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Cina ancora giù, i missili di Kim spingono il dollaro

FIRSTonline

I missili di Kim e la grinta di Trump, che oggi riunirà i senatori repubblicani per stringere le fila in vista della battaglia per la riforma fiscale, tengono alta l’attenzione dei mercati. Ma i riflettori saranno concentrati anche sull’esordio davanti al Banking Committee di Jerome Powell, il futuro presidente della Fed, che deve affrontare il voto dei parlamentari.

Sarà l’occasione per un primo test dell’orientamento in materia di tassi del nuovo banchiere più potente del mondo. Ad inquietare i mercati della regione sono però soprattutto i venti di guerra che tornano a spirare da Pyongyang: le strutture di ascolto del Giappone hanno intercettato segnali radio relativi ad un prossimo lancio di un missile da parte di Kim. Il mercato azionario della Corea del Sud è contrastato, indice Kospi +0,2%, indice Kosdaq -1,2%. Tokyo scende dello 0,4%. Poco mossa la Borsa dell’India.

La minaccia coreana, per giunta, va ad aggiungersi ai segnali di debolezza che arrivano dalla Cina. L’indice CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzhen arretra di un altro 0,8%, ai minimi delle ultime tre settimane. Debole anche l’Hang Seng di Hong Kong (-0,8%), reduce da una lunga striscia di rialzi. Solo giovedì, quando uscirà il dato Pmi ufficiale, sarà possibile valutare l’entità del rallentamento dell’economia pilotata dalle autorità, decise a raffreddare il motore e ad intervenire sull’indebitamento.

FED, OGGI IL PRIMO TEST PER POWELL

In questa cornice sembra destinata a perder forza la pressione al rialzo sull’euro, che comunque viaggia ancora attorno a 1,19 sul dollaro. La valuta Usa si è ripresa in serata, anche per effetto delle dichiarazioni di un membro della Federal Reserve, senza mezzi termini, a favore di un aumento del costo del denaro. In passato, il membro votante del Federal Open Market Committee, aveva rilasciato dichiarazioni molto più morbide in materia di tassi di interesse. Anche per questo acquista importanza l’audizione di Powell.

IL CYBER MONDAY MANDA AMAZON SULLE STELLE

Wall Street ha messo a segno un nuovo record con il Dow Jones, +0,1%, anche grazie alle notizie arrivate dal mercato immobiliare. In lieve calo il Nasdaq e l’S&P500.

Il mondo in questi giorni acquista online e compra Amazon: +2,2% a 1.209 dollari, massimo storico.

In lieve calo il prezzo il petrolio Brent, a 63,8 dollari il barile a due giorni dal vertice Opec di Vienna.

A Piazza Affari rallentano Tenaris (-2,41%) e Saipem (-2,22%). Invariata Eni, che ha siglato un accordo che assegna alla major italiana il 48% dei diritti del blocco onshore di Cabinda Northin Angola, di cui Eni diventa anche operatore.

A MILANO LA MAGLIA NERA, MADRID LA MIGLIORE

Euro in salita, petrolio giù. E la spada di Damocle delle sanzioni sul fronte del dieselgate su Fca. Diversi fattori hanno contribuito a ridurre l’effetto positivo del probabile (ma non rapido) accordo per la formazione del governo tedesco. Sempre alta, poi, le tensioni sul fronte delle banche. I futures segnalano una partenza debole delle piazze del Vecchio Continente.

Milano, sotto la pressione dei titoli del credito, è stata la Borsa peggiore. L’indice Ftse Mib (-1,07%), scivola sotto quota 22 mila (21.176 punti). A chiudere in terreno positivo è solo Madrid (+0,1%). In vista delle elezioni in Catalogna del 21 dicembre il quotidiano El Paìs ha pubblicato un sondaggio da cui emerge che solo il 25% dei catalani è a favore della separazione dalla Spagna.

Deboli Parigi (-0,56%) e Londra (-0,35%). Francoforte -0,46%. I negoziati per formare una nuova “grande coalizione” tedesca con il partito socialdemocratico potrebbero non iniziare prima del prossimo anno, secondo quanto riferito da Julia Kloeckner, vicepresidente del partito della Merkel.

RENDIMENTI DEI CTZ AI MINIMI. SPREAD A 145

Il secondario italiano ha chiuso in rialzo la prima seduta della settimana, con un andamento leggermente migliore rispetto al resto della zona Euro.

Oltre al sostegno dal fronte politico in Germania, la carta italiana ha tratto beneficio dalla decisione del Tesoro di non offrire il titolo con scadenza a 5 anni nella prossima asta a medio-lungo, con un’offerta di conseguenza più leggera.

In chiusura il differenziale di rendimento tra Btp decennale e Bund è sceso a 145 punti base. Il tasso del decennale benchmark è stato trattato 1,79% da 1,83% dell’ultimo finale di seduta.

Dopo l’asta Ctz di ieri (con il tasso al nuovo minimo storico di -0,337%), la tornata dei collocamenti di fine mese prosegue oggi con il Bot a sei mesi.

Anche in questo caso, il rendimento è visto in calo e potrebbe segnare il nuovo minimo storico dato che in chiusura, sul mercato grigio di Mts, il tasso del Buono con scadenza 31 maggio 2018 è sceso a -0,408% circa, vicino al calo rispetto al minimo storico di -0,400% di fine ottobre.

L’asta a medio lungo di mercoledì prossimo sarà l’ultima con regolamento sul 2017, dopo la cancellazione dell’offerta di Btp di metà dicembre.

LA BCE LANCIA LA PIATTAFORMA PER GLI NPL

La Banca centrale europea ha suggerito la creazione di una nuova piattaforma unica privata per il trading dei crediti bancari deteriorati, che aiuti a far partire un mercato che avrebbe effetti assai benefici sui bilanci degli istituti di credito. Una soluzione possibile – scrive la Bce nel rapporto semestrale ‘Financial Stabilty Review’ – sarebbe quella di mettere a punto una nuova piattaforma unica che funga da banca dati per i crediti deteriorati, sistema di scambio e archivio dai dati sugli scambi. Lo stock di Npl (non performing loan) in portafoglio alle banche della zona euro è attualmente pari a circa 800 miliardi di euro.

LE EX POPOLARI ANCORA SOTTO PRESSIONE

Le novità da Francoforte sulla nascita di un vero mercato dei crediti deteriori a vantaggio della vendita degli Npl ha avuto un momentaneo effetto positivo sul comparto. Ma, dopo esser tornato in terreno positivo a metà giornata, l’indice dei bancari ha perso quota: il settore ha chiuso a -1,25%.

Nel mirino le ex Popolari, le più esposte al dossier Npl. Banca Bper lascia sul terreno il 3,29%. Banco Bpm -2,79%: un report di Moody’s segnala che l’istituto ha bisogno di portare a termine ulteriori cessioni di Npl e questo metterà sotto pressione la solvibilità della banca, che avrà necessità di accrescere la copertura per facilitare queste operazioni. Moody’s ricorda che Banco Bpm sta riducendo lo stock di Npl più velocemente di quanto annunciato ma il livello di questi crediti resta più alto della media del sistema bancario italiano.

L’agenzia di rating Dbrs ha tagliato il rating a lungo termine di Ubi (-0,20%), portandolo ‘BBB’ da ‘BBB’ (high), con un trend stabile. Anche in questo caso la decisine è stata motivata dal livello delle sofferenze. Debole anche Intesa (-1,85%). Nuova frana per Carige (-2,38%).

In controtendenza Banca Monte dei Paschi (+2%) e il Credito Valtellinese (+2,48%). In terreno positivo anche Credem (+0,84%).

TENGONO SOLO LE UTILITIES

In ascesa solo l’indice delle utilities +0,4%, il porto più sicuro nelle fasi di turbolenza. Avanza Terna (+0,69%). si difende Atlantia +0,07%. Perde qualche colpo Enel (-0,56%), nonostante Deutsche Bank abbia alzato il prezzo obiettivo del titolo da 5 a 5,4 euro, confermando la raccomandazione hold. Equita ha confermato la raccomandazione Buy alzando il target a 6,0 euro da 5,65 euro.

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ItalgasSnam entrambe -0,5%.

IL DOLLARO (E LA FRANCIA) FRENANO FCA

Sotto tiro i titoli più legati all’area dollaro. CNH Industrial arretra dell’1,4% -1,4%, Buzzi -2,2%.

Giornata contrastata per Fiat Chrysler (-0,95%). L’effetto positivo del collocamento di una quota intorno al 50% entro il primo semestre 2018 di Magneti Marelli (e forse anche di Comau), per un prezzo tra 4 e 6 miliardi, è stato vanificato dalle notizie di Le Monde sul rischio di una maxi-multa (9,6 miliardi di euro) per l’accusa di aver installato un dispositivo in grado di falsare e emissioni. L’azienda rifiuta ogni tipo di addebito.

Tra i pochi titoli positivi Ferragamo (+0,68%). Rallenta invece nel cyber Monday YNap (-1,21%, a 27,72 euro). Barclays ha confermato la raccomandazione del titolo a equal-weight e il prezzo obiettivo a 27,25 euro.

In calo Mediaset (-1,62%), dopo che il Cfo Marco Giordani ha raffreddato le ipotesi di un’intesa imminente con Vivendi. Male anche Tim (-1,94%).

GIGLIO GROUP VOLA GRAZIE AL MARKETPLACE

Il titolo peggiore è stato Astaldi (-7%). Tra i migliori, una volta tanto, Il Sole 24 Ore, con un balzo in avanti del 3,3%, a 0,98 euro. Il gruppo ha annunciato la conclusione dell’offerta in opzione di 52.012.476 azioni speciali emesse a 0,961 euro l’una, rivenienti dall’aumento di capitale a pagamento deliberato dall’Assemblea straordinaria del 28 giugno 2017.

Grande performance di Giglio TV (+3,5%). La società ha lanciato iBox Marketplace, piattaforma mondiale multi brand nato per affiancarsi ai tradizionali modelli di e-commerce collegando simultaneamente i principali marketplace del mondo. La società ha sviluppato un innovativo canale di business attraverso una tecnologia esclusiva in grado di collegare simultaneamente oltre 40 piattaforme di marketplace nel mondo (dall’America alla Cina) e di coprire, attraverso una propria struttura logistica composta da tre 3 hub principali in Italia, Usa e in Cina i più importanti mercati online, riducendo notevolmente i tempi di spedizione.

Categories: Finanza e Mercati