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Borse in tensione per i venti di guerra e in attesa di lumi dalla Fed oggi. Trump vuole la resa dell’Iran. Petrolio ai massimi di 5 mesi

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Il giorno della Fed cade oggi in un incrocio di eventi negativi che renderà il compito di Jerome Powell particolarmente difficile quando nel pomeriggio europeo annuncerà la decisione del Fomc sui tassi Usa e soprattutto quando darà indicazioni sullo stato dell’economia americana nel suo Riepiologo. Il mondo è con il fiato sospeso a seguire ogni dettaglio dell’evolversi della nuova crisi in Medio Oriente, con Trump che ha chiesto ieri una resa incondizionata all’Iran mentre non ha escluso un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti in quell’area, sulle cui conseguenze ci sono molte preoccupazioni.

La guerra aerea tra Israele e Iran entra nel sesto giorno, mentre le nazioni del G7 non riescono a trovare unità sul conflitto in Ucraina. In questa delicata situazione, è tornato a prevalere sui mercati un sentiment di avversione al rischio, con le azioni asiatiche contrastate (tranne Tokyo e Seul) e il dollaro in rialzo, mentre i prezzi del petrolio sono aumentati negli scambi asiatici, estendendo il guadagno del 4% della sessione precedente, ai massimi di 5 mesi.

Gli Stati Uniti a fianco di Israele. Ambasciata Usa a Gerusalemme chiusa per 3 giorni. Restano i dubbi

Trump sta valutando di scendere in campo a fianco di Israele, contro l’Iran. L’ambasciata statunitense a Gerusalemme rimarrà chiusa per i prossimi tre giorni. Il vicepresidente JD Vance ha scritto sui social che il presidente “potrebbe decidere di dover adottare ulteriori misure per fermare l’arricchimento nucleare iraniano”. Lo stesso Trump ha confermato di avere già dato una grossa mano a Netanyahu a intercettare i missili iraniani e smantellarne la contraerea. L’obbiettivo della guerra è impedire a Teheran di dotarsi dell’atomica, per quanto sul fatto che la minaccia sia (o sarebbe stata) imminente, vi sarebbero dubbi anche negli Usa: la Cnn ha rivelato che secondo gli 007 americani una bomba non sarebbe arrivata prima di tre anni. Trump ha detto che l’Iran ha solo una possibilità di salvarsi: “la resa incondizionata”, ha scritto sul suo social.

Dal suo bunker, Ali Khamenei ha risposto: “La battaglia ha inizio”. Stando ad al Jazeera, è questa la sua prima reazione, su X. La guida suprema iraniana avrebbe già passato una parte dei suoi poteri all’apparato militare dei Pasdaran.

Intanto, alla base statunitense di Diego Garcia, nell’Oceano Indiano, ci sono già almeno 4 bombardieri pesanti B-52H Stratofortress, in grado di trasportare testate nucleari o altre munizioni a guida di precisione. Fox News ha rivelato che il Pentagono sta spostando nell’area altri aerei.

La decisione della Fed tra dazi, immigrazione, tasse e conflitti

Per il presidente della Fed Jerome Powell e i suoi colleghi è sempre più difficile seguire il difficile contesto globale e gran parte dell’attenzione sarà rivolta al suo Riepilogo aggiornato delle proiezioni economiche. Al termine della riunione di due giorni del Fomc a Washington, la maggior parte degli operatori si aspetta ancora un nulla di fatto sui tassi, mentre continua a scommettere su poco meno di due tagli dei tassi di un quarto di punto quest’anno, con il primo intervento scontato per ottobre.

Un quarto incontro consecutivo senza tagli potrebbe provocare un‘altra invettiva da parte di Trump. Ma i funzionari della Fed sono stati chiari: prima di poter fare una mossa, hanno bisogno che la Casa Bianca risolva i grandi punti interrogativi su dazi, immigrazione e tasse. Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono diminuite per il secondo mese consecutivo a maggio, a indicare che l’ansia per i dazi e le finanze ha spinto i consumatori a ritirarsi dopo la corsa agli acquisti di inizio anno. La produzione industriale è calata e la fiducia tra i costruttori edili ha toccato il minimo da dicembre 2022. Gli attacchi di Israele ai siti nucleari iraniani hanno poi introdotto un ulteriore elemento di incertezza per l’economia globale.

Wall Street ieri ha chiuso in calo. Si salvano energetici e difesa

Le azioni Usa ieri hanno chiuso in perdita, mentre il conflitto tra Israele e Iran mantiene alta l’ansia degli investitori. Secondo quanto riportato da Reuters, citando tre funzionari statunitensi, l’esercito americano sta dispiegando un maggior numero di aerei da combattimento in Medio Oriente e sta estendendo l’impiego di altri aerei da guerra. L’indice di volatilità Cboe (.VIX) è salito del 13% fino a chiudere a 21,6, la chiusura più alta dal 23 maggio.

Oltre al conflitto in Medio Oriente, gli investitori stanno osservando attentamente eventuali nuove informazioni sui dazi di Trump, sul suo disegno di legge di tagli fiscali e sui tassi di interesse statunitensi.

Tutti i principali settori dell’S&P 500 hanno registrato ribassi, ad eccezione dell’energia, che ha registrato un aumento parallelamente al forte aumento dei prezzi del petrolio. Gli investitori temono che il conflitto possa creare colli di bottiglia per le esportazioni di petrolio dal Medio Oriente, ricco di petrolio.
Anche le azioni del settore difesa sono aumentate, tra cui Lockheed Martin, in aumento del 2,6%. Il Dow Jones Industrial Average è sceso dello 0,70%, a 42.215,80, l’S&P 500 ha perso lo 0,84%, a 5.982,72 e il Nasdaq Composite ha perso lo 0,91%, a 19.521,09.

Le azioni del settore solare sono crollate dopo che i repubblicani del Senato degli Stati Uniti hanno presentato nella tarda serata le modifiche proposte al disegno di legge di Trump sui tagli fiscali, tra cui l’eliminazione graduale dei crediti d’imposta per l’energia solare, eolica e solare entro il 2028. Enphase Energy è sceso del 24% e Sunrun è sceso del 40%.

Nel settore farmaceutico da segnalare Eli Lilly le cui azioni sono scese del 2% dopo che la società ha accettato di acquisire Verve Therapeutics per un massimo di 1,3 miliardi di dollari. Le azioni Verve sono aumentate vertiginosamente.

Asia: Nikkei sui massimi da febbraio. Kospi coreano al picco dal gennaio 2022

In Asia le borse sono contrastate ma spiccano quelle del Giappone e della Corea del Sud. Il Nikkei della borsa di Tokyo è in rialzo dello 0,6% e sui massimi da febbraio, mentre lo yen in calo, a 145,1 su dollaro, da 144,7 di ieri. Le esportazioni giapponesi sono scese per la prima volta in otto mesi, mentre la campagna tariffaria degli Stati Uniti si fa sentire sempre di più sul commercio globale. In valore, le merci uscite dal Paese sono calate dell’1,7% a maggio, rispetto a un anno prima. Dai dati diffusi dal Ministero delle Finanze, emerge che il calo è da imputare ai segmenti dell’auto, dell’acciaio e dei combustibili minerali. La stima mediana degli analisti era -3,7%. Le importazioni sono diminuite del 7,7%, con il petrolio greggio e il carbone che hanno registrato dei cali più marcati. La bilancia commerciale giapponese mostra un deficit di di 637,6 miliardi di yen (4,4 miliardi di dollari), in aumento rispetto al mese precedente. Il combinato del calo delle esportazioni e l’aumento del deficit commerciale accrescono i timori di una possibile contrazione del Pil del Giappone.

Alla Borsa di Seul, indice Kospi, in rialzo dello 0,4%, sui massimi dal gennaio 2022. Poco sopra la parità l’azionario dell’India: indice BSE Sensex di Mumbai +0,2%. La borsa di Hong Kong è in calo, a frenarla sono i grandi nomi del tech cinese, come Alibaba -2%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen sulla parità. Taiex di Taipei in rialzo dello 0,4%, grazie alla spinta delle società dei semiconduttori. L’attenzione degli investitori, in queste ore, è sul Forum di Lujiazui. Nel corso del summit si parlerà della possibilità di migliorare la collaborazione finanziaria tra Hong Kong e Shanghai: l’intesa dovrebbe portare ad un allargamento dell’offerte sulle due piazze, si parla di azioni, obbligazioni, fondi negoziati in borsa (ETF) e oro. Le due città collaboreranno anche sui regolamenti transfrontalieri e sugli usi dello yuan digitale. Il governatore della banca centrale cinese, Pan Gongsheng ha dichiarato che il paese istituirà un centro operativo internazionale per lo yuan digitale. Il centro avrà l’obiettivo di promuovere l’internazionalizzazione della valuta digitale e lo sviluppo dei servizi del mercato finanziario, sostenendo anche l’innovazione nella finanza digitale, ha detto.

I prezzi del petrolio sono aumentati negli scambi asiatici, estendendo il guadagno del 4% rispetto alla sessione precedente, a causa dei timori che il conflitto Iran-Israele possa interrompere le forniture.
I future sul greggio Brent sono saliti di 26 centesimi, pari allo 0,3%, a 76,71 dollari al barile. I future sul greggio West Texas Intermediate statunitense sono saliti di 35 centesimi, pari allo 0,5%, a 75,19 dollari al barile.

Borse europee viste poco variate. A Piazza Affari occhi a Eni e Leonardo

Le borse europee attese aprire poco variate con il future sull’Eurostoxx50 a settembre a +0,07%.

Gran Bretagna. L’inflazione britannica ha rallentato come previsto a maggio, trainata dalle tariffe aeree aumentate in aprile e dalla correzione di un errore nei dati fiscali, nonostante i prezzi dei generi alimentari siano aumentati al ritmo più rapido in oltre un anno. I prezzi al consumo sono aumentati su base annua del 3,4% a maggio, ha affermato mercoledì l’Ufficio nazionale di statistica, proprio come previsto da un sondaggio Reuters condotto tra economisti e la Banca d’Inghilterra che domani deciderà sui tassi.

Banca Popolare di Sondrio. Secondo indiscrezioni, Bper Banca potrebbe alzare il prezzo dell’offerta.

Iveco. Il ministro della Difesa Guido Crosetto si auspica che Idv, la divisione difesa del gruppo, rimanga in mani italiane.

Leonardo valuterà insieme a Thales e Airbus la fattibilità di un’alleanza nel settore spaziale entro la fine di luglio, ha detto l’AD Roberto Cingolani all’Airshow di Parigi. Cingolani ha inoltre affermato di essere favorevole all’apertura del programma internazionale di difesa Gcap (Global Combat Air Programme) ad altri Paesi come l’Arabia Saudita, ma ha sottolineato che si tratta di una decisione che spetta ai governi.
Il presidente Stefano Pontecorvo ha detto a Reuters che il gruppo annuncerà presto l’acquisizione di una società europea di cybersecurity.

Pirelli. La divergenza di valutazioni tra Camfin e Sinochem sulla cessazione del controllo del socio cinese è stata riportata nei patti parasociali della società anche alla luce dell’esito della recente assemblea che ha visto l’approvazione del bilancio con il voto contrario dell’azionista Mpi Italy controllato da Sinochem.

UniCredit ridurrà gradualmente la sua partecipazione in Generali fino ad uscire dal capitale della società. Lo ha detto l’AD Andrea Orcel escludendo operazioni ‘transformational’ in campo assicurativo. UniCredit ha emesso oggi un’obbligazione subordinata Tier 2 con scadenza a 12 anni, richiamabile dopo 7 anni, rivolta agli investitori istituzionali. e l’obbligazione pagherà una cedola fissa del 4,175% fino a giugno 2032 in virtù di un prezzo di emissione del 99,928%, equivalente a uno spread di 180 punti base rispetto al tasso mid swap di riferimento. Qualora l’emittente decidesse di non esercitare l’opzione call dopo 7 anni, la cedola per il periodo successivo fino a scadenza sarà rideterminata sulla base del futuro tasso swap a 5 anni di riferimento, aumentato dello spread iniziale.Il livello inizialmente comunicato al mercato di circa 215 punti base sopra il tasso mid-swap è stato rivisto e fissato a 180 punti base, con size finale di 1 miliardo di Euro.L’operazione ha avuto richieste circa 200 investitori istituzionali e ordini che hanno superato i 3,4 miliardi di Euro. L’allocazione finale ha visto la prevalenza di fondi (67%) e la seguente ripartizione geografica: UK (33%), Francia (33%) e Germania/Austria/Svizzera (9%).L’emittente ha rating Baa1/BBB+/BBB+)

OVS ha registrato un’aumento dell’1% delle vendite nette nel primo trimestre chiuso il 30 aprile, mentre l’Ebitda rettificato è sceso del 5,3%. La società ha comunicato inoltre di aver negoziato i termini per anticipare il raggiungimento del 100% del capitale di Goldenpoint.

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