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Confindustria, Orsini rilancia “un piano industriale straordinario per l’Italia e la Ue”. Focus su investimenti, salari e produttività

Imagoeconomica

Un cambio di passo, una svolta concreta, una visione comune. Dall’assemblea annuale di Confindustria – per la prima volta ospitata a Bologna, simbolo del cuore produttivo dell’Emilia-Romagna – il presidente Emanuele Orsini ha lanciato un messaggio chiaro: serve un piano triennale da 8 miliardi l’anno per rilanciare l’industria italiana, auspicando anche un orizzonte di cinque anni. “Dobbiamo darci un obiettivo di crescita ambizioso: raggiungere almeno il 2% di crescita del Pil nel prossimo anno” ha aggiunto il presidente di fronte a una platea ampia e trasversale – con la premier Giorgia Meloni, diversi ministri, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, leader sindacali ed esponenti dell’opposizione.

Il piano per l’Italia e l’Europa di Orsini

Orsini invoca un “piano straordinario per l’Italia e per l’Europa”, sottolineando come “le scelte degli ultimi anni stanno presentando un conto pesantissimo. Hanno indebolito la nostra competitività industriale, hanno messo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e, di conseguenza, l’intero sistema di welfare e di coesione sociale: cuore del modello europeo dal secondo dopoguerra. Bisogna intervenire subito per cambiare questa rotta”.

Orsini: “Serve un New Generation EU per l’industria”

Per quanto riguarda l’Europa, “il piano deve essere basato su due leve: la prima sono gli investimenti per sostenere la capacità innovativa dell’industria, da realizzare con il contributo delle risorse pubbliche e private. Per attivarli serve un “New Generation EU per l’industria” e un mercato dei capitali realmente unico e integrato; la seconda sono le regole per rimettere al centro la competitività, l’abbattimento degli oneri burocratici e l’unione tra le tre dimensioni della sostenibilità (economica, sociale e ambientale)”.

Non è poi mancata una dura critica alle politiche europee: dallo stop al motore endotermico al 2035 alle norme sul packaging e alla riduzione della protezione brevettuale da otto a sei anni. Il Patto di stabilità rischia di trasformarsi in “un patto per il declino dell’Europa”. Anche la Bce è chiamata a un cambio di passo: “deve avere più coraggio sia sul fronte dei tassi di interesse sia su quello dei requisiti patrimoniali bancari, che oggi sono molto più rigidi rispetto a quelli in vigore in Usa e Cina”.

Orsini: “Italia frenata da troppi ostacoli, ribaltare la prospettiva”

Sul fronte italiano, il presidente di Confindustria invoca un cambio di “marcia” sulla competitività dell’industria, “frenata da troppi ostacoli”. E ha aggiunto: “Troppo spesso in Italia vengono scambiati i successi delle imprese come effetto di grandi strategie di sviluppo che, invece, non ci sono state. Il nostro Paese e le nostre realtà imprenditoriali hanno tutte le carte in regola per farcela. Ma bisogna cambiare prospettiva. Anzi, ribaltarla”.

Ha chiesto di “lavorare tutti insieme – industria e servizi, istituzioni e partiti, di maggioranza e di opposizione, forze sociali e sindacati – ad un vero Piano industriale straordinario per l’Italia”.

Energia, emergenza prioritaria

Sull’energia Orsini non fa sconti: “occorre agire con urgenza”. La bolletta energetica è “una situazione insostenibile” per imprese e famiglie. “La componente più urgente è quella dei sovraccosti energetici; è un vero dramma che si compie ogni giorno: per le famiglie, per le imprese e per l’Italia intera”. Alla premier Meloni, in sala, ha ricordato le sue parole: “Bisogna abbattere il sovraccosto energetico che pesa come un macigno sulla competitività delle imprese italiane. Lancio un appello alle opposizioni: lavoriamo insieme per il disaccoppiamento in bolletta tra prezzo del gas e prezzo delle rinnovabili”, commentando: “È esattamente quello che chiediamo e ho chiesto da quando sono presidente di Confindustria”. Ha anche aggiunto che bisogna “accelerare il ritorno al nucleare”.

Proposte e dialogo con il governo

Il dialogo con l’esecutivo è positivo: diverse proposte sono state recepite, come il piano casa per i giovani e l’Ires premiale, sebbene limitato. Orsini propone di potenziarlo, rilanciare l’Ace e riattivare Industria 4.0, sottolineando: “Puntiamo su Industria 4.0, 6.0, chiamiamola come vogliamo – purché sia potenziata; questa misura per noi è indispensabile. E puntiamo sui contratti di sviluppo, strumenti in cui le imprese hanno già maturato esperienza e ottenuto risultati concreti”. Ma aggiunge: “Anche qui, servono procedure più semplici, regole certe e tempi più rapidi. In un momento complicato come questo abbiamo bisogno di convincere i nostri imprenditori ad investire”.

Con un invito al dialogo, Orsini si rivolge a tutte le forze politiche e sociali: “Per un mondo nuovo servono strumenti nuovi e un patto nuovo tra tutti noi”. E aggiunge: “Abbiamo dimostrato di avere la capacità di superare momenti difficili affrontandoli tutti insieme. Guardando all’interesse comune”. Ora, “è giunto il tempo della responsabilità, del coraggio, della determinazione. Per un’Europa più forte. E per un’Italia ancora più grande”.

Infine, rivolgendosi ai sindacati, Orsini ribadisce: “servono contratti di produttività”. Evita di affrontare nel dettaglio la difficile trattativa per i metalmeccanici, ma sottolinea che “in Italia le retribuzioni più elevate e i meccanismi di recupero dell’inflazione sono nei contratti di Confindustria”.

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