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Borse in rosso in attesa dell’embargo. L’economia russa crolla a marzo. A Milano sale solo il settore salute

Imagoeconomica

Borse incerte in attesa delle nuove sanzioni contro Mosca. I listini, dopo aver oscillato attorno alla parità fino alle 12, sembrano aver imboccato la via del ribasso sull’onda delle prime anticipazioni sulle mosse dell’Unione Europea: Bruxelles è pronta a fare a meno del carbone russo. Bloomberg anticipa che il divieto all’importazione, da introdurre in modo graduale, dovrebbe essere contenuto in un pacchetto di sanzioni delineato in risposta alle atrocità di Bucha. La stessa fonte sentita dall’agenzia stampa americana dice che nel Consiglio europeo, non c’è accordo su provvedimenti riguardanti gas e petrolio. Dalla Russia arriva circa la metà del carbone impiegato come combustibile per le centrali termoelettriche europee. Il future di riferimento trattato a Rotterdam è in rialzo del 7%.

Borse in rosso, prezzi dell’energia in rialzo

Le Borse europee si sono mosse al ribasso nella mattinata. Milano -0,8% arretra sotto i 25 mila punti, Francoforte -0,4%. In lieve calo i future di Wall Street: Nasdaq -0,2% dopo la performance di Twitter +27%, S&P500 -0,2%. In pesante calo Mosca -4%.

S’indeboliscono le obbligazioni. Il rendimento del bund tedesco sale a  0,53%, + 3 punti base, il  BTP passa a 2,18% di rendimento. +6 punti base. Lo spread è a 166 punti base.

Nell’attesa i prezzi dell’energia si mantengono vicini ai massimi. Stamattina il petrolio Brent tratta poco sotto i 109 dollari. Il gas per l’Europa è in lieve calo: la Russia sta erogando regolarmente il gas attraverso le condotte verso l’Europa. Sul fronte finanziario, la Vtb, banca russa controllata dallo Stato, ha pagato in rubli le cedole per i bond subordinato emessi sul mercato interno lo scorso anno e denominati in dollari ed euro. Gli Usa hanno invece impedito a Mosca di utilizzare i depositi in dollari presso gli Stati Uniti per pagare una cedola: l’obiettivo è il default di Mosca. 

L’effetto delle sanzioni: precipita l’economia russa

Intanto le sanzioni si fanno sentire: l’indice Pmi composite, che misura l’attività economica della Russia, è precipitato in marzo del 26% a 37,7 punti da 50,8, il dato peggiore di sempre. L’inflazione oscilla attorno al 20%, nonostante il raddoppio del costo del denaro al 19%. 

 Per l’Unione Europea il dato Pmi è a 54,9 punti. 

Ripartono oggi, in video, i colloqui tra Mosca e Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky oggi parlerà al Consiglio di sicurezza Onu – alle 10 ora di NY, intorno alle 26 in Italia – nel tentativo di mobilitare l’appoggio internazionale per un’indagine sulle uccisioni di Bucha. Anche la Russia presenterà “prove empiriche” per negare le proprie responsabilità.  L’Italia ha deciso di espellere 30 diplomatici di Mosca “per motivi di sicurezza”. Scontata la ritorsione russa.

Migliori e peggiori alla Borsa di Milano

In Piazza Affari i titoli migliori sono quelli del comparto salute. Guida il listino Recordati + 2,29% seguito da Diasorin +1,6%. 

Positiva Unipol +1,3% mentre continua la discesa di Generali -1,38% dopo la lunga striscia positiva. Stamattina Morgan Stanley ha alzato il target price da 21 a 23 euro, confermando la raccomandazione Equal Weight.

Debole l’automotive. Il titolo peggiore è Stellantis -3,14%. In calo anche Pirelli -9,5% nonostante la promozione da neutral a buy di Citigroup. 

Ribassi superiori ai due punti percentuali per Stm e Fineco.

Tim è diminuita dell’1% con un andamento nervoso durante la mattinata. La lettera di Kkr è arrivata e chiarisce che il Fondo americano non può al momento confermare la sua offerta da 10,8 miliardi di euro per il gruppo telefonico a meno che non gli venga concesso di effettuare una due diligence, essendo cambiate nel frattempo le condizioni rispetto all’offerta originaria di ottobre 2021. Il Fondo tuttavia non chiude completamente la porta e apre anche a esplorare altre soluzioni. “Rimaniamo a vostra disposizione – si legge nella conclusione della lettera rilanciata da Radiocor – per completare la due diligence sulla nostra proposta, o per esplorare qualsiasi altra operazione nell’interesse della società, dei suoi azionisti e dell’Italia”. Il che lascerebbe una porta aperta al progetto di rete unica visto che Kkr è azionista con il 37,5% di FiberCop, la jv di Tim e Fastweb sulla fibra ottica.

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