X

CAMPIONATO DELLE MILANESI – L’Inter vince a Udine, il Milan può diventare cinese

L’Europa League a un passo. L’Inter vince anche a Udine e si porta a un solo punto dal sesto posto, attualmente occupato dalla Fiorentina. E considerando che i viola, questa sera, faranno visita alla Juventus, i nerazzurri possono provare un ragionevole ottimismo. Le buone notizie, però, finiscono qui. Della partita del Friuli, infatti, c’è da salvare solo il risultato. Per gioco e personalità si prega di ripassare alla prossima, quando l’Inter, forse, avrà assorbito la lavata di capo di Roberto Mancini. Incredibile la prestazione dei suoi: tanto buona nel primo tempo quanto assurda nel secondo, con l’aggravante che, a quel punto del match, i nerazzurri erano in vantaggio di due uomini (espulsi Domizzi e Badu) e un gol. 

“Non capisco perché, dopo il doppio rosso, alcuni dei miei hanno cominciato a giochicchiare – ha ringhiato il Mancio. – Non è possibile mettere in discussione una partita del genere, evidentemente a volte non pensano e non usano il cervello. Sembrava una partita di fine estate, questo non va bene. Noi non possiamo proprio permettercelo un atteggiamento del genere”. Una sfuriata in piena regola, non c’è che dire. Peraltro giustificata, perché l’Inter, per l’ennesima volta, è riuscita a complicarsi la vita in maniera incredibile. Dopo 40 minuti discreti, fatti di giro palla e sostanziale predominio del campo (ma con poche occasioni da gol), i nerazzurri si trovano in superiorità numerica: colpa di Domizzi che, già ammonito, stende Hernanes a metà campo, prendendosi l’inevitabile secondo giallo. 

Nulla da dire all’arbitro Rocchi, colpevole invece di un abbaglio clamoroso a inizio ripresa, quando concede un rigore all’Inter per un presunto (per non dire inesistente) contatto tra Danilo e Kovacic: Icardi ringrazia e fa 0-1 (48’). Ma l’Udinese non ci sta e due minuti più tardi trova il pareggio con Di Natale, bravissimo a scattare in contropiede e a battere Handanovic con un destro morbido e angolato. Grande festa per Totò, a quota 205 in Serie A alla pari con un mostro sacro come Roberto Baggio. Il match è bello ed equilibrato, poi, al 58’, Badu rovina tutto: proteste esagerate con Rocchi per un presunto fallo di Hernanes, rosso diretto e Udinese in 9. 

Mancini si gioca la carta Podolski per Guarin e, 48 secondi più tardi, la scelta paga: sinistro sotto l’incrocio e gol del 1-2, il primo del tedesco in campionato. Inter in vantaggio e con due uomini in più, partita sostanzialmente in ghiaccio. E invece i nerazzurri si complicano la vita in maniera quasi inspiegabile. I tanti spazi concessi dai bianconeri non vengono sfruttati per troppa sufficienza, col risultato che il match resta sostanzialmente in bilico. E nel finale i padroni di casa sfiorano addirittura il pareggio con Perica, il cui colpo di testa viene salvato in corner da D’Ambrosio. 

Questa sera, invece, tocca al Milan, impegnato a San Siro contro il Genoa. Il discorso Europa League vale quasi esclusivamente per i liguri ma i rossoneri hanno comunque l’obbligo della vittoria. In uno stadio semivuoto e agguerrito (la Curva Sud ha già annunciato una dura contestazione), gli uomini di Inzaghi dovranno conquistare i tre punti, nel tentativo di cancellare la figuraccia di Udine. Dove, oltre alla sconfitta, sono arrivate polemiche al vetriolo: l’eco del litigio sul pullman (il tecnico ha definito “indegni” i giocatori, gli stessi hanno rispedito l’aggettivo al mittente) è arrivato forte e chiaro. Con la squadra in ritiro (a tempo indeterminato, fanno sapere dalla società), i rapporti con la stampa al minimo storico (ieri Inzaghi ha parlato solo con Milan Channel) e i tifosi sul piede di guerra, si capisce come il momento sia difficilissimo. 

“Mi è dispiaciuto leggere certe cose – ha glissato l’allenatore rossonero. – I ragazzi hanno capito l’utilità del ritiro, ora bisogna dimostrare attaccamento alla maglia. Sono convinto che Udine sia stato solo un episodio ma le risposte bisogna darle sul campo”. Dopo lo sfogo di sabato sera si tratta di una parziale marcia indietro, peraltro rafforzata (?) dalle parole di Abbiati e Montolivo. “Nessuno ha risposto male al mister, siamo tutti con lui” ha fatto sapere il portiere, “abbiamo deciso insieme di andare in ritiro” ha ribadito il capitano. 

Questa sera, comunque, capiremo davvero come stanno le cose. Inzaghi, costretto a rinunciare a Paletta (problemi al ginocchio), cambierà un po’ in tutti i reparti. In difesa, davanti a Diego Lopez, giocheranno De Sciglio, Mexes, Rami e Antonelli, a centrocampo Van Ginkel, Poli (favorito su De Jong) e Bonaventura, in attacco Honda, Destro e Menez. Dopo oltre 3 mesi si rivedrà anche El Shaarawy: l’attaccante ha recuperato dall’infortunio al piede e tornerà a disposizione dell’allenatore. Ad ogni modo battere il Genoa sarà tutt’altro che facile. I rossoblu vogliono l’Europa League e preannunciano battaglia: Gasperini, privo di Perotti (stagione finita), schiererà un 3-4-3 offensivo con Iago Falque, Pavoletti e l’ex Niang in attacco. Giornata importante in campo, ma anche, se non soprattutto, fuori. 

E’ atteso per questa sera infatti il vertice tra Silvio Berlusconi e Bee Taechaubol: il tailandese, ieri a Ginevra (tanto da scatenare un giallo, poi rientrato), si presenterà ad Arcore con tutte le carte in regola per comprarsi il Milan. Che ieri, a chiudere il cerchio, ha presentato il bilancio 2014: perdite per 91,3 milioni, ripianati, come di consueto, da Fininvest. Quasi sicuramente per l’ultima volta.

Related Post
Categories: Sport