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Draghi: “Tassi bassi ancora a lungo, sull’inflazione non cantiamo vittoria”

“L’economia dell’eurozona si sta espandendo in maniera robusta, con tassi di crescita più forti di quanto non ci si aspettasse in precedenza e significativamente sopra il potenziale”. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi durante la sua audizione di fronte all’Europarlamento a Strasburgo, proprio nel giorno in cui a Washington ha giurato il nuovo presidente della Federal Reserve, Jerome Powell.

Draghi ne ha anche approfittato per ribadire che la Bce manterrà i tassi bassi a lungo e “ben oltre l’orizzonte degli acquisti di asset”, cioè ancora oltre la fine del Quantitative easing. “Rimaniamo pienamente impegnati -ha detto Draghi al Parlamento europeo – a raggiungere il nostro obiettivo di stabilità dei prezzi e, in linea con la nostra strategia di politica monetaria, miriamo a stabilizzare l’inflazione attorno a livelli che sono sotto ma vicini al 2%, entro un arco temporaneamente di medio termine”.

“Sebbene la nostra fiducia che l’inflazione convergerà verso il nostro obiettivo di vicino ma sotto il 2% si sia rafforzata, non possiamo ancora dichiarare vittoria su questo fronte”, ha però ammesso il presidente della Bce, spiegando che dopo essere cresciuta del 2% all’inizio del 2017 grazie a un aumento dei prezzi dell’energia, l’inflazione headline è andata fluttuando a partire dal maggio scorso tra l’1,3% e l’1,5%. “Le misure dell’inflazione di fondo, che escludono le componenti volatili, rimangono sottotono e devono ancora dimostrare segni convincenti di un trend sostenuto di ripresa. Sono sorti nuovi venti contrari a causa della recente volatilità dei tassi di cambio, le cui implicazioni per l’outlook di medio termine per la stabilità dei prezzi richiedono uno stretto monitoraggio”.

Secondo dati preliminari, ha poi aggiunto Draghi tornando a parlare dell’economia dell’area euro, il Pil reale dell’eurozona è cresciuto del 2,5% nel 2017 contro il +1,7% previsto a dicembre 2016 dallo staff della Bce. “L’espansione economica è ampiamente diffusa – ha detto Draghi – e il grado di dispersione dei tassi di crescita fra i vari paesi è ai livelli più bassi da 20 anni. Come conseguenza, vediamo crescita positiva in oltre l’85% dei settori dell’economia dell’eurozona contro una media storica del 74%”.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il capo dell’Eurotower ha spiegato che dopo aver toccato il punto più basso a metà 2013, il numero di occupati nell’Eurozona è cresciuto di circa 7,5 milioni di unità. “L’occupazione – ha detto – è ora ai livelli più alti dall’introduzione dell’euro. Il tasso di disoccupazione continua a declinare e ora è vicino ai minimi degli ultimi nove anni all’8,7%, in ribasso di 3,3 punti percentuali dai livelli massimi”. Più persone trovano lavoro, ha concluso Draghi, e più aumenta il reddito delle famiglie e “questo ha aiutato a rafforzare la crescita dei consumi privati che a loro volta stanno dando un forte sostegno agli investimenti aziendali”.

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Categories: Finanza e Mercati