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Brasile, Bolsonaro agli arresti domiciliari per aver violato il divieto di apparire sui social

Imagoeconomica

L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, alle prese con una faticosa odissea giudiziaria che potrebbe costargli fino a 40 anni di reclusione per tentato golpe e altri reati collegati, è finito agli arresti domiciliari. A decretare l’ennesima limitazione della libertà, dopo il divieto di espatrio, il divieto di usare i social network (anche per interposta persona) e l’applicazione della “cavigliera elettronica” per essere costantemente localizzato, è stato nuovamente il magistrato del Supremo Tribunal Federal, Alexandre de Moraes, ormai diventato nemico giurato di Bolsonaro e vero e proprio idolo dell’elettorato di sinistra. L’upgade restrittivo voluto da Moraes è scattato in seguito alla violazione, da parte dell’ex presidente, proprio del divieto di utilizzare, anche indirettamente, i social: domenica scorsa, in occasione della manifestazione a favore dell’amnistia per lui e gli altri imputati per il tentato golpe dell’8 gennaio 2023, Bolsonaro è invece apparso attraverso video esibiti dai sostenitori e videochiamate con gli altri leader di destra presenti.

Ora Bolsonaro rischia anche la reclusione preventiva

Il fatto però è che non poteva farlo, così come sempre per volere di Moraes adesso Bolsonaro non può nemmeno ricevere visite a casa che non siano quelle degli avvocati o di persone autorizzate, e in ogni caso senza la possibilità di usare i cellulari. Infine: se l’ex presidente brasiliano violerà ancora le disposizioni della magistratura, scatterà praticamente in automatico la reclusione preventiva, cioè prima ancora che si concluda un processo in cui Bolsonaro, se ritenuto colpevole, rischia come detto di restare praticamente in carcere a vita. Per la sentenza del Supremo Tribunal Federal c’è ancora da aspettare qualche mese, ma intanto il leader dell’estrema destra è con le spalle al muro: da un lato i suoi sostenitori lo considerano ormai un martire e lo appoggiano sempre più convintamente, dall’altro lui non è più in grado di fare alcuna attività politica e anche le sue condizioni di salute stanno peggiorando, tra frequenti malori e ricoveri.

“La giustizia non permetterà a un imputato di fare la figura dell’idiota – ha commentato duramente Alexandre de Moraes -, pensando di rimanere impunito a causa del suo potere politico ed economico. La giustizia è uguale per tutti. Un imputato che deliberatamente non rispetta le misure precauzionali – per la seconda volta – deve affrontarne le conseguenze legali”. “Risulta che – ha ancora scritto Moraes motivando la decisione -, pur essendo stato avvertito […], l’imputato Jair Messias Bolsonaro ha ribadito la sua condotta illecita e oltraggiosa e, in flagrante violazione delle misure precauzionali imposte da questa Corte Suprema, ha preparato ‘materiale prefabbricato’ per successive pubblicazioni sui social media da parte dei suoi figli e sostenitori politici, mantenendo i messaggi illeciti per i quali erano state imposte le misure precauzionali”.

Il caso è diventato internazionale: Trump ha parlato di “caccia alle streghe”

Fermato dai giornalisti all’uscita della Camera dei Deputati nella serata di ieri, Bolsonaro ha voluto commentare così: “Quello che stanno facendo ad un ex presidente della Repubblica è da codardi. Affronteremo tutti e tutto. Ciò che conta per me è la legge di Dio. Questo è il simbolo della massima umiliazione”, ha detto indicando la cavigliera elettronica. Peraltro il video dell’intervista è rapidamente circolato in rete e già questo può costituire un ulteriore rischio per Bolsonaro, accusato di far girare volutamente questi video per incitare i suoi sostenitori screditando la Corte Suprema e continuando a diffondere fake news sul processo che lo coinvolge e nel quale le prove emerse sono invece, purtroppo per lui, schiaccianti. Lo scontro giudiziario di cui è protagonista Bolsonaro è persino diventato un caso internazionale: per il suo atteggiamento inflessibile Moraes si è attirato pure le antipatie del presidente americano Donald Trump, che ha parlato di “caccia alle streghe”in Brasile e ha fatto emettere una ordinanza per proibire al giudice brasiliano l’ingresso negli Stati Uniti. E ovviamente ha alzato i dazi.

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