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Brevetti made in Italy: il 60% arriva da 3 Regioni

FIRSTonline

Il 60% dei brevetti europei made in Italy proviene da sole tre regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. È quanto emerge da una ricerca di Unioncamere e Dintec riferita a dati del 2018, gli ultimi disponibili.

In testa alla classifica delle regioni c’è saldamente la Lombardia con 1.363 brevetti europei. Seguono Emilia Romagna (710) e Veneto (540). Fuori dal podio il Piemonte (446) e la Toscana (350).

Fra le province, in testa c’è Milano, che da sola conta ben 715 brevetti (più della seconda Regione in graduatoria). Meno della metà i brevetti di Torino (303) e Bologna (300), rispettivamente in seconda e terza posizione. Chiudono la top-5 Vicenza (194) e Roma (180).

Oltre l’86% dei brevetti è stato depositato da imprese, mentre una quota minoritaria arriva dall’attività dei soggetti privati (9,2%) e degli Enti di ricerca, delle Università e delle Fondazioni (4,3%).

La maggior parte di brevetti che vedono la luce in Italia hanno a che fare con tecnologie industriali e dei trasporti (oltre 1.190 sui 4.251 totali). L’altro settore tecnologico più rappresentato (935 brevetti) è quello delle “necessità umane”, che si estende dall’agro-alimentare alla bio-cosmetica, dalla salute allo sport.

I dati sono stati elaborati in occasione del workshop organizzato alla Fiera di Padova dalla Camera di commercio, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e Unioncamere.

“L’innovazione e la tutela della proprietà intellettuale sono fondamentali per consentire al nostro sistema produttivo di essere competitivo sui mercati esteri – sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli – E il loro effetto sulle economie territoriali è significativo. In Italia un posto di lavoro su 3, cioè quasi 7 milioni di occupati, si trova nelle aziende che fanno un uso intensivo di marchi e brevetti; queste aziende contribuiscono da sole al 46,9% del nostro Pil. Gli investimenti nello sviluppo dei prodotti dell’attività intellettuale rappresentano ormai il 16,3% degli investimenti complessivi delle imprese”.

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Categories: Economia e Imprese