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Carige: aumento a rischio, paura in Borsa

Apertura da incubo a Piazza Affari per i titoli di Banca Carige e del Credito Valtellinese. Le azioni ordinarie e di risparmio dell’istituto ligure sono temporaneamente sospese dalle negoziazioni in attesa di un comunicato. Lo rende noto Borsa Italiana dopo che la banca ligure ha annunciato che non si sono pienamente verificate le condizioni per formare il consorzio di garanzia funzionale all’aumento di capitale da 560 milioni.

Carige ha scritto in una nota che “nonostante l’ottenimento dell’autorizzazione da parte delle Autorità di Vigilanza e i positivi riscontri ricevuti per l’acquisizione formale di manifestazioni di interesse e di specifici obblighi di garanzia da parte di nuovi investitori istituzionali, non si sono pienamente realizzate le condizioni per la costituzione del consorzio di garanzia”.

Un Cda è stato convocato per le 9.30 di questa mattina “per informare consiglieri e sindaci della situazione e valutare i prossimi passi”. L’amministratore delegato, facendo leva su quanto già realizzato del piano di rafforzamento patrimoniale presentato il 3 luglio scorso – conclude la nota – verificherà nelle prossime ore l’esistenza dei presupposti per il proseguimento del piano di risanamento della Banca e per una eventuale proroga dei termini dell’operazione di aumento di capitale.

Intento, il titolo del Credito Valtellinese è sospeso in asta di volatilità con un ribasso dell’8,38%, a 1,301 euro per azione. Le quotazioni sono penalizzate dalla decisione dell’agenzia canadese Dbrs di ridurre l’Issuer e il Senior Long-Term Debt & Deposits ratings a BB da BB (high). Abbassati anche lo Short-Term Debt and Deposits ratings a R-4 da R-3 e l’Intrinsic Assessment (IA) a BB da BB (high), mentre il support designation è stato mantenuto a SA3.

Il debito subordinato della banca è stato abbassato a B (high). Il rating è in revisione con implicazioni negative. Dal giorno dell’annuncio dell’aumento di capitale da 700 milioni, avvenuto lo scorso 7 novembre, il titolo ha perso otre il 50% del proprio valore.

I due casi bancari pesano sull’intero comparto, che a sua volta spinge il Ftse Mib in rosso dello 0,2%. Banco Bpm cede il 2,34%, Bper Banca l’1,7%, Ubi lo 0,8% e Unicredit lo 0,6%. Cade anche Mps, che lascia sul terreno il 3%.

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