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Champions: Inter e Napoli, qualificazione ancora in bilico

Tottenham Hotspur

Festa rimandata, o almeno si spera. Inter e Napoli non sono riuscite a prendersi la qualificazione in questo turno e i giochi, dunque, sono così rinviati al prossimo. Può succedere di tutto, in un senso o nell’altro: quel che è certo è che gli azzurri sono ancora padroni del proprio destino mentre i nerazzurri no.

La sconfitta di Londra fa scivolare Spalletti al terzo posto in virtù degli scontri diretti a sfavore, ecco perché per accedere agli ottavi, oltre che fare punti col Psv, servirà che il Barcellona non perda contro il Tottenham.

Più semplice il calcolo per Ancelotti: lo scontro diretto nella tana del Liverpool è un vero e proprio dentro o fuori, da affrontare con due risultati su tre a disposizione, ma anche con la consapevolezza che i Reds daranno il tutto per tutto.

Le speranze di portare le nostre agli ottavi ci sono ancora, ci mancherebbe, certo però c’è un po’ di rammarico e il discorso vale per entrambe.

Partiamo dall’Inter e dalla sua situazione piuttosto paradossale: ieri le sarebbe bastato un punto per qualificarsi, tra due settimane, invece, potrebbero non esserne sufficienti nemmeno tre.

Colpa della sconfitta di Wembley, un 1-0 firmato Erikssen (80’) che, in un colpo solo, ha annullato il vantaggio sul Tottenham sia a livello di classifica che di scontri diretti. E così tra due settimane bisognerà tenere un occhio sul Psv e uno sugli inglesi, nella speranza che il Barcellona, già matematicamente qualificato da primo in classifica, non faccia scherzi in quel del Camp Nou.

“Siamo molto dispiaciuti per il risultato, eccetto qualche passaggio della gara abbiamo fatto tutto ciò che dovevamo – il commento di Spalletti – Ora andiamo a giocarci la prossima e vediamo che succede, a me non passa neppure per l’anticamera del cervello che il Barça non scenda in campo seriamente”.

Tutto rimandato all’11 dicembre, proprio come per il Napoli. Quella sera infatti anche gli azzurri di Ancelotti si giocheranno la qualificazione, per giunta in un contesto addirittura più emozionante. A Liverpool sarà come una finale, con il pro di avere due risultati su tre a disposizione (andrebbe bene perfino una sconfitta con un solo gol di scarto, segnandone però almeno uno) ma con il contro di trovarsi davanti la squadra di Klopp nella bolgia di Anfield.

Gli azzurri però non possono rimproverarsi nulla, almeno per quanto concerne ieri sera: il 3-1 sulla Stella Rossa (11’ Hamsik, 33’ e 52’ Mertens, Fardou al 57’ per i serbi) sarebbe anche bastato, peccato però che il Psg abbia battuto gli inglesi rendendo così vana la vittoria del San Paolo.

Il rammarico, semmai, è per i punti persi prima (su tutti lo 0-0 dell’andata a Belgrado, ma anche il pareggio subito nel recupero a Parigi) ma tant’è: inutile piangere sul latte versato, meglio concentrarsi sullo scontro di Anfield, con la consapevolezza che sarà difficile aspettarsi regali dal Marakana (in quel caso però gli azzurri si qualificherebbero anche perdendo).

“Dobbiamo preoccuparci, certo, il discorso però vale per tutti, anche per il Psg non sarà facile vincere a Belgrado – ha ribattuto Ancelotti –  Ad Anfield non avremo il nostro pubblico ma qualche risultato a disposizione sì: guai a fare calcoli, ci mancherebbe, però la verità è che siamo in testa al girone e questo, il giorno del sorteggio, non lo avrebbe detto nessuno”.

Vero, e il discorso, tutto sommato, vale anche per l’Inter. Ora però abbiamo fatto la bocca all’en plein italiano agli ottavi e dunque non lo vogliamo mancare. Due settimane d’attesa, poi arriverà il giorno del giudizio.

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