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Dividendi bancari solo al 15% ma le Borse aspettano la Fed

Marco Verch Professional Photographer and Speaker on Flickr

Riparte, con molte riserve, la distribuzione dei dividendi delle banche. Lo ha stabilito ieri l’organo di controllo di Francoforte, cedendo solo in parte alle richieste delle banche, preoccupate per il minor appeal del settore (-21% da inizio anno) di fronte agli investitori. Gli istituti potranno distribuire solo il 15% dei profitti realizzati negli ultimi due anni e non più di 20 punti base di patrimonio primario (Cet1). “Stimiamo che la distribuzione cedolare sarà tra 10 e 20 miliardi di euro, circa un terzo di un anno normale”, ha detto Andrea Enria, il presidente del Meccanismo di vigilanza unica. Positivi martedì i titoli del settore: Mediobanca +3,48%, Unicredit +1%. Intesa Sanpaolo +0,3%.

Intanto, l’arrivo dei vaccini in Europa prima di Capodanno e l’intesa al Congresso Usa sul programma di aiuti all’economia hanno ridato ossigeno al Toro, che ha ripreso a correre stamane nelle piazze asiatiche. I mercati aspettano con fiducia le decisioni della Fed, che stasera non potrà che ribadire la necessità di sostenere la ripresa con una politica espansiva. Nell’attesa, il dollar index è sui minimi degli ultimi due anni e mezzo, a conferma delle attese dei mercati. Ovunque, le aziende si preparano a una stagione di grandi cambiamenti: vale per Apple come per Volkswagen.

RECOVERY, LA SPAGNA HA GIÀ PRONTA LA LISTA

Stamane il Financial Times rivela i progetti che le spagnole Iberdrola, Seat e Telefonica hanno presentato a Madrid per utilizzare i fondi del Recovery Fund. L’agenda del Bel Paese, purtroppo, si è arenata su temi più politici. A pagare il prezzo dei ritardi saranno le aziende, ricorda Mario Draghi, “quando i programmi di sostegno andranno a terminare e il patrimonio netto delle aziende sarà divorato dalle perdite”.

Merita il titolo di testa il nuovo record del Nasdaq (+1,25% a 12.595 punti). A trainare l’indice di Times Square è stata l’accelerazione di Apple (+4%) sull’onda delle anticipazioni del Nikkei Times: la società della Mela, per tenere testa alla domanda, avrebbe deciso di incrementare del 30% la produzione di iPhone 12.

Le indiscrezioni fanno sentire gli effetti anche stamattina sui listini asiatici: le società attive nella catena produttiva della telefonia Apple, salgono come anticipato ieri dal balzo di Stm a Milano. In Asia, il Nikkei di Tokyo è in rialzo dello 0,3%, l’Hang Seng di Hong Kong dello 0,7%. Il CSI 300 di Shanghai e Shenzen avanza dello 0,2%, il Kospi di Seul dello 0,7%.

Fa un nuovo balzo in avanti l’indice Fang, che comprende i Big di Cina e Usa. Baidu, la Google cinese, avanza del 10% dopo aver annunciato l’intenzione di entrare nel campo dell’auto elettrica. Tesla, in attesa dell’ingresso nell’indice S&P, porta a +670 % il guadagno da inizio anno.

Euro dollaro in rialzo per il terzo giorno consecutivo a 1,216.

STERLINA STABILE A 0,903. FISCO PIÙ LEGGERO SULLE NAVI

Euro-sterlina in via di stabilizzazione a 0,903 dopo due giorni di forte calo. Il Financial Times riporta che Londra sta preparando una drastica revisione della normativa fiscale sulla navigazione, in modo che, una volta libera dai vincoli con l’Unione Europea, potrà andare a far concorrenza ai Paesi che oggi attraggono sotto le proprie bandiere le grandi società di navigazione.

Il petrolio Brent è in lieve calo, a 50,6 dollari il barile. Le scorte settimanali di petrolio, secondo l’American Petroleoum Institute, dovrebbero essere salite di due milioni di barili.

IL VACCINO DÀ LA CARICA ALL’EUROPA

I mercati azionari europei guardano alla Germania. Innanzitutto, perché è da Berlino che sono arrivate le ultime direttive per la lotta alla pandemia: da una parte la stretta sanitaria, dall’altra la pressione decisiva sull’Agenzia europea per i farmaci (Ema) per anticipare al 21 dicembre (dal 29) la riunione per l’approvazione del vaccino di Pfizer e BioNTech anche nel Vecchio Continente. Ma a dare la carica contribuisce anche il risveglio di Volkswagen, pronta dopo l’accordo sindacale a iniziare la rincorsa a Tesla.

Intanto, in attesa delle decisioni della Fed, prende velocità la corsa al ribasso delle obbligazioni europee: il decennale spagnolo è entrato in territorio negativo, seppure solo per lo 0,009%. Euro-dollaro a 1,215. Il governatore della Banca centrale della Finlandia, Olli Rehn, ha detto che la Bce sta monitorando il cambio molto da vicino.

FRANCOFORTE GUIDA LA RISCOSSA

Piazza Affari ha chiuso la seduta di martedì con un progresso dello 0,81%, a 21.935 punti base. Contrastati gli altri listini. Francoforte è la piazza migliore (+1,05%). Poco mosse Parigi (+0,5%) e Madrid (0,13%), mentre Londra (-0,25%) e Zurigo (-0,31%) sono in calo.

GESTORI POSITIVI ANCHE SULL’ITALIA

Il sondaggio tra i gestori di Bank of America conferma la propensione all’investimento azionario. Per la prima volta dal 2013, i grandi investitori stanno sottopesando il contante. Fortissima propensione per i mercati emergenti, per le azioni medie-piccole e per le materie prime. La Gran Bretagna è l’area su cui c’è più cautela, che si traduce in sottopeso. Per la prima volta da diversi mesi, l’Italia viene percepita in possibile lieve sovrappeso nei prossimi 12 mesi. La favorita resta la Germania.

Il debito pubblico italiano è salito, a fine ottobre, a 2.587,0 miliardi, in aumento di 3,2 miliardi rispetto al mese precedente, segnando un nuovo record.

DRAGHI: TASSI BASSI, MA CONTA CRESCERE

Mario Draghi ha detto ieri che “in base a tutte le previsioni, i tassi d’interesse resteranno bassi per molto tempo. La mia congettura è che, in ultima analisi, la sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next Generation Eu”. Se queste ultime “saranno sprecate, il debito alla fine diventerà insostenibile, perché i progetti finanziati non produrranno crescita. Se invece i tassi di rendimento dei progetti fossero elevati e tali da giustificare l’investimento pubblico, allora la crescita arriverebbe e diventerebbe il fattore decisivo per la sostenibilità del debito”.

TASSI IN DISCESA: RECORD IN ITALIA, SPAGNA, PORTOGALLO E GRECIA

Giornata di record per i titoli del debito: toccano nuovi minimi i Btp (0,48%), assieme ai decennali di Spagna, Portogallo e Grecia. Lo spread con il Bund scende sui minimi degli ultimi due anni e mezzo, a 110 punti base. In attesa dell’operazione di buyback di oggi, il Tesoro ha annunciato di avere impiegato 496 milioni di euro del Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato a rimborso parziale del Ccteu giugno 2014/dicembre 2020.

VOLKSWAGEN DA LA SCOSSA ALL’AUTO EUROPEA

Riparte, dopo la pace con i sindacati, la corazzata Volkswagen (+7,62%, oltre i 150 euro). Il consiglio di sorveglianza della casa automotive tedesca si è schierato a sostegno del piano industriale presentato dall’amministratore delegato Herbert Diess, che punta a una rapida conversione del gruppo verso l’auto elettrica e alla spinta verso il digitale nelle fabbriche, anche a costo di sfidare la leadership del sindacato. Il durissimo contrasto si è risolto con una vittoria ai punti: il cuore dell’auto elettrica sarà sempre Wolfsburg, così come ha chiesto il sindacato. Anche Ducati e Lamborghini restano sotto il diretto controllo della casa, mentre Bentley passa sotto Audi.

L’aria di ripresa contagia il resto del settore. Grazie al rally partito da inizio novembre, l’indice Stoxx del comparto Automotive ha azzerato la perdita e ora viaggia con un guadagno del 2% da inizio anno, una performance migliore di quella registrata dall’indice Stoxx globale, -2,5%.

UN MANAGER DEL LUSSO PER FERRARI?

Avanzano i titoli francesi: Renault +2,9%, Peugeot +2,8%. Brillante anche Fiat Chrysler (+2,21%). Sale anche Ferrari (+1,51%): ieri si è tenuta la prima riunione del board per la scelta del successore di Lou Camilleri. Da quel che è trapelato, non sarà una scelta rapida. Tra i candidati non c’è, pare, Mike Manley, che pure non farà parte del board di Stellantis. Non è escluso che la scelta cada fuori dal mondo automotive: la casa di Maranello è ormai considerata un marchio del lusso. Non è da escludere la pista di un capoazienda in arrivo da Hermès (fresca alleata di Exor) o dal pianeta Lvmh (nel board della Rossa figura Delphine Arnault). Sale anche Cnh Industrial (+3,22%), promossa a buy da Deutsche Bank.

Le vendite colpiscono Pirelli (-1,78%), dopo il collocamento di obbligazioni senior unsecured equity-linked quinquennali infruttifere per un importo nominale di 500 milioni.

Bene il settore del lusso: S. Ferragamo +2,7%, Moncler +1,92%, B. Cucinelli +2,01%.

STM CANCELLA LA CADUTA. BENE LEONARDO

Giornata di recuperi per Leonardo (+3,8%), spinta dall’incremento delle spese per la difesa progettato dal governo.

Rimbalza anche Stm (+4,45%), miglior titolo di giornata, che comincia così a recuperare parte delle perdite subite nella seduta dello scorso 10 dicembre, quando chiuse la giornata di contrattazioni con un tonfo che sfiorò il 12%. Il crollo aveva seguito la decisione dell’azienda di posticipare di un anno l’ambizione di raggiungere i 12 miliardi di dollari di ricavi e di abbassare le indicazioni sui margini. Comunque il titolo nell’ultimo mese ha fatto segnare un rialzo del 3,97%, mentre la performance sugli ultimi 6 mesi arriva al +31,31%.

RIMBALZA ATLANTIA, TIM BRASIL CONQUISTA OI

In evidenza Atlantia (+3,03%): il Cda ha approvato il progetto di scissione di Aspi. Positivi anche i petroliferi: Tenaris +1,22%, Saipem +1,21%, Eni +0,85%.

Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, “ci vorranno diversi mesi prima che le vaccinazioni contro il coronavirus inizino a sostenere la domanda globale di petrolio”.

Telecom +0,31%. Tim Brasil ha vinto la gara in cordata con Telefonica Brasil (Vivo) e Claro per aggiudicarsi le attività mobili del gruppo Oi. Il valore complessivo dell’operazione è di 16,5 miliardi di reais (2,7 miliardi di euro).

CAMPARI -2,18%. AL COVID NON PIACE L’APERITIVO

Perde colpi Campari (-2,18%): Jefferies ha limato il prezzo obiettivo da 9 a 8,9 euro, confermando la raccomandazione hold. Per gli esperti “l’impatto della seconda ondata” di contagi da Covid-19 probabilmente metterà sotto pressione di breve termine le stime, ma la società resta “un asset unico”, con varie opzioni in termini di M&A. Le attese di Ebit vengono abbassate di circa il 10% sul 2020, mentre vengono sostanzialmente confermate per il 2021-2022. Le performance peggiori di giornata sono però quelle di Recordati (-2,73%) e di Amplifon (-2,38%).

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