X

CHAMPIONS LEAGUE – Juventus e Real Madrid si giocano la finale nell’incandescente Bernabeu

Superare l’inferno per andare in paradiso. La Juventus si prepara alla partita più importante degli ultimi 12 anni con l’obiettivo di giocarne un’altra, ancor più bella e storica, tra meno di un mese. La finale di Berlino è vicina ma prima di pensare al Barcellona, qualificatosi nonostante la sconfitta di Monaco, bisogna passare indenni dal Santiago Bernabeu. Il tempio madridista sarà bollente, sia a livello di tifo (80 mila spettatori) che climatico (previsti 32° al fischio d’inizio di Eriksson). Un inferno appunto, dal quale la Juve dovrà passare indenne se vorrà continuare il sogno Champions. 

“Arrivati a questo punto vogliamo arrivare a Berlino, anzi dobbiamo arrivarci – le parole di Massimiliano Allegri in conferenza stampa. – Servirà un’ottima prestazione sia dal punto di vista tecnico che mentale, ci vorrà grande coraggio”. Messaggio forte e chiaro quello del tecnico bianconero: speculare sul risultato dell’andata potrebbe rivelarsi un grosso errore. E’ vero infatti che il 2-1 di Torino renderebbe perfetto anche un pareggio, è altrettanto vero che fare catenaccio al Bernabeu equivale a un suicidio tattico. 

“Non possiamo pensare di gestire la partita – ha ammesso Allegri. – Loro in casa giocano ancora più offensivi, chiudersi e basta sarebbe un errore. Più avremo la palla noi e meno loro avranno possibilità di segnare”. L’intenzione, insomma, è quella di giocarsela, proprio come allo Stadium. Questa volta però non ci saranno 40 mila alleati sulle tribune bensì 80 mila avversari in maglia blanca, pronti a tutto pur di spingere il Madrid alla finalissima di Berlino. 

Attenzione però: tanta pressione va maneggiata con cura altrimenti può anche ritorcersi contro. Lo sa bene Ancelotti, uno che combatte contro la critica madridista da due anni, nonostante i 4 titoli vinti tra cui spicca la Champions League. Questa sera Carlo si gioca la stagione (la Liga è praticamente andata) e, quasi certamente, anche la panchina. Lo farà a modo suo, ovvero infischiandosene delle mille polemiche che infestano la “casa blanca”. 

Nell’ordine: la feroce diatriba tra i tifosi e Casillas, lo sfogo pubblico del procuratore di Bale (“gli passassero la palla sarebbe il migliore”), l’insofferenza di Ronaldo (sono mesi che non rilascia più interviste), l’avversione per alcune scelte tattiche (su tutte Sergio Ramos a centrocampo). “Tutto questo non mi interessa, ho visto i miei molto concentrati e quando è così, di solito, non sbagliamo – ha glissato Ancelotti. – Il procuratore di Bale? Certa gente parla troppo… Casillas? Non capisco i fischi, così come non capivo quelli a Ronaldo. Ramos? E’ possibile che giochi nuovamente a centrocampo”. 

Scontro frontale con il Bernabeu insomma, una sorta di all-in nel quale ci si gioca tutta la posta in una sola, rischiosissima, mano. Decisamente più serena la vigilia in casa Juve e questa è la prima vittoria di Allegri. Il successo dell’andata infatti ha rafforzato convinzioni e stimoli: Berlino, ormai, non è più un sogno ma un obiettivo concreto. “Saranno 90’ lunghi, molto lunghi – ha sospirato capitan Buffon. – Sarà la partita dell’orgoglio bianconero, di tutti noi, dai giocatori ai tifosi. Sappiamo quanto conti essere in semifinale dopo tanti anni, l’importante sarà uscire dal campo senza rimpianti”. 

Dopo le sorprese tattiche di settimana scorsa (su tutte Sturaro al posto di Pereyra), Allegri tornerà a schierare la Juve tipo. Il 4-3-1-2 vedrà Buffon in porta, Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini ed Evra in difesa, Pogba, Pirlo e Marchisio a centrocampo, Vidal sulla trequarti, Tevez e Morata in attacco. Ancelotti, rispetto al 4-4-2 di Torino, tornerà al 4-3-3 rinunciando però a Benzema: il francese non è al meglio e partirà dalla panchina. In difesa, davanti al fischiatissimo Casillas, agiranno Carvajal, Pepe, Varane e Marcelo, a centrocampo dovrebbe rivedersi Sergio Ramos, affiancato da Kroos (anche lui acciaccato) e James Rodriguez. Là davanti spazio al tridente Bale-Hernandez-Ronaldo, quest’ultimo decisivo con la doppietta che, la scorsa stagione, permise ai blancos di battere la Juve al Bernabeu. 

Non è mai stato uno stadio facile quello madrileno: dei 7 precedenti infatti ben 5 hanno sorriso ai padroni di casa (il più recente, appunto, è il 2-1 del 23 ottobre 2013) e solo 2 agli ospiti. Ma se il primo risale alla notte dei tempi (21 febbraio 1962, gol di Sivori), l’ultimo è decisamente più fresco: 5 novembre 2008, 0-2 firmato Del Piero con tanto di standing ovation finale. 

Servirebbe una notte del genere per andare a Berlino, a giocarsi la finalissima con il Barcellona di Luis Enrique. Che ieri, come previsto, ha superato l’ostacolo Bayern, a dire il vero già ampiamente scavalcato con il 3-0 dell’andata. I tedeschi ci hanno provato ma il 3-2 finale (reti di Benatia, Lewandowski e Muller, doppietta di Neymar per il Barça) è servito solo per alimentare i rimpianti. A Berlino, il prossimo 6 giugno, andranno i blaugrana. Ancora poche ore e sapremo se, di fronte, ci sarà la Juventus. 

Related Post
Categories: Sport