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Calcioscommesse, interrogatori di Milanetto e Mauri. Il pm Di Martino risponde a Buffon

Oggi alla Procura di Cremona è stato il giorno degli interrogatori dei due arrestati “eccellenti” dell’inchiesta sul calcioscommesse. I due giocatori più noti, ovvero il capitano della Lazio Stefano Mauri e l’ex genoano (in questa stagione al Padova) Omar Milanetto, ma la vera notizia è stata l’intervento del pm Di Martino in risposta alle dichiarazioni di Buffon: “Non ci sono i presupposti per convocarlo, ma se sa qualcosa parli”.

MILANETTO – Per primo era toccato a Milanetto, il cui colloquio è stato definito dal gip Guido Salvini “non produttivo”. Ad interrogare il calciatore, accusato di frode sportiva per aver partecipato alla combine di Lazio-Genoa 4-2 del 15 maggio 2011, c’era anche il procuratore di Cremona Roberto Di Martino, che poi ha parlato degli ultimi commenti all’inchiesta spaziando da Gigi Buffon, ad Antonio Conte, al premier Monti. “La frase di Buffon (“A volte sono meglio due feriti che un morto”, n.d.r.)? Se è un’opinione non mi interessa perché c’è libertà di opinione e si può criticare qualsiasi cosa, magistratura compresa. Se invece si riferisce a una situazione specifica e vuole rendermi edotto di qualcosa si faccia avanti. Ma non posso indovinare cosa voleva dire, ne convocarlo perché non ci sono i presupposti e turberebbe l’avvicinamento all’Europeo dell’Italia, per cui anche io farò il tifo. Dovrebbe essere lui, attraverso i suoi avvocati, a fornirmi qualche elemento in più“.

Sull’idea del premier Mario Monti di “fermare il calcio per 2-3 anni”, Di Martino ha un’opinione ben precisa: “Era una provocazione che va intesta cum grano salis. Non credo che il calcio si fermerà”. Il procuratore di Cremona si difende poi dalle accuse di Antonio Conte: “Ho parlato con i suoi avvocati e capisco la sua reazione, ma non si può mandare un’informazione di garanzia avvisando prima l’indagato. La perquisizione è stata fatta secondo le regole e non è anticipabile. Lui non conosce queste procedure e per questo si è scandalizzato, ma abbiamo anche aspettato la fine del campionato prima di muoverci per non turbare la situazione”.

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