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Borse oggi col turbo: nella notte accordo sui dazi per il Giappone e si spera per la Ue. Unicredit ritira l’Ops su Banco Bpm e presenta conti record

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L‘intricata matassa dei dazi tra gli Stati Uniti e le sue controparti commerciali nel mondo sembra stia iniziando a dipanarsi. Nella notte è arrivata la notizia del un accordo raggiunto sui dazi tra Usa e Giappone, l’intesa più rilevante dal ‘Liberation Day‘ di inizio aprile, e anche con le Filippine, facendo ben sperare anche per gli accordi con l’Unione Europea, la Thailandia e la Corea del sud. I listini azionari hanno messo il turbo: la borsa di Tokyo è balzata del 3% guidata dal settore auto, mentre i futures indicano un’apertura in rialzo anche per le borse europee. A Wall Street una serie di dati trimestrali hanno mostrato come i dazi stanno premendo sugli utili aziendali, mentre più tardi oggi sono attesi i numeri di Tesla e Alphabet, la madre di Gioogle. A Milano da seguire con grande attenzione le banche dopo che Unicredit ha annunciato di voler ritirare l’offerta su Banco Bpm.

Vola la borsa di Tokyo dopo l’accordo tra Usa e Giappone. Ishiba si dimetterà

Ieri sera Trump ha annunciato sulla sua piattaforma social Truth l’accordo commerciale con Tokyo, l’intesa più rilevante dal ‘Liberation Day’ di inizio aprile. L’accordo prevede che il Giappone paghi una tariffa ridotta del 15% sulle spedizioni verso gli Stati Uniti in cambio di investimenti in terra Usa per 550 miliardi di dollari, mentre a giorni sarebbero entrati in vigore dazi del 25%. Gli Stati Uniti hanno anche raggiunto un accordo con le Filippine, stabilendo un dazio del 19% sulle esportazioni del Paese. Trump aveva inizialmente imposto un’aliquota del 17% ad aprile, ma l’accordo è stato sospeso per consentire i negoziati. All’inizio di questo mese, ha poi minacciato di aumentare l’aliquota al 20%. Il presidente Ferdinal Marcos ha definito l’ultimo accordo tariffario un “significativo risultato” per Manila e ha anche affermato che le Filippine aumenteranno le importazioni di prodotti a base di soia e grano, nonché di medicinali dagli Stati Uniti.

Il Nikkei di Tokyo è salito di oltre il 3% sostenute dai titoli delle case automobilistiche perchè in all’accordo sarà ridotta anche la tariffa automobilistica al 15%, dal 25% proposto. Mazda Motor è aumentato del 17% mentre Toyota Motor è balzato del 13,6%. Nissan +9% e Honda Motor +9%. Mitsubishi +12%. Anche le case automobilistiche sudcoreane hanno registrato un balzo in avanti, poiché l’accordo con il Giappone ha alimentato l’ottimismo sui potenziali progressi nei negoziati tariffari tra Corea del Sud e Stati Uniti.

I titoli di Stato giapponesi sono scivolati, con i rendimenti dei JGB a 10 anni in rialzo di ben 8,5 punti base all’1,585%, mentre la reazione dello yen è stata più contenuta, con un leggero indebolimento a 146,99 per dollaro. Gli investitori hanno accolto con entusiasmo la notizia diffusa dai media locali stamane secondo cui il Primo Ministro giapponese Shigeru Ishiba si dimetterà entro la fine di agosto. Ishiba si è scontrato con una crescente opposizione interna al suo partito per la sua promessa di rimanere al potere nonostante la sconfitta della coalizione di governo alle elezioni della Camera Alta di domenica. Gli analisti dicono che le dimissioni di Ishiba eliminano una fonte di fragilità politica e preparano il terreno per una leadership più in linea con politiche pro-mercato e legami più stretti con gli Stati Uniti.

Buone notizie anche per la Cina sul piano delle trattative con gli Stati Uniti. Salgono le borse. Indice Hang Seng di Hong Kong +1,1%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,7%. Il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent ha dichiarato che incontrerà le sue controparti cinesi in Svezia la prossima settimana, per il loro terzo round di colloqui commerciali volti a prolungare la tregua tariffaria e ad ampliare le discussioni. “L’accordo scade il 12 agosto”, ha dichiarato Bessent su Fox Business, parlando della fine prevista dell’attuale tregua commerciale tra le due maggiori economie mondiali. “Lunedì e martedì sarò a Stoccolma con le mie controparti cinesi, e a quel punto lavoreremo su per trovare una probabile proroga”. Nel corso dell’intervista, il Segretario ha anche detto che i negoziati con la Cina possono ora affrontare una serie più ampia di argomenti, potenzialmente includendo i continui acquisti di petrolio “sanzionato” da Russia e Iran da parte di Pechino.

Anche per la Thailandia l’accordo con gli Usa pare essere vicino per ridurre un dazio minacciato del 36% sulle sue esportazioni prima della scadenza del 1° agosto, secondo il ministro delle Finanze Pichai Chunhavajira: i colloqui commerciali si concluderanno probabilmente entro pochi giorni. In rialzo del 2% l’indice THAI di Bangkok.

Sul mercato valutario, i movimenti sono stati moderati. L’indice del dollaro è rimasto invariato a 97,45, dopo aver perso lo 0,4% durante la notte per il terzo giorno consecutivo di calo. L’euro è sceso dello 0,1% a 1,1739 dollari, dopo essere salito dello 0,5% durante la notte. I rendimenti dei titoli del Tesoro Usa a 10 anni sono saliti di 2 punti base al 4,3559%, dopo essere scesi di 3 punti base durante la notte, mentre Trump continuava ad attaccare il presidente della Federal Reserve Jerome Powell per non aver tagliato i tassi di interesse, nonostante il Segretario al Tesoro Usa Scott Bessent avesse affermato che non c’era bisogno che si dimettesse immediatamente. Bessent ha affermato che l’indipendenza fondamentale della Fed in materia di politica monetaria è intaccata dal suo “mandato strisciante” in settori non politici e ha invitato la banca centrale statunitense a condurre un’analisi approfondita di tali operazioni.

I prezzi del petrolio sono aumentati leggermente. Il greggio statunitense è salito dello 0,4% a 65,60 dollari al barile, mentre il Brent si è attestato a 68,88 dollari al barile, in rialzo dello 0,4%.
I prezzi spot dell‘oro sono rimasti stabili a 3.429 dollari l’oncia.

Wall Street ieri in rialzo, ma dalle trimestrali traspare il peso dei dazi di Trump

Ieri Wall Street ha chiuso in rialzo, con l’indice S&P 500 che si aggira intorno ai massimi storici, mentre gli investitori stanno valutando in che modo la guerra commerciale di Trump sta colpendo i margini di profitto aziendali. General Motors è crollata dell’8,1% dopo che la casa automobilistica ha segnalato un impatto sui suoi risultati trimestrali pari a 1 miliardo di dollari dovuto ai dazi. Le azioni di Ford Motor sono scese di circa l’1%. Nel settore difesa, il gigante aerospaziale e della difesa RTX è sceso dell’1,6% nonostante la forte domanda per i suoi motori e per servizi di post-vendita, così come Lockheed Martin è crollato di quasi l’11% dopo che i suoi utili trimestrali sono scesi di circa l’80%. Non va meglio nel settore dei consumi con il titolo Philip Morris che è crollato dell’8,43% dopo aver riportato ricavi del secondo trimestre inferiori alle aspettative, in quanto le spedizioni delle sue bustine di nicotina ZYN hanno deluso gli investitori. La politica commerciale degli Stati Uniti continua a rappresentare un importante punto di incertezza per investitori e aziende, con l’avvicinarsi della scadenza del 1° agosto, autoimposta da Trump, affinché molti Paesi raggiungano accordi con la Casa Bianca.

Gli investitori attendono più tardi oggi i risultati di Tesla e Alphabet, la società madre di Google, tra i magnifici 7 titoli che hanno trainato gran parte della ripresa del mercato, alimentata dall’ottimismo verso l’intelligenza artificiale. Tesla è salita dell’1,1% prima del suo rapporto trimestrale, mentre Alphabet è salita dello 0,65%. Altri titoli Big Tech hanno perso terreno, con Meta Platforms e Microsoft entrambi in calo di circa l’1%. Secondo i dati di Bloomberg Intelligence, le “Magnifiche Sette” dovrebbero registrare un aumento combinato del 14% degli utili nel secondo trimestre, mentre gli utili per il resto del benchmark azionario statunitense dovrebbero rimanere relativamente stabili.

L’indice S&P 500 è salito dello 0,06%, chiudendo la sessione a 6.309,62 punti. Il Nasdaq è sceso dello 0,39% a 20.892,69 punti, mentre il Dow Jones Industrial Average è salito dello 0,40% a 44.502,44 punti.

Borse europee viste aprire in rialzo. A Milano occhi su Unicredit, Banco Bpm e Leonardo

Le borse europee sono viste partire in rialzo sulle speranze che ci sia presto un cannodo commerciale anche per la Ue: future Eurostoxx a +1,2%

UniCredit SpA ha ritirato l’offerta per l’acquisizione della rivale Banco BPM SpA, ponendo fine a una situazione di stallo durata otto mesi con la banca di Giuseppe Castagna e il governo italiano sul piano di creazione del terzo polo insieme a Mps. Intanto Unicredit rende noti i dati trimestrali con ricavi core a 5,9 miliardi e un risultato di 3,3 miliardi sopra le stime. Inoltre mette a segno un primo semestre record, con un utile di a 6,1 miliardi di euro. Unicredit ha inoltre ulteriormente migliorato la guidance su utili e distribuzione per il 2025 prevedendo ora un utile netto di circa 10,5 miliardi a fine anno rispetto alla precedente guidance di un utile netto superiore ai 9,3 miliardi. La guidance sulle distribuzioni a valere sul 2025 è migliorata ad almeno 9,5 miliardi, di cui almeno 4,75 miliardi in dividendi in contanti. Nei tre mesi a fine giungo l’utile netto rettificato per impatti una tantum si è attestato a 2,9 miliardi, in aumento dell’8% su base annua, e sopra il consensus delle previsioni degli analisti raccolte dalla stessa banca di 2,5 miliardi.

Leonardo. Il governo tedesco ha dato il via libera alla consegna di 40 jet Eurofighter Typhoon alla Turchia a seguito di una decisione positiva del consiglio federale di sicurezza. Lo riporta oggi la rivista Spiegel. La Turchia è in trattativa per l’acquisto dei jet Eurofighter Typhoon, costruiti da un consorzio composto da Germania, Gran Bretagna, Italia e Spagna, rappresentate dalle società Airbus, BAE Systems e Leonardo.

Poste italiane. Mediobanca e Berenberg alzano il target price all’indomani della presentazione dei dati del trimestre.

StM. Le previsioni sugli utili trimestrali di Texas Instruments non hanno impressionato gli investitori, in quanto hanno evidenziato una domanda più debole del previsto per i suoi chip analogici da parte di alcuni clienti e hanno sottolineato l’incertezza legata alle tariffe. Le azioni dell’azienda sono crollate del 12% nelle prime contrattazioni europee di mercoledì, seguendo le perdite registrate martedì a Wall Street. Quest’anno le azioni sono salite di oltre il 13%.
“I dazi e la geopolitica stanno sconvolgendo e rimodellando le catene di fornitura globali”, ha detto l’amministratore delegato Haviv Ilan in una telefonata successiva ai risultati. “La ripresa dell’industria automobilistica è stata poco incisiva” TI prevede per il terzo trimestre un utile compreso tra 1,36 dollari per azione e 1,60 dollari per azione, il cui valore medio è inferiore alle stime degli analisti di 1,49 dollari per azione, secondo i dati compilati da LSEG.


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