Importante scoperta di petrolio e gas in Brasile da parte di BP. Il colosso energetico britannico, che opera nel bacino marittimo di Santos, a circa 400 chilometri a Sud-Est di Rio de Janeiro, ha annunciato di aver perforato un pozzo nel blocco di Bumerangue: si tratta della maggiore scoperta di petrolio e gas degli ultimi 25 anni nel pré-sal delle profondissime acque brasiliane. Il pozzo infatti è stato perforato a una profondità totale di 5.855 metri, ha intersecato il serbatoio circa 500 metri sotto la cresta della struttura e ha penetrato una colonna di idrocarburi lorda stimata in 500 metri in un serbatoio di carbonato di alta qualità, con un’estensione areale superiore a 300 chilometri quadrati. “Siamo entusiasti nel comunicare questa importante scoperta. I risultati indicano livelli elevati di diossido di carbonio”, ha commentato il vicepresidente esecutivo di BP, Gordon Birrell, che ha anche incassato l’apprezzamento dei mercati: poco dopo l’annuncio, il titolo BP è salito dell’1,4% alla Borsa di Londa, proprio alla vigilia della presentazione dei conti.
Per BP la scoperta conferma il ritorno al fossile, dopo il tentativo green degli ultimi anni
L’importante ritrovamento, la cui entità tuttavia andrà meglio quantificata dopo le analisi di laboratorio e stime più accurate, conferma il nuovo orientamento di BP sul fossile, dopo che negli ultimi anni c’era stato un problematico tentativo di puntare sulle energie rinnovabili che ha innescato una pesante crisi finanziaria. A dimostrazione che il green non è per tutti, men che meno per le big dell’oil, la compagnia ha subito una significativa perdita di valore delle azioni e sta affrontando pressioni da parte degli investitori, il che ha portato il management ad abbandonare (temporaneamente?) gli obiettivi di transizione energetica. Appena pochi mesi fa, lo scorso gennaio, BP ha annunciato pesanti tagli al personale, licenziando di fatto quasi 8.000 tra dipendenti e collaboratori esterni.
Ora però le ambizioni sono rilanciate: quella di Santos è già la decima scoperta di petrolio di quest’anno (le altre sempre in Brasile ma anche Egitto, Trinidad e Tobago etc), e BP sta rivedendo al rialzo le previsioni di produzione di greggio da 2,3 milioni a 2,5 milioni di barili al giorno nel 2030, quindi in aumento rispetto ai 2,4 milioni del 2024. Peraltro è proprio sul Brasile che si stanno concentrando le maggiori attenzioni. Il governo Lula ha da poco assegnato nuove licenze per l’estrazione di petrolio sui suoi 8.000 km di costa, e oltre che al campione nazionale Petrobras molti slot sono andati a gruppi stranieri: tanti cinesi, i soliti statunitensi ma pure la stessa BP ha detto la sua parte, ottenendo appunto il 100% della partecipazione del blocco di Bumerangue, dove sembra aver fatto bingo.