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Derby tra Mou e Sarri, Juve all’esame di riparazione, Napoli sfida Mazzarri

FC Juventus

Una domenica per cuori forti. La sesta giornata riparte dopo gli anticipi di ieri e lo fa con un menu ricchissimo, a tutte le latitudini. Si comincia all’ora di pranzo con Juventus-Sampdoria (12.30), si prosegue alle 18 con il derby della Capitale tra Lazio e Roma, si conclude in serata con il posticipo Napoli-Cagliari (20.45). Insomma, non ci si annoierà di certo anche perché tutte hanno ottimi motivi per vincere e nessuno per non farlo. I bianconeri, per esempio, hanno ancora una classifica molto deficitaria e sanno di non poter sbagliare la partita con la Samp, pena cancellare quanto di buono fatto a Spezia mercoledì scorso. “Dobbiamo giocare bene e cercare di vincere: è importante per la classifica e per prendere i primi 3 punti in casa – ha confermato Allegri -. Ci saranno cambiamenti, c’è bisogno di gestire le energie, poi penseremo al Chelsea. Il nostro lavoro è quello di fare bene, migliorare i giocatori e portare a casa risultati. Io preferisco essere criticato ma con una squadra vincente, la compassione si prova per chi perde”.

Focus totale sui blucerchiati insomma, senza farsi distrarre dalla super-sfida contro il Chelsea di mercoledì (a proposito, ieri i Blues hanno perso 1-0 in casa contro il Manchester City). Il tecnico bianconero comunque un po’ di turnover lo farà, ma non certo per snobismo: con un calendario così intasato, del resto, non si può fare altrimenti. Il suo 4-4-2 vedrà Perin in porta, Cuadrado, Bonucci, De Ligt e Alex Sandro in difesa, Bernardeschi, Bentancur, Locatelli e Chiesa a centrocampo, Morata e Dybala in attacco. D’Aversa, reduce dal pesantissimo 0-4 contro il Napoli, proverà a rialzarsi con lo stesso sistema di gioco, con Audero tra i pali, Bereszynski, Yoshida, Colley e Augello nel reparto arretrato, Candreva, Thorsby, Ekdal e Damsgaard in mediana, Caputo e Quagliarella coppia offensiva. Le milanesi sanno che non è ancora arrivato il momento di dare per morta la Signora, ma è chiaro che oggi la loro attenzione sarà rivolta soprattutto sul Maradona, dove il Napoli di Spalletti riceverà il Cagliari dell’ex Mazzarri. Gli azzurri sono gli unici a punteggio pieno e se oggi ottenessero la sesta vittoria in campionato si riprenderebbero il primo posto, dando l’ennesimo segnale di forza a tutte le rivali. Sulla carta, evidentemente, non dovrebbe esserci storia, visto che il Napoli viene da uno splendido 4-0 in trasferta mente il Cagliari, nonostante il cambio di allenatore, ha mostrato grossi limiti in casa con l’Empoli, ma il calcio, si sa, spesso e volentieri sfugge da qualsiasi logica.

“Non vogliamo nasconderci da niente – ha spiegato Spalletti -. Quello dei candidati alla prima posizione è un condominio di sette squadre, vogliamo assumerci il peso dei nostri millesimali ma non vogliamo le quote degli altri, perché sono le stesse. Poi ci sono momenti dove si fa meglio e altri dove si fa peggio, noi dobbiamo essere pronti a tutto”. Il tecnico cerca di mantenere un profilo basso, anche per evitare di infiammare eccessivamente una città già calda di suo, però sa benissimo che questo tipo di partite può fare la differenza tra un campionato “normale” e uno destinato a restare nella storia. La formazione odierna dovrebbe essere grossomodo quella di Genova, dunque 4-2-3-1 con Ospina in porta, Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly e Mario Rui in difesa, Fabian Ruiz e Anguissa a centrocampo, Politano (leggermente favorito su Lozano), Zielinski e Insigne alle spalle dell’unica punta Osimhen. Mazzarri, ex sempre amatissimo all’ombra del Vesuvio, risponderà con un 4-4-2 con Cragno tra i pali, Caceres, Ceppitelli, Godin e Lykogiannis nel reparto arretrato, Nandez, Marin, Strootman e Dalbert in mediana, Joao Pedro e Keita in attacco. I

l culmine delle emozioni di questa domenica arriverà però dall’Olimpico, dove andrà in scena un derby che si preannuncia incandescente. Da una parte la Roma di Mourinho, reduce dalla vittoria sull’Udinese ma costretta a rinunciare a capitan Pellegrini, dall’altra la Lazio di Sarri, che fallisce l’appuntamento con i 3 punti dallo scorso 28 agosto. La tensione è alle stelle, anche perché “Mau e Mou” non potrebbero essere più diversi, sia dentro che fuori dal campo: la sfida tra di loro, dunque, è un ulteriore elemento di interesse in questo derby numero 179 (154 in Serie A) già ricchissimo di suo. “Il derby non è una partita normale, è una delle partite più importanti d’Europa – l’arringa di Sarri -. È un onore giocarlo, tutti da bambini vedendo un Lazio-Roma o ascoltandolo alla radio come facevo io da giovane, sognavano un giorno di poterla giocare. Quindi ci siamo e giochiamola, troviamo un avversario molto forte, dunque ci servirà una bella prestazione”.

“I derby sono belli da giocare, non preoccupano un allenatore perché non bisogna motivare e stare attenti con i giocatori più o meno concentrati – gli ha fatto eco lo Special One -. Ai miei chiedo di giocare per conquistare i 3 punti e uscire dal campo con la sensazione di aver dato tutto. Sappiamo che non possiamo vincere sempre, loro hanno le stesse ambizioni, ma l’atteggiamento che voglio è lo stesso di sempre”. Il derby è importante a prescindere, ma è chiaro che a livello di classifica sembrerebbe esserlo di più per la Lazio, che in caso di sconfitta perderebbe ulteriore terreno in chiave Champions. Sarri, dopo il turnover (mal riuscito) di Torino, tornerà al 4-3-3 tipo con Reina in porta, Lazzari, Luiz Felipe, Acerbi e Hysaj in difesa, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva e Luis Alberto a centrocampo, Felipe Anderson, Immobile e Pedro in attacco. Assenza pesantissima invece per Mourinho, costretto a rinunciare a Pellegrini per la discutibile espulsione di giovedì: il sistema di gioco comunque resterà il 4-2-3-1, con Rui Patricio tra i pali, Karsdorp, Mancini, Smalling e Calafiori nel reparto arretrato, Cristante e Veretout in mediana, Zaniolo, Mkhitaryan ed El Shaarawy alle spalle dell’unica punta Abraham.

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