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DERBY DI MILANO/1 – Inter, Mancini è solo una fede e la remuntada un sogno

Succede in Borsa che nei momenti di gran Toro non ci sia notizia anche fortemente negativa che possa raffreddare il sentimento bullish. Qualcosa di simile sta succedendo all’Inter, non certo perché la squadra nerazzurra abbia il vento in poppa, anzi poche volte è andata tanto male come di questi tempi con Roberto Mancini in panchina.
A far peggio di lui, a memoria d’uomo, negli ultimi vent’anni del Biscione, c’è solo Gasperini, ma allo sciagurato, che non vinse un’incontro e seppe perdere anche con il Novara, non fu dato alcun tempo per rimediare. Venne cacciato. Il primo di una lunga serie di ripudiati sul palcoscenico (sempre più vuoto) di San Siro: Ranieri, Stramaccioni fino a Mazzarri. Ma tutti e tre, persino l’inviso trainer toscano di San Vincenzo, se ne sono andati con una media punti a partita migliore di quella del Mancio.

Eppure nella Milano interista, in questa stagione di vacche magrissime come quelle che si aggirano nel Sahel, guai a sparare contro Mancini, che resta per Thohir e la stragrande maggioranza del popolo nerazzurro l’unico uomo cui aggrappare le speranze in una remuntada. Così è bastato il successo sul campo di Verona per far dimenticare due mesi di sconfitte vergognose o pareggi penosi. E in  questo clima fideistico proiettato al paradiso che il Mancio va promettendo, con l’aiuto di Hernanes tornato finalmente il “Profeta”,  come interisti ci avviciniamo al derby, il più povero degli ultimi tempi, con le due squadre milanesi ormai relegate a comprimarie del campionato. Per novanta minuti sarà grande tifo anche se in palio, salvo miracoli, non c’è nemmeno l’ombra di un posto in Europa. Può accadere di tutto. Anche che l’Inter vinca, se non si farà infilare da Menez. A rischiare di più è il povero Inzaghi, che sta incanutendo di sconfitta in sconfitta. Mancini, comunque vada, appare intoccabile come i suoi 4 milioni netti all’anno. “Di certo l’anno venturo lotteremo per lo scudetto”. Parola di Mancio, ex re di Manchester sponda City, oggi di Appiano, per cui “quod principi placuit, legis habet vigorem”. Sperèm!

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