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Carige: crescono le perdite, sale l’aumento

Carige spa, capogruppo del gruppo Banca Carige, ha chiuso il secondo trimestre dell’anno con una perdita netta di 113,8 milioni. Lo comunica l’istituto in una nota, nella quale si spiega che il risultato sconta, oltre alla perdita di 66 milioni derivante dalla cessione Gacs, gli oneri connessi alla strutturazione dell’operazione (3,6 milioni), la svalutazione del valore di bilancio del Fondo Atlante (7,2 milioni) e accantonamenti al Fondo rischi e oneri riconducibili alle garanzie concesse nell’ambito del contratto di cessione delle compagnie assicurative (14,5 milioni), al netto dei quali il risultato netto è pari a -48,1 milioni. La perdita netta semestrale si attesta a 154,9 milioni.

Nel periodo Carige ha anche finalizzato un’operazione di cartolarizzazione di crediti in sofferenza cedendo un portafoglio di 938,3 milioni, che rientra pienamente nella nuova strategia di gestione delle Non Performing Exposures (Npe). La cessione ha comportato, come indicato, una perdita di 66 milioni. Il portafoglio crediti deteriorati scende a 7,2 miliardi lordi (6,3 miliardi al netto del portafoglio ceduto), in calo rispetto agli oltre 7,3 miliardi del 31 dicembre 2016 e del primo trimestre 2017; la variazione è da ascriversi a un generale miglioramento della qualità del credito con la graduale riduzione degli ingressi a deteriorato e la contrazione delle esposizioni in Unlikely to Pay (UTP).

Il coverage sul totale delle Npe sale al 48,9% (50,2% includendo i write-offs). Al netto della cessione GACS il portafoglio sofferenze si attesta a meno di 3,0 miliardi lordi (1,0 miliardo netto), con coverage al 65,7%, che sale al 67,7% inclusi i write-offs; le inadempienze probabili ammontano a 3,2 miliardi lordi (2,3 miliardi netti) con un coverage in crescita al 28,2% (28,4% inclusi i write-offs), rispetto al 27,6% di dicembre 2016.

L’indicatore di solidità patrimoniale Cet1 Ratio phased-in è pari al 10,3% e include la perdita derivante dalla cessione Gacs, il cui effetto positivo sugli asset ponderati per il rischio, pari a circa 10 bps, si manifesterà nel corso del prossimo trimestre. Il Cet1 Ratio risulta al di sopra dei limiti regolamentari e della soglia minima del 9% che la Bce ha richiesto in sede di Srep per il 2017, ma al di sotto della soglia raccomandata (che include anche la Pillar 2 Capital Guidance) pari all’11,25%. Le azioni di rafforzamento patrimoniale previste dalle nuove linee guida strategiche, si spiega nella nota, consentiranno il ripristino del livello raccomandato.

“Con l’aiuto di una squadra manageriale che si è arricchita di nuovi professionisti, abbiamo avviato una revisione strategica del portafoglio di attività, volta ad identificare le azioni di rafforzamento patrimoniale e a delineare nuove linee guida nella strategia sul credito deteriorato con il deconsolidamento delle sofferenze”, ha commentato Paolo Fiorentino, amministratore delegato di Banca Carige. “La nuova impostazione strategica sarà connotata da rapidità di esecuzione e contestuale riduzione dei rischi di implementazione, puntando a raggiungere risultati concreti entro la fine dell’anno – ha aggiunto – Abbiamo grande fiducia nelle prospettive della Banca”.

La raccolta diretta da clientela (privati e imprese) al 30 giugno 2017 si attesta a 15,4 miliardi (-0,4 miliardi rispetto al 31 dicembre 2016), mentre la raccolta indiretta è pari a 21,1 miliardi (-0,4 miliardi rispetto al 31 dicembre 2016) e risulta sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-0,4%), caratterizzandosi per una buona performance del risparmio gestito che sale a 11,2 miliardi (+4,8% e +3,1% nei 12 e 6 mesi), trainato dai fondi comuni e dai prodotti assicurativi.

Continua l’azione di deleveraging sul fronte degli impieghi con l’aggregato che si porta a 21,2 miliardi, in calo del 2,2% rispetto al 31 dicembre 2016. Contestualmente è proseguita l’erogazione di mutui ipotecari a privati, pari a 245 milioni (+15% rispetto ai 213 milioni del primo semestre 2016), e quella a imprese, che si attesta a 355,9 milioni (-18% rispetto ai 434,1 milioni del primo semestre 2016).

Confermando la politica di contenimento dei costi già in atto da diversi periodi, gli oneri di gestione del semestre, al netto di componenti non ricorrenti, si attestano a 262,7 milioni, in calo del 5,7% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. Diminuiscono in particolare gli ammortamenti su immobilizzazioni materiali e immateriali (-13,3% a 19,9 milioni), e le spese per il personale sono in progressiva riduzione sia rispetto all’omologo dato normalizzato riferito al primo semestre 2016 (-8,3% a 151,8 milioni), sia rispetto al primo trimestre 2017 (-5,8% a 73,6 milioni).

Saranno chiusi 58 sportelli in continuità con l’obiettivo di riduzione degli oneri di gestione: -5,75 su base annua. La politica di deleveraging in un contesto di tassi di sistema ai minimi storici ha condizionato il margine di interesse del secondo trimestre (68,1 milioni), in calo del 6,2% rispetto al primo trimestre; in relazione alle dinamiche dell’intermediazione, le commissioni da risparmio gestito (35,3 milioni) crescono del 2,4% su base annua, mentre il dato semestrale complessivo delle commissioni nette (123,2 milioni) segna una flessione dell’1,9% annua. Il contributo della Finanza risulta coerente con un portafoglio titoli che mantiene un basso profilo di rischio sia in termini di dimensione (1,8 miliardi al netto della partecipazione nella Banca d’Italia), sia di duration (3,2 anni).

Intanto, il Cda di Carige proporrà all’assemblea (che verrà convocata presumibilmente nella seconda metà di settembre) di alzare l’aumento di capitale da 500 a 560 milioni di euro, di cui 60 milioni destinati ai portatori di titoli subordinati. È stata attribuita al consiglio la delega – da esercitarsi entro e non oltre il 31 dicembre 2017 – “per aumentare a pagamento, anche eventualmente in via inscindibile, in una o più volte, anche per singole tranche, il capitale sociale mediante emissione di nuove azioni ordinarie per un importo massimo complessivo di 560 milioni, di cui una tranche per un importo massimo di 60 milioni eventualmente da destinarsi ad una o più categorie dei portatori dei titoli subordinati che abbiano aderito ad una possibile operazione di liability management”.

Il board ha inoltre autorizzato, “un’operazione di liability management volta a rafforzare ulteriormente la posizione patrimoniale della banca che potrà avere ad oggetto lo scambio di alcuni strumenti finanziari subordinati emessi sul mercato istituzionale a fronte di un corrispettivo in strumenti finanziari Senior di nuova emissione da parte della banca stessa”.

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