamo necessario – aggiunge Monica Tommasi presidente degli Amici della Terra – affrontare il tema del ruolo del gas naturale nella transizione energetica senza atteggiamenti pregiudiziali per individuare concretamente i modi migliori di utilizzo del combustibile fossile a minor intensità carbonica, a partire da una gestione adeguata delle emissioni fuggitive di metano, nella filiera dalla produzione al consumo. È per questo che abbiamo aderito alla campagna internazionale di EDF per la riduzione delle emissioni di metano del settore oil & gas. Per perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione con il phase out dal carbone entro il 2025, il PNIEC dell’Italia inevitabilmente indica nel breve periodo un aumento dei consumi di gas naturale e delle emissioni fuggitive di metano. Lo scenario del PNIEC fa inoltre emergere il paradosso di una politica che prevede un aumento del consumo di gas ma al contempo penalizza la produzione nazionale aumentando ancora più le importazioni da paesi con standard ambientali minori di quelli italiani e UE.”

“Il gas naturale – ha poi spiegato Tommaso Franci della direzione nazionale Amici della Terra – è da alcuni anni la prima fonte nel mix energetico dell’Italia con un peso del 37%. Nel 2018 l’Italia ha consumato 72,7 miliardi di m3 di gas naturale di cui il 93% importato (per l’88% tramite gasdotti e per il 12% da terminali di rigassificazione del GNL); circa il 55% viene consumato da grandi utenze (centrali termoelettriche e industrie) alimentate direttamente dalla rete di trasporto mentre circa il 45% dei consumi sono di piccole utenze (residenziale e terziario) alimentate dalle reti di distribuzione.”

E’ dunque indispensabile, secondo l’associazione, “un netto salto di qualità” nei dati ufficiali sulle emissioni di metano che è possibile con un maggior coinvolgimento degli attori della filiera del gas naturale, come sta avvenendo anche a livello internazionale, per poter verificare in modo credibile se effettivamente sono stati raggiunti i significativi obiettivi di riduzione su cui importanti operatori del settore hanno dichiarato di essere impegnati anche in Italia.

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Categories: Economia e Imprese