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Champions, Juve-Real: finale da brividi

Il grande giorno è arrivato. Cardiff ospita la finalissima di Champions League e diventa così il centro del mondo, almeno per 24 ore. Alla Juventus però la coreografia in sé interessa poco: questa volta vuole vincere, punto e basta, e pazienza se di fronte ci sarà il grande Real Madrid, re per eccellenza d’Europa. La Signora però ritiene di aver aspettato troppo e mai come oggi crede di poter interrompere la maledizione Champions, che l’ha vista vincere solo 2 volte a fronte di 6 finali perse, le ultime 4, peraltro, consecutive. Numeri che fanno paura al cospetto del Real, squadra spietata quando si tratta di dentro o fuori, come dimostrano le 11 coppe alzate a fronte delle sole 3 lasciate agli avversari.

In campo però non andranno i numeri bensì i giocatori, e questa volta la sensazione è che i bianconeri partano quantomeno alla pari, se non addirittura favoriti (di poco s’intende) rispetto ai blancos. “Affrontiamo la finale con serenità, abbiamo lavorato tutto l’anno per essere qui – le parole di Allegri. – Non sarà affatto semplice, sappiamo bene che loro sono i detentori e dunque favoriti, dovremo essere bravi a capire quando attaccare e quando difendere, oltre ad avere la convinzione di portarci a casa questa coppa”. “Vincere mi provocherebbe gioia immensa, sappiamo bene quanto abbiamo sudato per essere qui – il commento di Buffon. – Inutile negare che per me sarà una partita speciale, non sono più giovane e non ho davanti tanti anni di calcio giocato. Per noi conta solo vincere, il resto non ci interessa”.

“Sono venuto qui proprio per serate come questa – ha chiosato Dani Alves. – La nostra forza è il gruppo, il collettivo, devono essere questi elementi a darci maggiori chance di alzare il trofeo”. Insomma, in casa Juve ci credono tutti e non potrebbe essere altrimenti: il cammino fatto per arrivare a Cardiff è stato eccellente (solo 3 gol subiti, miglior difesa d’Europa), proprio come gli avversari lasciati al tappeto (Barcellona su tutti). Rispetto a Berlino 2015 dunque la convinzione è maggiore, anche perché questo Real, per quanto forte e temuto, appare decisamente più vulnerabile di quel Barça. I motivi per sorridere però finiscono qui: i blancos sono tosti, hanno un rapporto speciale con la Champions (in caso di successo sarebbero i primi a vincerla per due volte consecutive da quando si chiama così) e quel Cristiano Ronaldo che, a detta di molti, è ormai il miglior giocatore del pianeta.

“Siamo pronti, attraversiamo un momento molto buono e vogliamo giocarci al meglio questa finale – il pensiero di Zidane. – Tutti dicono che siamo favoriti ma non è così, in una partita secca si parte da 50 e 50, può succedere qualsiasi cosa. Per quanto mi riguarda sto vivendo sensazioni incredibili, è davvero bellissimo giocare un’altra finale dopo quella di Milano, per giunta contro la Juve”. Per Zizou, in effetti, questa non può essere una gara come tutte le altre: di fronte troverà l’altra grande squadra della sua storia calcistica, nazionale francese, ovviamente, esclusa.

Capitolo formazioni. Quella dei bianconeri si sa ormai da una settimana e le ultime ore non porteranno (salvo complicazioni) a nessun cambiamento. Allegri punterà sul 4-2-3-1 con Buffon in porta, Barzagli, Bonucci, Chiellini e Alex Sandro in difesa, Khedira e Pjanic a centrocampo, Dani Alves, Dybala e Mandzukic alle spalle dell’unica punta Higuain, altro ex illustre del match, con Cuadrado in panchina pronto a subentrare in corsa. Un solo dubbio, ma bello grosso, per Zidane: Bale o Isco? La logica farebbe propendere per lo spagnolo, in grande condizione sia fisica che mentale, il contesto e il nome però lasciano aperto qualche spiraglio anche per il gallese, fermo da diverse settimane ma pur sempre un “top”, per giunta in quello che è il suo stadio per eccellenza.

Ad ogni modo Zizou si affiderà comunque al 4-3-3, con Keylor Navas tra i pali, Carvajal (lui sì sicuro di giocare), Varane, Sergio Ramos e Marcelo nel reparto arretrato, Modric, Casemiro e Kroos in mediana, Benzema e Cristiano Ronaldo in attacco. L’arbitro sarà il tedesco Brych, che avrà il compito di dirigere al meglio una finale seguita in 200 Paesi, con un numero di spettatori calcolato attorno ai 350 milioni. Una platea enorme, davanti alla quale alzare la Coppa dopo 21 anni d’attesa sarebbe ancora più bello.

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