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Cresce di nuovo la febbre ucraina: salgono oro e petrolio e scende l’euro. Positiva Piazza Affari

FIRSTonline

EFFETTO KIEV: ASIA INCERTA, IN VISTA APERTURA DEBOLE
A MILANO SOTTO I RIFLETTORI POPOLARI E TELECOM

Sale la tensione in Ucraina, sale il prezzo dell’oro (1329 dollari l’oncia) così come quello del petrolio (104,3 il Wti a Tokyo). In flessione l’euro, a 1,3851 sul dollaro da 1,3906 di venerdì, grazie alle parole di Mario Draghi al vertice Fmi.

Deboli ma non troppo i mercati azionari asiatici. L’indice Nikkei, dopo la partenza al ribasso, oscilla attorno alla parità, Hong Kong +0,15%. In ribasso Shanghai –o,42% in attesa del dato sul pil cinese del primo trimestre, che verrà annunciato domani. Tokyo -7,3% è la Borsa peggiore da inizio anno. Rimbalzano invece gli emergenti: +8,7% dal 21 marzo l’indice Msci.

Sull’apertura europea pesano le tensioni in Ucraina. In giornata i ministri della Ue si riuniranno per decidere eventuali nuove sanzioni contro Mosca. In terreno negativo i i futures sulle principali piazze. In primo piano le reazioni all’intervento di Mario Draghi dalla tribuna del Fondo Monetario.

La Banca Centrale Europea, è stato il messaggio del presidente, è pronta a rispondere con nuovi stimoli monetari ad un ulteriore rafforzamento dell’euro per evitare pressioni al ribasso sull’andamento dell’inflazione.

Riflettori accesi su Wall Street dopo le pesanti perdite sui titoli tecnologici. L’attenzione degli operatori è concentrata sulle trimestrali, a partire dai conti di Citigroup che saranno annunciati prima dell’apertura.

Nei prossimi giorni la parata dei bilanci, probabilmente i più “magri” dal 2009 proseguirà con: Google, Ibm, Yahoo, General Electric, Pepsico, Coca-Cola, Goldman Sachs, Bank of America e Morgan Stanley. Sul fronte macro l’attenzione è rivolta ai discorsi dei governatori della Fed. Mercoledì parlerà Janet Yellen. Sono anche previsti interventi di Dennis Lockhart, Charles Plosser and Jeremy Stein.

AL VIA BTP ITALIA FORMULA SEI ANNI

In questa cornice, che favorisce la corsa al debito pubblico europeo, il Tesoro rilancia il Btp Italia, stavolta in versione sei anni. Le cinque precedenti emissioni hanno raccolto, dal marzo 2012, in tutto 66 miliardi garantendo un buon risultato ai sottoscrittori. In particolare, le prime tre emissioni (incircolazione da più di un anno) hanno reso rispettivamente il 5,5%, 7,7% e 6,2%.

Il nuovo titolo, indicizzato all’inflazione italiana (ex tabacco) si può sottoscrivere sul Mot (tramite banca o un broker on line) con un taglio minimo di 1.000 euro ed offre una cedola minima reale annua (l’ultima emissione era al 2,15%) per proteggere dal carovita. Il pubblico retail può sottoscrivere l’emissione dal 14 al 16 aprile,salvo chiusura anticipata. Saranno comunque soddisfatte tutte le richieste pervenute entro le 17.30 di martedì 15.

RATING, L’ITALIA RESTA AGGRAPPATA ALLA SERIE A

L’Italia conserva la sua unica A. L’agenzia Dbrs ha confermato il rating sovrano di lungo periodo dell’Italia ad A (low), con outlook che resta ‘negativo’. Dbrs è l’unica, tra le quattro agenzie seguite dalla Bce, ad aver mantenuto il rating sovrano italiano in area ‘A’ durante la crisi finanziaria, preservando i titoli di Stato del paese da un peggioramento della loro valutazione come collaterale nelle operazioni di rifinanziamento presso la banca centrale.

Il prossimo pronunciamento in calendario sul rating sovrano italiano è previsto venerdì 25 aprile da parte di Fitch (che ha al momento una valutazione BBB+ con outlook negativo).

Il mercato dei titoli di Stato è rimasto tranquillo nella settimana delle aste. Il Btp a 10 anni ha registrato una lieve crescita del rendimento al 3,20% (dal 3,16% del giorno prima), lo spread è a quota 169. In giornata il Tesoro ha collocato in asta 7,5 miliardi di Btp a tassi in calo: il tre anni è sceso allo 0,93%, nuovo minimo storico.

In più, la Grecia è tornata a finanziarsi con successo sul mercato spuntando un rendimento del 4,95% per nuovi titoli a 5 anni. Mediobanca (-9,4% nell’ultima settimana) si è assicurata un ruolo di bookrunner nell’operazione di ricapitalizzazione di Eurobank, la quarta banca ellenica.

BPM NEL MIRINO, DOPO IL NO ALLO STATUTO

Attesa per la reazione di Piazza Affari dopo la bocciatura, inattesa, della proposta di riforma della governance da parte dell’assemblea degli azionisti della Banca Popolare di Milano a pochi giorni dall’avvio dell’aumento di capitale da 500 milioni previsto per i prossimo 5 maggio.

I voti favorevoli alle modifiche dello statuto, concordato con la Banca d’Italia, non hanno infatti raggiunto per un centinaio di voti il quorum dei due terzi previsto per deliberare nelle assemblee straordinarie. Da inizio anno il titolo Bpm ha registrato un aumento di oltre il 50% a fronte di un guadagno dell’indice di settore del 20% circa.

BPER, CREVAL, ETRURIA. POPOLARI IN FERMENTO

Week end di intenso lavoro per le Popolari. Davanti ai 3.200 partecipanti all’assemblea di Bper il presidente Luigi Odorici ha affermato che la decisione su un aumento di capitale “sarà presa nel giro di qualche settimana”. E’ quasi scontata la richiesta di 700 milioni. Nell’ultima settimana il titolo ha accusato una perdita dell’11,5%.

In sede straordinaria, l’assemblea del Creval ha approvato l’operazione di aumento di capitale fino a 400 milioni di euro mediante emissione di azioni ordinarie da offrire a pagamento in opzione agli azionisti. L’operazione è assistita da un consorzio di garanzia. Banca Etruria e Popolare di Vicenza hanno intanto raggiunto un’intesa per definire la “struttura, le modalità, nonché le condizioni” di una “possibile integrazione”. Si legge in una nota che specifica come “fino al 30 maggio, Etruria si asterrà da altre analoghe trattative per consentire a Vicenza di presentare entro tale termine un’offerta vincolante”. Si è chiusa con successo l’Ipo di Anima che debutterà mercoledì su listino di Piazza Affari. Il prezzo di offerta delle azioni ordinarie è stato fissato a 4,20 euro per azione. La domanda, al prezzo di offerta, è stata pari a circa 5,4 volte il quantitativo di azioni offerte. La capitalizzazione della società sarà pari a 1,259 miliardi di euro, calcolata sulla base del prezzo di offerta.

TELECOM ITALIA, SAWIRIS CI RIPROVA

A volte ritornano. Naguib Sawiris, in un’intervista al Sole 24 Ore, fa sapere di essere sempre pronto ad investire 2 miliardi in Telecom Italia (invariata in settimana) a patto che dalla compagine azionaria esca Telefonica, la cui presenza “è conflittuale”. “Io aspetto – dice il magnate egiziano – perché le banche italiane hanno già detto di voler uscire a giugno. E il regolatore brasiliano ha detto a Telefonica che deve decidere se restare in Telecom Italia o controllare tutte le operazioni mobili di Vivo”.

La sortita di Sawiris cade all’antivigilia dell’assemblea del 16 aprile che nominerà il nuovo cda. La previsione è che il board, composto da indipendenti, darà nuovo tempo a Telefonica per risolvere a partita brasiliana con il consenso delle autorità , ovvero organizzare una cordata per l’acquisto di Tim Brasil assieme ad altri competitor. Il titolo intanto ha tratto giovamento dall’accordo che consentirà ai propri clienti di accedere all’offerta televisiva di Sky, grazie ad una nuova piattaforma Ip e a un decoder dedicato: un contratto simile con Deutsche Telekom ha dato ottimi risultati in Germania.

TORNANO A SALIRE I DIVIDENDI, RENDIMENTO MEDIO AL 2,3%

La campagna dividendi si profila la più generosa degli ultimi anni. Le società, secondo i dati elaborati da S&P Capital Iq, si accingono a distribuire cedole per un ammontare complessivo di 12,4 miliardi contro 11,1 di un anno fa. Il rendimento medio è del 2,3%, in calo rispetto al 3,6% di un anno fa, circostanza che si siega con il forte incremento delle quotazioni.

L’indice FtseMib ha invece perso nelle ultime cinque sedute il 4,4%, riducendo il guadagno da inizio anno a +11,7. La peggior blue chip della settimana è stata Azimut -13%. Dalle comunicazioni a Consob sulle partecipazioni rilevanti emerge che Timone Fiduciaria, holding che riunisce dipendenti e promotori del gruppo Azimut, ha ridotto la partecipazione nella società sotto il 20% dal precedente 22%. Kepler Cheuvreux ha ribadito la raccomandazione Hold con target price a 23 euro.

In calo anche Mediolanum – 13% e Mediaset -10,3%.

Rimbalzano i titoli del lusso: Ferragamo +5% e Yoox +2,6%, nonostante lo scivolone di venerdì (-2,4%).

Categories: Finanza e Mercati